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mercoledì 28 agosto 2013

Dopo l'arresto del pedofilo on line i consigli dell'esperto per difendere i ragazzini dai pericoli del web

Perugia, 25 agosto 2013 - L’ARRESTO dell’imprenditore marchigiano di 44 anni che adescava e faceva spogliare ragazzine su Facebook (cinque di loro erano perugine) mette in apprensione le famiglie. L’Umbria non è purtroppo esente da certi fenomeni, papà e mamme spesso cercano di cogliere quali possano essere i segnali che arrivano dai propri figli in casi come questo. I genitori si domandano come poter arginare certe situazioni, cosa fare per evitare che il ragazzo stia incollato ore e ore davanti al pc o al tablet.

ECCO allora che i consigli di esperti psicologi, terapeuti che trattano casi di disagio giovanile e di comportamenti anomali da parte degli adolescenti, possono essere davvero preziosi. La principale indicazione è quella innanzitutto di condividere, partecipare alle cose che fanno i figli. Non basta chiudere il computer per risolvere certi problemi. Le famiglie debbono stare in allerta e devono aveve un livello elevato di attenzione, di ascolto, essere propositive.

COME? I genitori possono proporre ai figli delle attività extrascolastiche: queste hanno una valenza significativa, danno loro delle prospettive di interesse, di investimento che se da soli i ragazzi farebbero fatica ad avere.

COSA devono fare le famiglie? Bisogna dedicare tempo ai figli, insistono gli psicoteraputi dell’infanzia, che è quello che manca al giorno d’oggi. E va data attenzione ai segnali di disagio o di non felicità, anche quelli minimi. In generale bisogna fare questo, anche se il contesto sociale in cui viviamo toglie tempo a questa attività. Papà e mamme devono fare quello che si chiama ‘sforzo attivo’ dunque, altrimenti le cose vanno in un’altra direzione che potrebbe essere quella sbagliata.

QUALI sono i segnali di disagio a cui i genitori devono fare attenzione? Quali insomma le spie che possono essere preludio che la frequentazione dei social network si sta rivelando dannosa? Il fatto stesso che i ragazzi si isolino e tendano a permanere in questa dimensione più virtuale che reale ad esempio, che tendono a preferire questo tipo di attività, o che hanno rapporti sociali esclusivi o molto limitati o ridotti: sono tutti aspetti da prendere in considerazione. Poi le manifestazioni emotive più eclatanti come la perdita di interesse per qualsiasi cosa. Non sono elementi patologici gravi, sottolineano i terapeuti, ma è importante che in qualche modo vengano colti dalle famiglie. I genitori devono mettersi nei panni dei ragazzi, cercare di capire quello che vivono ed eventualmente farsi aiutare.

SPESSO ci si interroga su quali possano essere le conseguenze di certi traumi o di certi avvenimenti subìti in età adolescenziale. Secondo gli esperti di pscologia infantile le ragazze possono sentirsi in balia di una dimensione che non è stato possibile controllare, è come se uno si trovasse completamente dominato dall’esterno. Si vive insomma una dimensione del ricatto, della costrizione, del trovarsi da soli e non sapere come uscire da una certa situazione così grande.

QUESTO può segnare il contatto con l’esterno delle giovani, una diffidenza che diventa fondata verso l’esterno. In più la dimensione della sessualità che viene esposta certamente non rende tranquillo l’approccio alla crescita sessuale. Quella che è un’aspettativa di esplorazione della novità e del mondo, sottolineano gli esperti, diventa una sorta di esperienza drammatica e senza uscita, una specie di fallimento rispetto alla spinta verso la crescita. In questo senso i genitori possono essere presenza, guida e controllo in senso positivo.
http://www.lanazione.it/umbria/salute/2013/08/26/939526-dopo_arresto_pedofilo_line.shtml

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