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sabato 1 giugno 2013

Femminicidio, dalla Camera arriva il primo sì: “La violenza sulle donne viola i diritti umani”



Via libera all’unanimità per
la convenzione di Istanbul
che adesso è al vaglio del
Senato per la ratifica definitiva.
Il Pd: «Misure concrete»
laura preite

«E’ il primo trattato internazionale che inserisce la violenza contro le donne nel quadro della violazione dei diritti umani, sembra assurdo ma fino ad ora non era così». Federica Mogherini, deputata Pd è la prima firmataria della proposta di legge (abbinata ad altre quattro) che di ratifica della Convenzione di Istanbul “sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica”. Una convenzione sottoscritta il 27 settembre scorso dal governo italiano, dall’allora ministra del Lavoro e delle pari opportunità Elsa Fornero e dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, e ratificata oggi dalla Camera. Se anche il Senato approverà la Convenzione, Istanbul potrebbe diventare la prima proposta di iniziativa parlamentare approvata in questa legislatura.

Mogherini (Pd): «Un lavoro di squadra»
«Siamo arrivati alla firma con insistenza e tenacia, grazie al lavoro di squadra, ognuna dentro il proprio partito e insieme. Abbiamo incominciato da Strasburgo, io e Deborah Bergamini, insieme nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Abbiamo fatto il classico lavoro della goccia che scava». Aiutati da un Parlamento in gran parte rinnovato, con il 30% di donne e più giovane, in una settimana si è riusciti a discutere il provvedimento in commissione Esteri, a ottenere il parere di 6 commissioni e ad approvarlo in Aula, cosa che non era avvenuta nella precedente legislatura: «La nuova composizione del Parlamento ha influito sul rendere il provvedimento una priorità, perché si avverte con maggior urgenza la necessità di affrontare il tema della violenza, che le istituzioni diano una risposta».
Non è bastato l’uccisione di Fabiana Luzzi, 15 anni, accoltellata e bruciata dal fidanzato a riempire l’Aula di Montecitorio, ieri, durante la discussione. Nonostante le polemiche, il battibecco tra l’ex ministra delle Pari opportunità e relatrice del provvedimento Mara Carfagna, Pdl e la deputata del M5s Carla Ruocco e la poca presenza maschile (9 su 32 interventi) Montecitorio ha raggiunto il risultato, e il clima è di soddisfazione.

Un quadro organico per combattere la violenza
La Convenzione crea un quadro organico di interventi per combattere la violenza di genere, a partire da case rifugio che siano presenti in numero adeguato e da servizi giuridici e sanitari dedicati, ma si occupa anche di educazione e della presenza di ruoli non stereotipati nei testi scolastici: «È uno stimolo per impegnarci seriamente per il seguito - continua Mogherini - affinché l’Italia si doti di strumenti giuridici ed economici per garantire tre cose : prevenzione della violenza, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli». La convenzione per entrare in vigore deve essere ratificata da altri 5 paesi (l’Italia sarebbe la quinta) di cui 8 del Consiglio d’Europa. Un risultato che si aspetta entro fine anno o a inizio 2014. L’approvazione dell’Italia per Mogherini «sarebbe un elemento di incoraggiamento e spinta per gli altri paesi. Inoltre, abbiamo impegnato il governo con un ordine del giorno a promuovere la firma della convenzione presso i propri partner internazionali, anche l’Unione europea può firmarla».

La parità già in Costituzione ma rimane sulla carta
A ricordare che la parità di genere è già in Costituzione ci pensa Elena Centemero, deputata Pdl, quando nel suo intervento in Aula, ricorda le 21 donne costituenti, che «riuscirono a far sì che la nostra Costituzione fosse pervasa di una sensibilità profonda verso le donne e verso le pari opportunità». Dello stesso tono è l’intervento di Deborah Bergamini, capogruppo Pdl in commissione Esteri che sottolinea come la Convenzioni crei una «cornice culturale che sia in grado di cambiare profondamente l’attitudine verso il fenomeno della violenza», di quell’ « ncultura che gravita attorno a questo fenomeno, considerato ahimè, fino a poco tempo fa, un fenomeno privato, da gestire nell’intimità, all’interno delle famiglie».

I soldi da reperire
La ministra delle Pari opportunità Josefa Idem ha annunciato ieri in Aula un disegno di legge “che affronti il problema della violenza di genere in modo organico e sistemico” a cui si aggiunge la Task Force interministeriale e l’Osservatorio sulla violenza, annunciato sempre ieri, che servirà a raccogliere periodicamente i dati sul fenomeno, cosa che oggi non avviene (le ricerche Istat sull’argomento devono essere appositamente finanziate). La sfida più importante sarà il reperimento finanziario delle risorse, infatti la Convenzione prevede interventi non a costo zero: «Qualsiasi misura può essere fatta con risorse esistenti o risorse aggiuntive – commenta Mogherini –, la decisione la deve prendere il governo. Sicuramente per i centri antiviolenza servono risorse aggiuntive, sul resto bisogna fare un approfondito studio normativo e applicativo insieme agli altri ministeri, agli enti locali, regioni e comuni, e alle associazione che gestiscono la situazione nel quotidiano che sanno di meglio di chiunque altro qual è la situazione. Non dimentichiamoci che ci sono tantissimi bambini coinvolti che vivono e assistono la violenza subita dalle loro madri».

Anche il M5s, Maria Edera Spadoni e Giulia Di Vita, firmatarie di una proposta di ratifica confluita nel testo unico approvato oggi a Montecitorio, hanno ripreso quanto già affermato dalla commissione Bilancio alla Camera nel suo via libera al testo, cioè la necessità di soldi per la copertura finanziaria adeguata degli interventi, affinché la convenzione non rimanga lettera morta.
http://www.lastampa.it/2013/05/28/societa/donna/la-violenza-contro-le-donne-violazione-dei-diritti-umani-la-camera-approva-H60suQXI0ByLy3VPaBjHgP/pagina.html

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