Post più popolari

domenica 27 maggio 2012

Pedofilia: in Corea del Sud il primo stupratore seriale castrato chimicamente



SEUL - Nel luglio 2011 l’entrata in vigore di una particolare pena prevista per il reato di pedofilia: la castrazione chimica. All’epoca il provvedimento fu annunciato con orgoglio dal ministro della Giustizia e rappresentò la prima misura di questo tipo approvata in un paese asiatico.
            
Oggi, il noto e seguitissimo quotidiano coreano koreajoongangdaily, ha dato la notizia inerente la prima applicazione concreta della legge approvata l’anno scorso. La Corea del Sud, infatti, castrerà chimicamente uno stupratore seriale di 45 anni (indicato genericamente con il cognome di Park). L’uomo era stato già condannato per 4 episodi di violenza ed altri tentati stupri su bambine di età inferiore ai 13 anni. I fatti si sono verificati tra il 1984 ed il 2002, quando la norma che prevede la castrazione chimica per i pedofili non esisteva.
                           
La legislazione vigente, però, prevede il provvedimento nei casi di condannati ritenuti anche solo “probabili recidivi” e quindi potenzialmente pericolosi ed ha naturalmente effetto retroattivo. Nel caso specifico di Park, oltre alla recidività certa, sono presenti anche le altre due condizioni contemplate nella norma: l’età minima di 19 anni per i carnefici e quella non superiore ai 16 per le vittime. Se il famoso (e spesso contestata-confutato) “effetto deterrente” servirà a qualcosa, solo il tempo potrà dirlo. Sul web, intanto, sembrano quasi tutti concordi nell’approvare la castrazione chimica come forma di punizione per i pedofili acclarati.
            
E voi? Cosa ne pensate? Un simile “pericolo” potrebbe dissuadere persone evidentemente malate dal compiere determinati crimini? La pena di morte ha già dimostrato di funzionare poco come deterrente. Gli uomini dimostreranno di tenere maggiormente al proprio apparato riproduttivo che alla proria vita? E per le donne pedofile? Quale potrebbero essere i provvedimenti similari?
http://www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1716%3Apedofilia-in-corea-del-sud-il-primo-stupratore-seriale-castrato-chimicamente&Itemid=65 

mercoledì 23 maggio 2012

Pedofilia: CEI, non c'è obbligo di denuncia

Il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto». Nell'ultimo decennio 135 preti accusati, 77 giunti a Magistratura

 

CITTÀ DEL VATICANO - Entrano in vigore, senza alcuna sorpresa, le annunciate linee-guida della Cei «per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici» richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale.
Come ampiamente previsto, il documento stabilisce che «il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto» in merito ad abusi sessuali compiuti da sacerdoti su minori. Tuttavia è «importante la cooperazione del vescovo con le autorità civili, nell'ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria civile». Una linea giurisprudenziale che non prende in considerazione la fattispecie del favoreggiamento della pedofilia e che venne preannunciata nel maggio del 2010, quando il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, spiegò che «la normativa italiana non prevede l'obbligo di denuncia in questi casi».
Le linee-guida - una decina di cartelle - espongono la procedura della prima «accurata ponderazione circa la verosimiglianza» delle notizie sugli abusi sessuali compiuti da un sacerdote su un minore, poi la «indagine previa» e il successivo procedimento canonico. «E' opportuno che una documentazione del caso rimanga nell'archivio segreto della Curia». Nel secondo capitolo le linee-guida affrontano il tema dei «rapporti con l'autorità civile». Oltre all'assenza di un obbligo di denuncia, il documento Cei prevede che, in forza del codice penale italiano (articoli 200 e 256) e della revisione del Concordato (articolo 2), «i vescovi sono esonerati dall'obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero». Le linee-guida si concludono precisando che «ferma restando la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, la procedura relativa ai singoli casi è di competenza del Vescovo del luogo ove i fatti stessi sono stati commessi. Nessuna responsabilità, diretta o indiretta, per gli eventuali abusi sussiste in capo alla Santa Sede o alla Conferenza Episcopale Italiana».
Le linee-guida contro la pedofilia erano state chieste dalla Santa Sede a tutti gli episcopati mondiali, con una lettera circolare del maggio 2011, successiva allo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa. Era proprio il maggio di quest'anno la scadenza e il documento italiano, elaborato nei mesi scorsi e presentato ai vescovi riuniti in questi giorni nell'assemblea episcopale di primavera, ha già fatto «un passaggio informale ma autorevole» dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della fede, che «ha preso atto che la Conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente» le indicazioni vaticane, ha riferito in conferenza stampa il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata.
«Il triste e grave fenomeno degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici sollecita un rinnovato impegno da parte della comunità ecclesiale, chiamata ad affrontare la questione con spirito di giustizia, in conformità alle presenti Linee guida», è l'esordio del documento, secondo il quale «assume importanza fondamentale anzitutto la protezione dei minori, la premura verso le vittime degli abusi e la formazione dei futuri sacerdoti e religiosi».
Le linee-guida non recepiscono, peraltro, una serie di indicazioni elencate nella circolare vaticana. Tra l'altro, quel documento raccomandava che «le autorità ecclesiastiche si impegnino ad offrire assistenza spirituale e psicologica alle vittime»; sottolineava la necessità di riservare «una diligenza particolare» al «doveroso scambio d'informazioni in merito a quei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che si trasferiscono da un seminario all'altro, tra diocesi diverse o tra Istituti religiosi e diocesi»; sottolineava l'esistenza di programmi educativi in ambito ecclesiale «di prevenzione, per assicurare 'ambienti sicuri' per i minori»; ricordava che il Papa ha incontrato diverse vittime di preti pedofili e sottolineava che «la Chiesa, nella persona del Vescovo o di un suo delegato, deve mostrarsi pronta ad ascoltare le vittime ed i loro familiari e ad impegnarsi per la loro assistenza spirituale e psicologica». L'ascolto delle vittime e un «più rigoroso percorso formativo dei sacerdoti» erano peraltro presenti, a quanto si apprese, nella bozza delle linee-guida approvate oggi.
In conferenza stampa, monsignor Crociata ha peraltro reso noto, per la prima volta, un dato preciso di abusi sessuali emersi nel decennio che va dal 2000 al 2010, ricavato da una «ricognizione» compiuta presso le diocesi italiane nel corso degli ultimi anni. Sono 135 i casi «non solo verificatisi, ma emersi» nel corso del decennio, ha riferito in una conferenza stampa dell'assemblea di primavera della Cei. La cifra è relativa al numero di sacerdoti accusati, non al numero di abusi compiuti. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presule ha precisato che 135 sono i sacerdoti segnalati alla congregazione per la Dottrina della fede, il dicastero vaticano responsabile del 'dossier' pedofilia, mentre alla magistratura italiana sono stati denunciati 77 sacerdoti. Sul complessivo numero di 135, la congregazione della Santa Sede è giunta a 53 condanne e 4 assoluzioni, mentre i restanti 78 casi sono in istruttoria. Sulle 77 denunce giunte alla giustizia italiana, 22 preti sono stati condannati in primo grado, 17 in secondo grado, 21 hanno patteggiato, 5 sono stati assolti, 12 archiviati.
 http://www.lapoliticaitaliana.it/Agenzia/?d=20120522&id=60136

venerdì 11 maggio 2012

La vostra voce. Lettera di Renato alla mamma: perché non hai capito?

La lettera che pubblichiamo oggi è stata scritta da un nostro amico facente parte del coordinamento nazionale vittime pedofilia di Prometeo.
Destinatario: l’anziana madre, il cui cruccio che sapesse o meno, ha marcato profondamente la vita del figlio. Il quale oggi ha deciso di scriverle questa lettera. Dolorosa e forte. Ma necessaria e utile. Innanzitutto per buttare fuori quella rabbia covata dentro per 30 anni. E mai smaltita.
La lettera che verrà letta alla madre sarà diversa, però. Gli abbiamo infatti suggerito di modificare la seconda parte. Perchè lei è anziana, malata, ma soprattutto perché il fine non è distruggere, ma costruire, anzi ricostruire. Qua invece ci sta, così com’è, senza togliere una virgola. Perché è segno che un abuso può durare davvero decenni. Ma è anche segno che quando lo si vuole, c’è quella riscossa che porta a fare sì che “nessun dolore sia per sempre!”. E “il nostro Renato” apre con questa lettera la seconda parte della sua vita….!
«Cara Mamma,
ti sembrera’ strano che ti scriva una lettera cosi’ dopo tanto tempo ma ho
sentito il bisogno di farlo perche’ vorrei dirti tutto cio’ che non sono mai
riuscito a fare quand’ero bambino. Sei stata una brava mamma. mi hai voluto
bene, eri la mamma di tutti i miei amici. Ricordo che venivano tutti sempre e
volentieri a casa nostra, perche’ trovavano in te quella mamma che forse non
era la loro, quell’affetto che tu hai sempre saputo regalare a tutti e non solo
a me. Giocavi con noi, scherzavi  e ridevi con noi, e tutti si confidavano con
te, avevi sempre una parola di conforto. Io quel calore l’ho sempre sentito
tranne che… Per quella volta! Da allora non sono mai riuscito a parlartene,
un po’ per vergogna, un po’ per paura e comunque anche per quel dannato senso
di colpa che mi porto dentro da anni e che mi perseguita, di cui non riesco a
liberarmene.
I miei ricordi iniziano piu’ o meno da quando avevo 5/6 anni, eravamo una
bella famiglia, si viveva serenamente, ero un bambino felice, sereno e
sensibile, al punto che, come dicevate sempre voi, sembravo io la femminuccia
che non dava alcun problema, mentre mia sorella invece il maschietto ribbelle.
Quel bambino cosi’ sereno apparentemente, purtroppo non lo era e dentro di se
portava quel terribile segreto di cui  non riusciva a parlart,i. E’  stato
abusato per tanti anni! Nonno era l’orco, quell’uomo che voi tutti stimavate,
cosi’ bello con la sua divisa dell’aeronautica militare, la sua pipa con
l’inconfondibile odore di tabacco che si diffondeva ovunque passava, quell’uomo
e’ stato il mio incubo per tanti anni. Quando venivano a trovarci, lui e la
nonna, ci portavano tanti regali e tante cose buone da mangiare, eravano tutti
felici, tranne me, perche’ quella felicita’ io dovevo pagarla a caro prezzo. Mi
faceva sedere sul divano accanto a lui, davanti alla TV e quando non c’era
nessuno in sala, mi metteva un cuscino sulle mie gambe e con la sua mano mi
sbottonava i pantaloni e mi molestava ripetutamente. Questo accadeva ogni volta
che venivano a trovarci o che noi andavamo da loro. Mi chiamava, mi faceva
sedere…ed ogni volta la stessa cosa. Il cuscino forse lo utilizzava
evidentemente, per non farsi scoprire, semmai sarebbe entrato improvvisamente
qualcuno nella stanza, ma questo era il “minimo” che mi potesse accadere.
Quando invece, e te lo ricorderai benissimo, mi portava al cinema, oppure
uscivo con lui, si e’ vero che mi ci portava, ma poi io dovevo ricambiare quel
“regalo”, e sai come lo facevo? Mi portava a casa loro, la nonna era da voi, mi
spogliava nudo, e abusava di me . E’ andato avanti per anni e quando e’ morta la nonna,
avete avuto, tu e papa’, la brillante idea di ospitarlo a casa nostra, e dove
l’avete messo??? Nella mia cameretta!!! Volevo morire, pensavo che non avrei
avuto piu’ scampo, e cosi’ e’ stato. Mi ha abusato quasi tutte le notti, ogni
volta che ne aveva voglia, come e quando voleva e voi gli avete spianato la
strada per farlo, ha avuto terreno fertile e sembrava che il dolore per la
scomparsa della nonna, a lui non lo scalfisse minimamente, tanto aveva il suo
“giocattolino erotico” cosi’ a portata di mano, da potersi sfogare.Mi svegliava
in piena notte e abusava, ricordo il dolore, mi faceva male quando mi
penetrava, ma non riuscivo ad urlare, non riuscivo a respingerlo malgrado fossi
abbastanza grande ormai, in eta’ adolescenziale, lui non si fermava, ha
continuato a farlo per tutto quel tempo, senza che tu, voi, vi accorgeste mai
di nulla!!! Ma davvero tu, non ti sei mai accorta di nulla??? Una mattina,
stavo andando a scuola, facevo la 3^ media, tu stavi in cucina, davanti al
lavello e lavavi le tazze della colazione che ci avevi appena preparato. Lui
quella notte si era “divertito” come sempre ed io non ce l’ho fatta piu’.
Mentre uscivo da casa, davanti alla porta d’ingresso gia’ aperta, ti ho detto
:” Mamma… Nonno ni da fastidio, mi fa male!” Tu non ti sei nemmeno voltata,
sei rimasta li’ di spalle a me ed io sono scappato via dalla vergogna, nel
dubbio se tu avessi sentito o meno quello che ti avevo appena detto. Al mio
ritorno pensavo ne avessimo riparlato e ricordo l’imbarazzo e la vergogna
quando rientrai a casa. e invece.. Nulla!!! Il silenzio, non mi hai chiesto e
detto nulla e da quel momento per me e’ calata la notte per sempre. Ho capito
che ero solo nel mio dolore e che non ne avrei mai piu’ riparlato ma che dovevo
far qualcosa per salvarmi! Cosi’, una delle “solite” notti, l’orco mi ha
svegliato convinto di poter “giocare” ancora con me ed ha incominciato a
toccarmi. Ho deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe
fatto, gli ho fermato con forza la mano, gli ho stretto il braccio e con uno
spintone l’ho scaraventato con forza sul suo letto urlandogli:” Se lo fai
ancora, giuro che ti ammazzo!!!” Da allora non l’ha piu’ fatto, ero piccoletto,
avevo 13 anni ma mi sentivo cosi’ grande, immenso. La mattina successiva mi
sentii finalmente libero. Avra’ avuto paura? Non lo so, fatto sta che non e’
piu’ successo, forse aveva capito d’essersi spinto troppo in la’, forse ha
avuto paura che lo ammazzassi per davvero, fatto sta che da qualla notte
finalmente mi ha lasciato in pace, non l’ha piu’ fatto. La mia vita cambiava,
crescevo, diventavo uomo, ma quei maledetti ricordi, cara mamma, non li ho mai
cancellati dalla mia mente, persino quando mi sono sposato ed ho avuto una
famiglia tutta per me. Finche’ lui e’ morto, ricordo la telefonata di papa’ in
quella notte di capodanno del 1999 in cui mi annunciava la sua morte, ricordo
che a lui dissi che mi dispiaceva ma in realta’, da un lato ero contento,
finalmente me ne ero liberato, aveva smesso di tormentarmi anche solo
psicologicamente visto che non c’era piu’ alcun contatto fisico ormai, ma
dall’altra parte ero dispiaciuto perche’ la sua morte significava che non avrei
mai piu’ potuto poterlo denunciare ed avere giustizia. Ricordo che papa’ mi
chiese di venire al suo funerale, ma io trovai la scusa piu’ banale per dirgli
di no, dovevo lavorare e non potevo, ma in realta’ non volevo piu’ vederlo
nemmeno da morto!!!
Oggi mia cara mamma, sono un uomo di 45 anni, ho la mia vita, seppure
movimentata e tormentata a tratti, ma posso dirti che, quella ferita si e’
rimarginata, anche se la cicatrice resta ed e’ il marchio di bambino abusato,
quella non andra’ mai piu’ via. Ho deciso di collaborare con Prometeo,
affinche’ possa condividere con altre persone che come me, hanno vissuto e
subito sulla propria pelle, lo stesso mio dramma. Ho deciso che quelle persone
saranno per sempre la mia nuova famiglia e non li lascero’ mai!!! Lotteremo e
combatteremo affinche’ tutto sto schifo prima o poi finisca, anche se ci
rendiamo conto che non sara’ mai cosi’, gli orchi ci hanno rubato l’anima cosi’
come nonno ha rubato la mia,ma noi vogliamo riprendercela e crediamo tutto
questo sia possibile, vogliamo essere per sempre, dalla parte dei bambini…
Ti voglio bene comunque e per sempre!
“Renato”  »

La disposizione degli articoli e?