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venerdì 15 giugno 2012

I diritti dei minori visti dai minori



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Una scheda catalografica figura alla fine del volume.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2011
ISBN 978-92-79-19043-8
doi:10.2758/60869
© Unione europea, 2011
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martedì 12 giugno 2012

Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2012. Intensificare la lotta contro il lavoro minorile

 

 

Resta ancora ampia la distanza tra la ratifica delle Convenzioni sul lavoro minorile e le concrete misure intraprese dai governi per affrontare il fenomeno, afferma l’ILO in un rapporto pubblicato in occasione del 10º anniversario della Giornata mondiale contro il lavoro minorile celebrata ogni anno il 12 giugno.

 GINEVRA (ILO News) — Resta ancora ampia la distanza tra la ratifica delle Convenzioni sul lavoro minorile e le concrete misure intraprese dai governi per affrontare il fenomeno, afferma l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) in un rapporto pubblicato in occasione del 10mo anniversario della Giornata mondiale contro il lavoro minorile celebrata ogni anno il 12 giugno1.

Non si può essere soddisfatti se pensiamo che sono ancora 215 milioni i bambini e le bambine che lavorano per sopravvivere »
« Non si può essere soddisfatti se pensiamo che sono ancora 215 milioni i bambini e le bambine che lavorano per sopravvivere e più della metà sono sottoposti alle peggiori forme di lavoro minorile, come la schiavitù e la partecipazione ai conflitti armati. Non possiamo accettare che l’eliminazione del lavoro minorile faccia passi indietro nelle priorità dell’agenda dello sviluppo. Tutti i paesi devono impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, individualmente e collettivamente », ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia.

Le nuove stime, rese note lo scorso 1 giugno, ci dicono che circa 5 milioni di bambini e bambine sono vittime del lavoro forzato, che comprende condizioni tra cui lo sfruttamento sessuale e la servitù per debiti, e questa cifra è senza dubbio sottostimata2.

Le Convenzioni dell’ILO sull’età minima per l’accesso all’impiego (n.138) e quella sulle peggiori forme di lavoro minorile (n.182), hanno raggiunto il più elevato numero di ratifiche rispetto a tutte le Convenzioni dell’ILO. Su 185 Stati membri dell’Organizzazione, l’88 per cento ha ratificato la Convenzione 138 e il 95,1 per cento ha ratificato la 182. L’obiettivo è raggiungere la ratifica universale entro il 2015.

Nonostante ciò, secondo il nuovo rapporto dell’ILO Tackling child labour: from commitment to action (« Combattere il lavoro minorile: dall’impegno all’azione »), i progressi compiuti nel contrastare questo fenomeno aberrante sono stati spesso frenati dall’incapacità di tradurre gli impegni assunti in azioni concrete.

Secondo il rapporto, il divario più ampio tra impegno e azione si osserva nel settore dell’economia informale, dove hanno luogo la maggior parte delle violazioni dei diritti umani fondamentali. I minori delle zone rurali e agricole, così come i figli dei lavoratori migranti o delle popolazioni indigene, sono quelli più esposti al lavoro minorile.

L’ILO segnala inoltre che sono relativamente pochi i casi di lavoro minorile che vengono giudicati dai Tribunali nazionali e le sanzioni contro queste violazioni sono spesso troppo indulgenti per poter costituire un deterrente efficace contro lo sfruttamento dei minori. Questo vuol dire che è necessario rafforzare a livello nazionale gli organi giudiziari e le forze dell’ordine nonché i programmi di protezione delle vittime.

Se da un lato si sottolinea la necessità di fare di più, dall’altro l’ILO evidenzia anche gli importanti progressi raggiunti in molti Stati, tra cui:
  • Sono sempre di più i paesi che adottano Piani nazionali per contrastare il lavoro minorile.
  • Aumenta il numero di divieti legislativi il cui scopo è identificare e prevenire quelle attività lavorative ritenute pericolose per il minore.
  • Sempre più Paesi adottano leggi contro la prostituzione e la pornografia dei minori.
  • Si registra una maggiore cooperazione internazionale e collaborazione tra Stati membri, soprattutto per quanto riguarda la tratta di essere umani.

« Dovremmo anche prendere esempio e ispirazione da politiche e programmi nazionali esistenti per garantire un più efficace contrasto al lavoro minorile in tutti i paesi del mondo », ha affermato Somavia ed ha aggiunto « Lavoro dignitoso per i genitori e istruzione per i bambini e le bambine, sono elementi indispensabili per lo sradicamento del lavoro minorile. Moltiplichiamo i nostri sforzi e andiamo avanti sulla strada tracciata nella Roadmap adottata a L’Aia nel 2010 che prevedeva l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016 ».

Le Convenzioni dell’ILO proteggono i minori dall’esposizione al lavoro minorile. Insieme agli altri strumenti internazionali in materia di diritti dei bambini, dei lavoratori e dei diritti umani, rappresentano un quadro di riferimento importante per le legislazioni, le politiche e le azioni contro il lavoro minorile.

Nota ai redattori

  • La Giornata contro il lavoro minorile, celebrata ogni anno il 12 giugno, è l’incontro più importante di mobilitazione contro questo fenomeno. Il tema scelto per il 2012 è « Diritti umani e giustizia sociale: mettiamo fine al lavoro minorile ». Sono oltre 50 i paesi in cui vengono organizzati eventi per celebrare questa giornata su iniziativa di governi, imprenditori, lavoratori, Nazioni Unite, Ong e organizzazioni della società civile.
  • Per ulteriori informazioni o interviste ad esperti contattare il Programma dell’ILO per l’eliminazione del lavoro minorile: + 4122/799 6164 o +4176/771-3085 (English), +4122/799-7037 or +4176/371-1252 (English, Spanish), o +41799-6618 or +4176/7173-647 (English, French) o via email: ipec@ilo.org
1 Il Policy Note si basa su due rapporti presentati alla Conferenza Internazionale del Lavoro 2012 Fundamental principles and rights at work: From commitment to action e Giving globalization a human face.
2 ILO Global Estimate of Forced Labour

venerdì 8 giugno 2012

La Polizia Postale CHIUDE tutte le sezioni



by Polizia Postale Official Web Site Fan

Amici, vi scrivo per dirvi semplicemente "GRAZIE"...

Grazie per tutta la vostra solidarietà, che state dimostrando tutti i giorni sostenendo attivamente la nostra iniziativa "VERGOGNA".

"La Polizia Postale CHIUDE tutte le sezioni, questi sono stati i primi TAGLI del nostro "GOVERNO".

Questa decisione sarebbe a vantaggio della criminalità diffusa on line e della pedopornografia diffusa sul web.
Se dopo aver letto questo articolo la pensi come noi, puoi mandare un E-mail con scritto "VERGOGNA" direttamente al ministro tramite l'indirizzo riportato: scrivialministro@interno.it

La Polizia postale e delle Comunicazioni ha assunto i connotati con cui la conosciamo oggi, e ci viene invidiata dagli organismi investigativi delle polizie di tutto il mondo: un nucleo di esperti investigatori radicati sul territorio capaci di monitorare la grande Rete di Internet, e di agire come “sceriffi” informatici.

Siamo vicini a tutti gli "agenti, padri e madri di famiglia che lavorano all'interno delle sezioni della Polizia postale" ♥



Andrea Mavilla 21 Maggio 2012 ore 11:15

Premessa: Se dopo aver letto questo articolo la pensi come noi, puoi mandare un E-mail con scritto "VERGOGNA" direttamente al ministro tramite l'indirizzo riportato: scrivialministro@interno.it

Buongiorno amici, non vi nascondo che oggi sono deluso, amareggiato, arrabbiato nel ricevere numerose e-mail da vari agenti della polizia postale che mi fanno presente un fatto alquanto sgradevole.

Purtroppo le voci che giravano nei mesi scorsi, sull'eventualità di una possibbile chiusura delle "SEZIONI" Polizia Postale E Delle Comunicazioni, è UFFICIALE.

Questa decisione sarebbe a vantaggio della criminalità diffusa on line e della pedopornografia diffusa sul web.


La polizia delle comunicazioni è presente su tutto il territorio nazionale attraverso i 20 compartimenti, con competenza regionale, e le 80 sezioni con competenza provinciale.

Cosa intendiamo dire quando parliamo di compartimenti, e quando parliamo di sezioni?

Come scritto poc’anzi i “compartimenti” sono collocati nelle principali regioni italiane, le “sezioni” invece sono collocate in zone distanti dai capoluoghi di regione, per poter garantire ed accogliere i cittadini provenienti dai comuni più distanti.

Cosa comporta ai comuni cittadini la chiusura delle sezioni?

Voglio farvi un semplice esempio, per poter capire il disagio che verrà causato a NOI comuni cittadini;

La signora “Maria” è stata appena truffata, vive in un piccolo paesino della Campania “Casolla in provincia di Caserta”, per poter segnalare ed esporre il suo problema dovrà recarsi alla Polizia Postale di Napoli che dista solamente 42,8 km.

Marco invece vuole segnalare un caso di pedofilia, lui vive nella bellissima città di Ferrara, per segnalare ed esporre il suo problema dovrà recarsi alla polizia postale di Bologna che dista solamente 53,1 km.

Cari amici vi è chiaro il concetto?

In poche parole un cittadino che vive nelle città lontane dai capoluoghi di provincia, per esporre una denuncia/segnalazione dovrà farsi all'incirca 40 km (se gli andrà bene).

Sul sito ufficiale della polizia postale e delle comunicazioni potrete leggere in evidenza il seguente messaggio:

L'evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso indispensabile l'uso di Internet quale mezzo di scambio di informazioni, di accesso alle grandi banche dati, di esecuzione di transazioni e disposizioni finanziarie, di ideazione e creazione di nuove attività professionali.

La rapida diffusione dell'uso di Internet ha ben presto messo in evidenza i punti di debolezza della Rete stessa, in particolar modo con riferimento alla sicurezza informatica.

Quindi in un'era dove Internet viene sempre più usato da a milioni di utenti, che condividono, diffondono, scaricano, acquistano materiali di ogni genere, in Italia cosa succede?

Piuttosto che aumentare il livello di sicurezza informatico, garantendo ai cittadini la presenza costante della polizia postale su tutto il territorio,;

Andiamo ad eliminare e diminuire una delle risorse più importanti, che tutelano e proteggono i "minori" da PREDATORI DI BAMBINI.

La Polizia postale e delle Comunicazioni ha assunto i connotati con cui la conosciamo oggi, e ci viene invidiata dagli organismi investigativi delle polizie di tutto il mondo: un nucleo di esperti investigatori radicati sul territorio capaci di monitorare la grande Rete di Internet, e di agire come “sceriffi” informatici.

Sono state istituite diverse eccellenze tra cui il “Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet” oggi il punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni, provenienti sia da altre forze di Polizia anche straniere, sia da cittadini, da associazioni di volontariato e da Provider sugli odiosi crimini legati alla pedofilia.

Il Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), un’unità attiva h24 e volta a combattere e prevenire attacchi informatici alle strutture critiche strategiche del paese.

Oggi, la Polizia postale svolge attività d’intelligence e sicurezza telematica, di vigilanza di tutti quei reati tradizionali che hanno come fine o strumento per la loro realizzazione il mezzo informatico, e porta avanti investigazioni per la prevenzione e il contrasto delle attività terroristiche nazionali ed internazionali.

Da questi dati, verrebbe da pensare che la Polizia postale e delle Comunicazioni sia uno dei Servizi della Polizia di Stato su cui l'amministrazione voglia e debba investire di più, dal momento in cui su di essa passa una grossa fetta della sicurezza del Belpaese.

Andrebbe da se il fatto che la professionalità della Polizia postale dovrebbe per principio rimanere di altissimo livello, tramite investimenti, strutture formative adeguate e supporto di enti loca- li. Ma la realtà dei fatti è tristemente diversa.

Scusatemi ma io trovo tutto ciò semplicemente """V E R G O G N O S O """.

Andrea.
 http://www.nibiru2012.it/forum/breaking-news/la-polizia-postale-chiude-tutte-le-sezioni-140634.0.html

La disposizione degli articoli e?