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giovedì 22 dicembre 2011

Fermato in Kuwait un individuo che costringeva dei minori a esibirsi via webcam



Le autorità inglesi invitano le vittime di un uomo accusato di aver violato gli account on line di alcuni bambini per poi forzarli a compiere atti sessuali via webcam a farsi avanti. Ne parla il Daily Mail Online.

MIGLIAIA DI VITTIME - L’uomo, tutt’ora sotto custodia in Kuwait, è accusato di aver chiesto l’amicizia a giovani on line per poi ricattarli con la minaccia di svelare a genitori e amici informazioni personali delle vittime, se queste se non avessero compiuto atti sessuali in webcam. Il centro per la protezione on line contro lo sfruttamento dei minori, che ha coordinato l’indagine internazionale, ha detto che le vittime di questo ricatto potrebbero essere “migliaia, in tutto il Regno Unito” e che questa pratica è in uso da almeno 3 anni.

PRIMA UN’AMICIZIA, POI… – Una portavoce ha spiegato il modus operandi dell’uomo: “in genere questa persona contattava la sua vittima su un servizio di messaggistica istantanea spacciandosi per un suo amico. Poi mandava loro un link sul quale i minorenni, ignari, scrivevano la loro password e la loro mail, così che il tiranno potesse avere il controllo dei loro dati. A quel punto il mostro riusciva a controllare gli account delle vittime, cambiando le password e le loro informazioni. Una volta ottenute le chiavi, l’uomo avvisava le vittime dicendo loro che il loro account era stato hackerato e che non avevano più alcun controllo sui loro dati. Infine ecco il ricatto: i minorenni si rendevano protagonisti di atti sessuali via webcam sotto la minaccia da parte del criminale di diffondere i loro segreti a parenti e amici. http://www.giornalettismo.com/archives/181645/luomo-che-faceva-fare-sesso-ai-ragazzini-sul-web/

lunedì 19 dicembre 2011

Germania, sentenza shock: ebbe più di 500 rapporti con sua figlia, per il giudice non è stupro


Terribile storia di incesti e violenze quella che ci giunge dalla Germania dove Adolf B. (in foto), un uomo di 69 anni, è arrivato al processo accusato di incesto e lesioni personali nei confronti di sua figlia, Renate, con cui ebbe tre figli. Questo “padre” ha avuto più di 500 rapporti sessuali con sua figlia, dai quali sono incestuosamente nati 3 figli. L’uomo è stato condannato a scontare la sua pena in carcere per meno di 3 anni, dal momento che la Corte ha stabilito che non si è trattato di stupro.

Adolf B. 1 193x124 Germania, sentenza shock: ebbe più di 500 rapporti con sua figlia, per il giudice non è stuproAl giudice Adolf B. ha dichiarato che i rapporti sessuali con la figlia, che adesso ha più di 30 anni, sono sempre stati “consenzienti”, sebbene abbia cominciato a molestare la donna quando questa era appena una ragazzina di 12 anni. L’uomo è stato accusato di brutalità dalla moglie e dai figli, che ha spesso costretto a subire diverse angherie in silenzio. Tuttavia il giudice ha rigettato l’accusa di stupro, condannando l’uomo solo per incesto a 2 anni e 8 mesi di carcere. I pubblici ministeri del Tribunale di Norimberga, dove si è svolto il processo, avevano chiesto per l’uomo una condanna a 14 anni di reclusione per la violenza subìta, per l’appunto, dalla figlia Renate.

Adolf fu chiamato dai media il ‘Fritzl tedesco’ in riferimento allo stupratore austriaco Josef Fritzl che ha imprigionato la figlia Elisabeth per 24 anni e avendo con lei 6 figli, frutto di incestuosa brutalità e violenza. Adolf B. 2 193x124 Germania, sentenza shock: ebbe più di 500 rapporti con sua figlia, per il giudice non è stuproAdolf B. ha raccontato che alla figlia piaceva avere rapporti sessuali con lui, mentre Renate, al processo, ha dichiarato il contrario, raccontando anzi che suo padre avrebbe minacciato di ucciderla se avesse rivelato a qualcuno dei loro rapporti. Adolf ha cercato di mantenere segreta la sua identità dopo la condanna per incesto. Due dei tre bambini, nati dai rapporti tra Adolf e sua figlia, sono morti. Il primo morì poco più che neonato, un altro, invece, recentemente, mentre solo uno è ancora in vita, sebbene disabile così come quelli deceduti. Disabilità alquanto prevedibile essendo i bambini frutto di rapporti incestuosi. Il caso è stato scoperto dalle autorità quando Renate è stata condannata per aver ricattato la moglie di un dottore con cui aveva parlato della disabilità di uno dei suoi figli. La donna fu poi rilasciata, decidendo così di raccontare la sua storia. Una portavoce di un centro anti-stupro di Berlino ha dichiarato: “Questa è una sentenza sconvolgente, per la vittima, per le donne di tutto il mondo e per la giustizia. Qual era il pensiero del giudice? Che una ragazzina di 12 anni fosse in grado di scegliere di avere rapporti sessuali con suo padre?” La sentenza è sicuramente destinata a lasciare il segno e a far discutere l’opinione pubblica.http://attualissimo.it/sentenza-shock-germania-ebbe-piu-di-500-rapporti-sessuali-con-sua-figlia-per-il-giudice-non-e-stupro/

venerdì 16 dicembre 2011

Pedofilia, giro di vite del Parlamento Ue: almeno 10 anni a chi abusa di un minore



Bruxelles, 27 ott. (Adnkronos/Ign) - Regole più severe in Europa contro la pedofilia e la pedopornografia grazie alle nuove regole approvate oggi dal Parlamento Europeo, quasi all'unanimità (con 541 voti a favore, 2 contrari e 31 astensioni). La direttiva - alla quale gli Stati membri devono adeguare la loro legislazione entro 2 anni - stabilisce sanzioni penali minime per circa 20 tipologie di crimini. Costringere un bambino a compiere atti sessuali o obbligarlo a prostituirsi sarà punibile con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno almeno tre anni mentre chi usufruirà di materiale pornografico sul web ne rischierà almeno uno.E ancora: la direttiva richiede anche agli Stati Ue di rimuovere i siti a carattere pedopornografico o, quando questo non sia possibile, di bloccare l'accesso a queste pagine dal proprio territorio nazionale. Alcuni studi affermano che il 10-20% dei minori europei è a rischio di abuso sessuale.

Poiché il 20% dei molestatori continua a commettere violenze anche dopo la condanna, la direttiva dispone che ai condannati per questi tipi di crimini sessuali "sia interdetto, in via temporanea o permanente, almeno l'esercizio di attività professionali che comportano contatti diretti e regolari con minori". I datori di lavoro avranno perciò diritto a richiedere informazioni alle autorità giudiziarie su eventuali condanne per abusi sessuali sui minori. Agli Stati membri verrà richiesto inoltre di prendere ulteriori misure come ad esempio iscrivere i nomi dei condannati per pedofilia in un apposito registro.

"L'Unione europea si dota di un pacchetto di norme chiare ed efficaci volte al contrasto di tutti i reati commessi nei confronti dei minori intervenendo sul piano della lotta, della prevenzione e della protezione dei minori" sottolinea il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, relatrice del testo. ''Un impegno deciso e rigoroso delle istituzioni europee - aggiunge - un lavoro durato due anni che ha portato alla stesura di un testo altamente condiviso''. http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Pedofilia-giro-di-vite-del-Parlamento-Ue-almeno-10-anni-a-chi-abusa-di-un-minore_312585043323.html

giovedì 15 dicembre 2011

Come possiamo aiutare bambini e adolescenti abusati




Come possiamo aiutare bambini e adolescenti abusati

Il silenzio non aiuta a star meglio, ma lascia semplicemente sola la persona con la sua sofferenza. Ricordare fa stare meglio… sia gli adulti che i bambini

Come possiamo aiutare i bambini e gli adolescenti che hanno subito abusi
I bambini cha hanno vissuto l’esperienza del maltrattamento fisico e dell’abuso sessuale, o le ragazze che hanno vissuto esperienze di violenza o stupro, hanno necessariamente bisogno di un sostegno psicologico, e molto spesso di una vera e propria psicoterapia.
Molto spesso i servizi sociali ed il Tribunale sottovalutano le conseguenze altamente distruttive del maltrattamento nei primi anni di vita di un individuo, ed elaborano progetti di affidamento, adozione, inserimento in comunità che non contemplato l’intervento dello psicologo o del neuropsichiatria infantile.

L’amore di una nuova famiglia, o il ritorno nella vecchia famiglia bonificata della persona che abusava sessualmente (per esempio nei casi della madri che si separano dei padri abusanti), non sono da soli sufficienti nella maggior parte dei casi a risanare le ferite delle violenze subite per anni dal minore.
Le ferite sono troppo profonde e intaccano la struttura del minore; non possiamo illuderci che facendo finta di non vederle si rimarginino o che i nuovi genitori possano da soli essere in grado di curarle.
In molti casi l’assenza di un intervento psicologico sulla piccola vittima di abusi sessuali o di gravi maltrattamenti fisici contribuisce a far fallire le adozioni, gli affidamenti o gli inserimenti in comunità.
Forniamo alcuni spunti di riflessione circa gli elementi che secondo noi dovrebbe contenere un intervento psicologico con un bambino che ha subito violenze fisiche, sessuali, psicologiche o gravi trascuratezze (per approfondimenti “Cristina Roccia:

Riflessioni cliniche sulla psicoterapia di bambini e adolescenti traumatizzati” qui di seguito riportato):
- Una diagnosi accurata sul problema presentato dal bambino o dall’adolescente, diagnosi che deve essere sia nosografica che funzionale.
- Qualora si ritenga necessaria una psicoterapia, o anche solo un sostegno psicologico, prevedere il coinvolgimento della famiglia
(sia che si tratti di famiglia adottiva, affidataria, o di una madre che si è separata dall’abusante), o degli educatori della comunità in cui il minore è collocato.
Il sostegno agli adulti che si occupano del bambino è fondamentale perché il minore abusato probabilmente presenterà delle problematiche così complesse che non possono essere padroneggiate dalla sola famiglia senza l’aiuto di un operatore esterno.
- Mettere il minore in situazione di sicurezza.
Nessun intervento psicoterapico può essere attuato se il bambino non viene adeguatamente protetto.
E’ impensabile curare un bambino mentre viene maltrattato fisicamente o subisce abusi o molestie sessuali.
Prima di qualsiasi intervento bisogna interrompere gli abusi.
- Instaurare con il minore una relazione empatica che gli consenta a poco a poco di aprirsi e di comunicare gli abusi subiti, i maltrattamenti, gli abbandoni che ha vissuto, ma anche i sentimenti ad essi correlati.
- Il trauma deve essere affrontato direttamente e non lasciato come “sottinteso”.
Qualunque cosa sia successa al minore parlarne gli farà bene, anche se occorre scegliere con accuratezza il momento giusto rispettando i tempi del bambino.
- “Ricostruire il mondo interno del minore” che è stato pesantemente danneggiato dall’abuso sessuale e dal maltrattamento
Aiutare il minore a fidarsi nuovamente del mondo.
Le vittime di gravi maltrattamenti e abusi sessuali, in particolare se intrafamigliari come l’incesto, non si fidano di nessuno e questo li espone a una situazione di ansia cronica ed a potenziali nuovi abbandoni affettivi
(rifiutano gli adulti che si prendono cura di loro per paura di essere nuovamente fregati, e questo li espone al rischio di essere allontanati e rifiutati). (Cristina Roccia http://it.netlog.com/go/out/url=http%3A%2F%2Fwww.synergiacentrotrauma.it%2Fmodules%2Fwfsection%2Farticle.php%3Farticleid%3D91

lunedì 12 dicembre 2011

Turismo sessuale, il mercato delle bambine


Una bambina asiatica costa tra i 5 e i 20 dollari. E chi le "acquista" non è necessariamente un pedofilo. No. Il profilo dell'italiano che parte in cerca di pre adolescenti con cui fare sesso a poco prezzo è elementare e insospettabile: uomo, di ceto medio, sopra i 20 e fino ai 40 anni. Di solito sono padri di famiglia con figli della stessa età delle piccole che poi pagano per divertirsi, lavorano quasi tutti e la mattina escono da casa salutando le loro mogli, in giacca e cravatta.

Il punto della situazione. A disegnare il quadro dello sfruttamento sessuale nel mondo è Daniela Bernacchi, Direttore Generale di Intervita 1, organizzazione non governativa di cooperazione allo sviluppo, aconfessionale, apartitica e indipendente. Nata a Milano nel 1999, opera nei paesi del Sud del mondo, con partner locali, per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni delle aree più povere. Prendiamo la Cambogia. Ogni anno volano in questo stato del sud-est asiatico oltre 20mila italiani. Il 60 per cento sono uomini, il che indica l'evidente sbilanciamento del turismo in queste zone. Di quelli che partono in cerca di bambine, solo il 5 per cento sono pedofili, persone interessate da specifiche patologie.

L'offerta è altissima. Il 35 per cento dei turisti di casa nostra diretti in Cambogia, invece, cercano sesso coscientemente. Alcuni si documentano su internet, altri prima di prendere un qualsiasi volo low
cost sanno già quali quartieri frequentare per comprare una bambina. E trovarne di indifese è facile. L'offerta di trovatelli è altissima perché in Asia, ma anche in America Latina i minori sono molti di più che in Europa, mentre i controlli si riducono a zero. E poi costano meno. Pochi dollari al massimo. Ecco perché un europeo preferisce la Camboglia alla Repubblica Ceca. Non solo. "L'idea - spiega Daniela Bernacchi - è che pagare un rapporto con un minore sia una cosa quasi lecita, anzi un'opera di bene.

E' come un'opera di bene. Gli uomini, anche italiani, si sentono puliti. Il ragionamento è questo: "Loro sono poveri, io gli do dei soldi e le bambine saranno contente". Anche perché, le piccole cambogiane, thailandesi o vietnamite hanno una caratteristica: sorridono sempre e quindi sembrano anche felici. Non solo. E' la povertà (nel 55% dei casi) a facilitare lo sfruttamento dei minori. Tra le ragioni che spingono certe famiglie a cedere la propria piccola c'è infatti l'indebitamento che pesa nel 30 per cento dei casi.

Le vittime e il reclutamento. Stando ai dati raccolti dall'associazione, le vittime dello sfruttamento sono quasi sempre donne, tra i 7 e i 17 anni (56%) ma, ironia della sorte, sono donne (di circa 30 anni e povere), anche gli "orchi" (77% dei casi), le figure chiave nel reclutamento delle minori, sia sul fronte del traffico di esseri umani che su quello del reperimento per lo sfruttamento sessuale in loco. Questo perché, le bambine sono attratte dal loro stesso sesso con più facilità. Oppure capita che quando un "orco" bussa alla porta di una famiglia povera, i genitori indebitati cedano alla tentazione di vendere la propria figlia.

Le ragioni di una tragica scelta. Le dinamiche del reclutamento sono sempre le stesse. Circa l'80% delle vittime ha seguito volontariamente i trafficanti per motivi economici: il 48,4% per povertà e il 19,4% per ripagare un debito. Il 64,1% delle vittime ha quindi accettato inconsapevolmente di lavorare nel mercato del sesso. Insomma, lasciano le loro case convinte di aver trovato un impiego in qualche bar, ristorante o come donne delle pulizie. Invece poi finiscono nei bordelli, vittime di sfruttamento sessuale e di varie forme di abusi. "Il reclutamento - spiega la Bernacchi - arriva in zone rurali povere con alto tasso di analfabetismo. Il fenomeno nel sud-est asiatico è in crescita, ma anche in America Latina. Dal 2008 ad oggi, si registra inoltre un abbassamento dell'età media delle bambine sfruttate dai 18 ai 13 anni".

I progetti. Intervita Onlus lavora per sensibilizzare i turisti, i tour operator e la popolazione locale. Con una campagna radiofonica e lavorando in rete con altri operatori turistici e altre 40 Ong decise a mappare il fenomeno del turismo sessuale. Uno dei progetti già in corso si sviluppa al confine tra Vietnam e Cambogia. Lì, sulla frontiera, Intervita lavora per recuperare le bambine vittime di tratta, portate dagli "orchi" da un paese all'altro. Le ragazzine vengono accolte, alcune rimandate nel paese di origine, altre reintegrate in nuove famiglie. Ed ecco l'appello di Intervita: denunciare gli abusi.

L'invito è rivolto ai turisti del mondo. E agli italiani. Pochi sanno infatti che esiste dal 1998 una legge, la 269 2, che prevede che lo sfruttamento minorile sia un reato perseguibile in Italia, anche se commesso all'estero. Stando alle "Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù", basta una fotografia o una registrazione per rovinare la vita ad un uomo che ha già rovinato quella di tante altre bambine

fonte :http://www.repubblica.it/
http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/08/19/news/turismo_sessuale_il_mercato_delle_bambine_dal_sud_est_asiatico_all_america_latina-20607104/

giovedì 8 dicembre 2011

Pedofilia per una Legislazione più mirata


Di Passaseo Aurelia Presidente Ciatdm
Si chiama “Norme contro la sfruttamento della prostituzione, della pornografia , del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù “.

E’ una legge fatta per combattere lo sfruttamento della prostituzione e sessuale dei minori, per combattere la pornografia minorile ed il turismo sessuale in danno di minori, tutti reati che in virtù di questa legge vengono equiparati nuove forme di riduzione in schiavitù, è la legge n. 269 che il nostro parlamento ha approvato in data 3 agosto del 1998.

In sostanza è una legge buona, ed è avanzata, è una legge di cui il nostro paese si è dotato per combattere tutte quelle nuove forme di mercificazione ed utilizzo di minori. Essa punisce pesantemente per certi aspetti coloro che utilizzano i bambini per i loro sporchi traffici, ma però come quasi tutte leggi pur essendo una buona ed avanzata legge, perché ha introdotto nel nostro ordinamento penale nuove fattispecie di reato quali la :> è tuttavia una legge debole perché a mio avviso non tutela e salvaguarda appieno il bambino sul piano della pedofilia.

Seppur dalla stampa all’epoca ed ancora oggi è stata ed è decantata come una legge contro la pedofilia va detto per correttezza che questa legge non è affatto una legge contro la pedofilia in quanto la stessa pur colpendo coloro che detengono materiale pornografico e sfruttano i minori degli anni diciotto al fine di realizzare esibizioni o di produrre materiale pornografico, o chi fa commercio o divulga anche per via telematica, o pubblicizza materiale pornografico, non colpisce ad esempio coloro che lo stesso materiale pornografico lo introduce o immette in rete, non colpisce il cliente che soggiace con il minore, e poi le pene previste per coloro che cedono ad altri anche a titolo gratuito materiale porno grafico anche mediante lo sfruttamento sessuale di minori o si procura o detiene lo stesso materiale pornografico sempre prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori è punito con pene detentive che vanno da sei mesi fino a tre o con multe, che sono tipiche dei reati fiscali.

La legge inoltre non prevede ad esempio che il provider che è colui che offre spazi gratuiti o a pagamento per costruire pagine web, adotti un codice di autodisciplina o autoregolamentazione per rilasciare gli spazi, non è previsto ad esempio che possa esistere un registro telematico dei proprietari di queste pagine web, ed così che in questo modo si permette a chiunque di rimanere nell’anonimato o la possibilità di aprire un sito web anche a nome di un’altra persona tanto nessun provider, salvo alcuni, al momento della registrazione per avere lo spazio non viene richiesto un documento d’identità comprovante le generalità richieste al momento della registrazione. Restando sempre nel tema di ciò che la legge non prevede, possiamo dire ad esempio la stessa non prevede che il pedofilo già condannato possa essere schedato, e non prevede nemmeno che la persona indagata possa essere schedata ed inserita in una banca dati a disposizione della magistratura inquirente e delle forze dell’ordine, ed infine non si prevede nemmeno che le foto dei bambini che si trovano in internet possano essere catalogate.

La Conferenza generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro che si è ttenuta a Ginevra nel giugno del 1999, e alla quale ha partecipato anche il nostro Governo, ha approvato una Raccomandazione che ha il numero 190/99, e che è > .

La raccomandazione all’articolo 11 prevede che :” I Membri dovrebbero, compatibilmente con la legislazione nazionale, e con procedura di urgenza, contribuire agli sforzi internazionali volti alla proibizione e all’eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile attraverso : la raccolta e lo scambio di informazioni sulle violazioni di rilevanza penale, comprese quelle riguardanti le reti internazionali; l’identificazione e la conseguente azione penale a loro carico, delle persone implicate nella vendita e tratta dei minori, nell’impiego, nell’ingaggio o nell’offerta di minori ai fini di attività illecite, della prostituzione, della produzione di materiale pornografico o di spettacoli pornografici ; la schedatura degli autori di tali violazioni”.

Resta da dire in merito a questa raccomandazione che seppur il nostro governo ha partecipato ai lavori di stesura e di approvazione, ancora non ha provveduto a configurare nel nostro ordinamento penale o nella legge 269/98 la fattispecie del reato di pedofilia, e del reato di pedofilia in internet, e nemmeno si è adoperato con azioni di prevenzione per combattere e contrastare questa ormai troppo dilagante piaga.

Da ultimo va detto che se da una parte con la legge 269/98 si provveduto ad acconsentire ed l’attrezzare le forze di polizia di strumenti atti e validi per la creazione di siti trappola allo scopo di individuare e contrastare i siti dei pedofili, paradossalmente con la stessa legge non si consente alle stesse forze di polizia di poter conservare le prove ed il corpo del reato.

Allora che fare?

Semplice, occorre che il nostro Parlamento rafforzi la legge 269/98, se non addirittura pensi a varare prima della fine della legislatura una legge ad hoc e più mirata, ove si possa prevedere che i provider ovvero coloro che offrono gli spazi in internet debbano dotarsi di un registro telematico con il nome dei loro utenti, e di un codice di autodisciplina per concedere spazi alle persone che vogliono creare un proprio sito ; prevedere la schedatura dei pedofili già condannati, e l’inserimento in una banca dati dei nomi delle persone indagate o sospette che trafficano e mercificano i minori allo scopo di metterla a disposizione della magistratura inquirente e delle forze di polizia ; prevedere che le foto dei minori introdotte nella rete telematica debbano essere catalogate ; prevedere il reato di pedofilia, e di pedofilia in internet colpendo così anche chi introduce materiale pornografico nella rete telematica ; colpire anche il cliente che soggiace con il minore ; ed infine prevedere che le forze dell’ordine oltre che combattere e contrastare i siti pedofili, possano anche conservare le prove ed il corpo del reato. Inoltre è opportuno che il nostro Paese attraverso il nostro Governo ed il nostro parlamento si faccia promotore presso gli altri paesi del mondo affinché si giunga quanto prima ad un trattato mondiale di autoregolamentazione e controllo o di una normativa che regoli il sistema telematico.

In Italia il Codice Penale prevede alcune norme descriventi le tipologie che ledono l?incolumità psichico-fisica dei minori. Gli articoli di rilievo riguardanti la trascuratezza e il maltrattamento dei minori sono: l?art. 570 c.p. (violazione degli obblighi di assistenza familiare); art 571 c.p. (abuso dei mezzi di correzione); art. 572 c.p. (maltrattamenti in famiglia).

Per quanto riguarda invece il tema specifico delle violenze sessuali va sottolineato che la recente legge n. 66/1996 permette il superamento della precedente e limitata normativa ovvero del ricorso agli articoli:

- 564 c.p. (reato di incesto);

- 519 c.p. (reato di violenza carnale);

- 521 c.p. (reato di atti di libidine violenti);

- 530 c.p. (reato di corruzione di minorenni)

Il nuovo strumento legislativo è il frutto di un lunghissimo iter che ha avuto inizio nel 1979, anno in cui furono presentati i primi progetti di riforma. La prima rilevante differenza tra vecchia e nuova normativa è costituita dalla collocazione del reato di violenza sessuale fra i delitti contro la libertà personale invece che tra quelli contro la moralità pubblica ed il buon costume. Ciò rappresenta un cambiamento importante di significato ideologico-culturale che era già diffuso nella coscienza sociale ancor prima dell?approvazione definitiva della nuova legge.

La legge n. 66/1996 ha sostituito i reati di violenza carnale, quello di atti di libidine violenta e la congiunzione carnale commessa con abuso della qualità di pubblico ufficiale con la fattispecie unica di ?violenza sessuale?, punita con la reclusione da 5 a 10 anni (art. 3). Per i casi di minore gravità è prevista una diminuzione della pena non eccedente i due terzi. La pena, però, è della reclusione da 6 a 12 anni se il reato è commesso in danno di minore degli anni 14 o di minore di 16 anni quando il colpevole è l?ascendente, il genitore anche adottivo o il tutore della vittima. La pena, inoltre, è da 7 a 14 anni quando la vittima è un minore di 10 anni. (art. 4).

Precedentemente, la dimensione del rapporto tra le persone coinvolte era sopraffatta dalla centralità della forma del reato; l?evento non è più costituito solo dall?azione violenta agita da un individuo (violenza carnale o atti di libidine violenti) ma da un atto sessuale tout court per la cui individuazione occorre fare riferimento alle discipline scientifiche che studiano questa espressione del comportamento umano. Ora diviene parte integrante del reato anche il rapporto psicologico, la relazione tra agente e persona offesa al momento del fatto. La gravità dell?offesa non è commisurata solo a congiunzioni e penetrazioni ma si riferisce alla lesione della libertà personale della vittima, e alla violazione della sua intimità, dignità e integrità psicofisica attraverso l?attività sessuale prevaricatrice dell?abusante. D?altra parte anche la persona offesa non è considerata soltanto come soggetto passivo dell?azione criminosa, ma acquista la dignità dell?essere vittima e destinataria di forme precise di protezione.

La nuova legge mira a proteggere i minorenni, in particolar modo quelli più piccoli (infradecenni e infraquattordicenni). Per i minori di anni 14 è rimasta ferma la presunzione di violenza sessuale, sul presupposto che un fanciullo non può dare un consenso valido. Quando vi sia violenza, minaccia o abuso di autorità nei confronti di un minore degli anni 14 si tratta di violenza sessuale aggravata, mentre non è punibile il minorenne che compie atti sessuali consensuali con un minore che abbia i 13 anni, purché la differenza di età tra i due non superi i tre anni (art. 5). Per quanto riguarda i minori di anni 16 sono punibili gli atti sessuali compiuti con gli stessi dall?ascendente, dal genitore anche adottivo, da colui al quale il minore è affidato per ragioni di cure, educazione, istruzione, vigilanza o custodia o da colui che abbia con il minore una relazione di convivenza (art. 4).

Per quanto attiene alla fattispecie di corruzione di minorenne è prevista la pena della reclusione da sei mesi a tre anni se gli atti sessuali sono compiuti in presenza di un minore di anni 14 al fine di farlo assistere agli stessi (art. 6).

La nuova riforma ha introdotto forme di tutela più ampie e tra queste possiamo menzionare le pene accessorie (art. 10). E? prevista, infatti, la perdita della potestà genitorialità, quando la qualità di genitore è elemento costitutivo del reato; l?interdizione perpetua dagli uffici di tutore o curatore, la perdita del diritto agli alimenti e l?incapacità a succedere nei confronti della persona offesa dal reato.

Inoltre è stata prevista l?assistenza affettiva e psicologica in ogni stato e grado del processo, e l?adattamento degli istituti processuali che riguardano la posizione della vittima-testimone del fatto. Così il minore di 16 anni può essere sentito come testimone in sede di incidente probatorio, così come lo svolgimento del processo deve essere svolto sempre a porte chiuse (artt. 14 e 15). E? il giudice che ?stabilisce il luogo, il tempo e le modalità particolari attraverso cui procedere all?incidente probatorio, quando le esigenze del minore lo rendono necessario ed opportuno. A tal fine l?udienza può svolgersi anche in luogo diverso dal tribunale, avvalendosi il giudice, ove esistano, di strutture specializzate di assistenza, o in mancanza, presso l?abitazione dello stesso minore. Le dichiarazioni testimoniali debbono essere documentate integralmente con mezzi di riproduzione fonografica o audiovisiva. Quando si verifica una indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico, si provvede con le forme della perizia ovvero della consulenza tecnica?.

Dunque, la riproduzone audiovisiva è diventata una modalità primaria di documentazione, quando viene esaminato un minore infrasedicenne nella forma dell?incidente probatorio. Questa tecnica permette l?acquisizione e la conservazione della prova testimoniale il cui utilizzo può essere protratto nel tempo, ad esempio, in dibattimento. Inoltre questa forma protetta dell?audizione del minore consente di tener conto del linguaggio non verbale delle giovani vittime al fine di procedere alla valutazione della credibilità delle loro dichiarazioni. Infine l?adattamento delle strutture processuali alle esigenze del minore permette non solo di fornire l?assistenza psicologica ed affettiva al minore, ma anche di effettuare un miglior controllo del processo di formazione della prova, con parallelo vantaggio dei diritti della difesa.

Altra innovazione normativa riguarda la previsione che il Procuratore della Repubblica deve dare avviso al Tribunale per i Minorenni dei reati commessi in danno di minori. In effetti la tutela del minore impone la necessità di comunicazioni e coordinamento tra i vari uffici che devono esaminare a vario titolo il caso di violenza denunciato.



Per quanto riguarda le disposizioni legislative presenti nel nostro Paese contro lo sfruttamento sessuale dei minori si ricorre alla recente legge n. 269 dell?agosto 1998.

Questo testo punisce chiunque induce, favorisce o sfrutta la prostituzione infantile (art. 2), nonché la produzione, diffusione e possesso di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, anche attraverso la diffusione per via telematica (art. 3 e 4).

In particolare colui che induce alla prostituzione una persona in età inferiore ai 18 anni o ne favorisce o sfrutta la prostituzione è punito con la reclusione da 6 a 12 anni e con la multa da 30 a 300 milioni; ma anche chi compie atti sessuali con un minore di età compresa fra i 14 e i 16 anni in cambio di denaro o altra utilità economica, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o con la multa non inferiore a 10 milioni. Inoltre chiunque sfrutta minori di 18 anni per esibizioni pornografiche o per produrre materiale pornografico è punito con la reclusione da 6 a 12 anni e con la multa da 50 a 500 milioni.

La diffusione di immagini pornografiche che rappresentano minori su Internet è punita con la reclusione da 1 a 5 anni e con la multa da 5 a 100 milioni.

Per quanto riguarda il turismo sessuale viene punito chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla prostituzione minorile con la reclusione da 6 a 12 anni e multa da 30 a 300 milioni.

Infine questo testo legislativo consente di punire i reati inerenti la prostituzione e la pornografia minorile anche quando il fatto è commesso all?estero da cittadino italiano.

La recente approvazione di questo testo di legge permette all?Italia di allinearsi all?orientamento delle linee di tutela giuridico internazionale di perseguibilità penale della pornografia minorile (tav. 2), nonché di perseguibilità penale extraterritoriale per coloro che commettono reati di violenza e/o sfruttamento sessuale di minori (tav. 3).
http://www.abusi.it/diritti.html

mercoledì 7 dicembre 2011

IL VESCOVO CATTOLICO CON 600 FOTO PEDOFILE NEL PC

5 maggio 2011 - Raymond Lahney, alla guida di una diocesi canadese, si è dichiarato colpevole davanti al tribunale.
Un vescovo cattolico si è dichiarato colpevole a Ottawa mercoledì di possesso di materiale pornografico infantile. Monsignor Raymond Lahey, che è stato alla guida della diocesi di Antigonish, in Nova Scotia, è stato accusato dopo che gli ispettori doganali hanno esaminato il suo computer portatile mentre ritornava in Canada da un viaggio all’estero nel 2009.
PC CON SORPRESA – Gli ispettori hanno trovato 588 immagini grafiche dei bambini, 33 video e testi di racconti che parlavano di bambini schiavizzati. I funzionari della dogana hanno stimato che alcuni ragazzi nelle fotografie avevano solo 8 anni.
Un mese prima del suo arresto, il vescovo Lahey aveva negoziato 15 milioni di dollari di risarcimento con persone che erano state abusati sessualmente da preti della sua diocesi nel lontano 1950. Il Vescovo Lahey, che ha lasciato il suo posto in Antigonish, è uscito su cauzione, ma mercoledì ha chiesto di essere arrestato immediatamente. Rischia da uno a 10 anni di carcere. Il vescovo aveva misteriosamente rassegnato le dimissioni il 27 settembre, adducendo ragioni personali non ben specificate, giusto poco prima di essere arrestato perché trovato in possesso di materiale pornografico infantile.
LA CHIESA SAPEVA - Durante un controllo random, mentre sbarcava da un volo internazionale, i funzionari della dogana canadese ( che hanno facoltà per legge di controllare anche eventuali contenuti digitali dei computer portatili) gli avevano trovato nel notebook immagini di bambini coinvolti in atti sessuali. A questo punto la polizia di Ottawa aveva spiccato un mandato di cattura, ma gli aveva lasciato comunque il tempo di rassegnare le dimissioni, prima di arrestarlo il 15 settembre scorso per poi rilasciarlo su cauzione di 9000 dollari fino alla comparizione in tribunale, prevista per il 4 novembre prossimo. Ma il punto non è questo. La Chiesa sapeva da oltre 20 anni che il vescovo Raymond Lahey, era in possesso di materiale pornografico infantile. Lo ha sostenuto un sacerdote, Kevin Molloy, dicendosi scioccato del fatto che Lahey sia stato incriminato in questi giorni per possesso di immagini pedo-pornografiche, dal momento egli stesso lo aveva messo in guardia contro questo crimine già negli anni ottanta. “Se l’ho avvertito vent’anni fa di non farlo – ha dichiarato il sacerdote – perchè non ha fatto nulla in proposito? È spaventoso”.
RECIDIVO - Secondo la stampa locale, all’epoca, anche l’arcivescovo di St. John’s, Martin Currie, era al corrente che un vescovo fosse in possesso di materiale pornografico con minori. Nel corso di un’inchiesta nell’89 per un caso di abuso in un orfanotrofio in Terranova ribattezzato «la casa degli orrori», Shane Earle, un ex-ospite dell’istituto testimoniò che quando era adolescente nel 1985, aveva visto nella casa di Lahey qualcosa che lo aveva disturbato e ne aveva parlato direttamente con Molloy. Questi si era rivolto direttamente al vescovo : “lo chiamai e gli raccontai che Shane Earle era venuto a confidarsi con me. Lahey era seriamente preoccupato per questa notizia e mi chiese di non parlarne con nessuno e di tenere contatti solo con lui. Non ho mai saputo più nulla da quel giorno”. Shane Earle era stato sessualmente abusato da bambino nell’ orfanotrofio di Mount Cashel a St. John’s.http://www.giornalettismo.com/archives/124037/il-vescovo-cattolico-con-600-foto-pedofile-nel-pc/

venerdì 2 dicembre 2011

Cassazione: abusi su minori, vademecum per i giudici

Occorre sempre cautela quando si tratta di valutare i casi di abusi sessuali sui minori perchè «il bambino è soggetto suggestionabile» e se trattato con «metodiche non corrette e con domande suggestive, tende ad adeguarsi alle aspettative dell'interlocutore e a riferire quello che l'adulto si aspetta». La Cassazione affronta il tema delle violenze sui minori ribadendo come, in questi casi, i giudici devono avere un estremo rigore per garantire la tutela dei bambini ma anche per elaborare una valutazione attenta delle loro dichiarazioni. E questo perchè i bambini - sottolinea la Quarta sezione penale nella sentenza 44644 - hanno una memoria malleabile e possono incorporare nella loro mente le informazioni ricevute dagli intervistatori fino a creare falsi ricordi. Certamente, però, secondo la Cassazione la testimonianza delle piccole vittime non può essere tralasciata o messa in secondo piano.
L'occasione per queste indicazioni è offerta ai supremi giudici dal ricorso presentato da un padre milanese contro la condanna inflittagli dalla Corte d'appello di Milano per violenza ai danni della figlia minore. Secondo il padre, che si dichiarava innocente, la bimba non poteva essere ritenuta attendibile perchè negli anni aveva più volte cambiato versione, era stata sottoposta anche a psicoterapia e quindi, secondo lui, era stata suggestionata nel percorso di analisi ed anche influenzata dalla madre. Ma la Cassazione ha respinto questa tesi confermando la condanna e, tuttavia, richiamando al «rigore valutativo» i giudici che si occupano di questi abusi.

mercoledì 30 novembre 2011

FRANCIA, MOLESTIE SU 38 BAMBINI: MONACO ALLA SBARRA

PARIGI - Inizia oggi in Francia, il processo al monaco Pierre-Etienne Albert, ex membro della Comunità delle Beatitudini, accusato di aver abusato sessualmente per diversi anni di 38 bambini, dai cinque anni in su. Il monaco, che oggi sarà nell'aula di Rodez, nel sud del paese, rischia fino ai dieci anni di reclusione. Lo scandalo è scoppiato nel 2007, quando all'abbazia di Bonnecombe, nell'Aveyron, un fedele ha cominciato a sospettare il religioso di compiere atti di pedofilia e a fare pressioni su di lui per ottenere una confessione. Nel 2008 Pierre-Etienne Albert ha alla fine confessato tutto, chiedendo pubblicamente il perdono. Dal 1986 ha contato almeno una cinquantina di giovani vittime. L'inchiesta ha poi portato a galla anche le responsabilità di alcuni dirigenti della comunità, fondata nel 1973 in Francia. Il religioso pedofilo aveva infatti più volte lanciato segnali di allarme ai superiori, confidando le sue debolezze. Ma quei segnali non erano mai stati colti.
http://www.leggo.it/articolo.php?id=151197

martedì 29 novembre 2011

sabato 26 novembre 2011

I pedofili che cercano prede con il satellite



Geolocalizzazione, social network, applicazioni per trovare gli amici: questi i nuovi strumenti che mettono in pericolo bambini e ragazzini La tecnologia si evolve e con essa i pericoli collegati. I pedofili sfruttano i nuovi servizi di localizzazione e le applicazioni per trovare gli amici sui social network al fine di identificare possibili vittime.

I bambini e i ragazzini che utilizzano servizi online (sia da computer che da smartphone), potrebbero non prestare attenzione all’opzione di geolocalizzazione spesso inclusa, ovvero l’aggiunta a tutto ciò che pubblicano delle coordinate geografiche in cui si trovano. I malintenzionati che li tengono d’occhio, con un semplice navigatore satellitare, potrebbero stabilirne l’esatta posizione (con errori di pochi metri). Così facendo, i pedofili sono in grado di crearsi vere e proprie mappe delle potenziali vittime, sfruttando la diffusione dei sistemi di posizionamento inclusi ormai in qualsiasi cellulare. Il Child Exploitation and Online Protection Centre (CEOP) spiega ai ragazzi: “se volete utilizzare applicazioni con sistemi di posizionamento, ricordatevi di utilizzare le opzioni di privacy ed escludere chiunque non conosciate dai vostri contatti”.

L’associazione racconta che, con questo sistema, alcuni pedofili sono arrivati a bambini di appena 10 anni. “Vogliamo che i bambini e i genitori siano consapevoli dei rischi che aumentano attivando certe funzionalità sui cellulari. Molte piccole vittime vulnerabili sono state prese di mira da pedofili che hanno regalato loro cellulari, tramite i quali ne tracciavano gli spostamenti”. Mai abbassare la guardia: la sempre maggiore condivisione di informazioni tramite internet o a livello mobile può comportare rischi concreti.
giornalettismo.comhttp://www.alexsandra.it/forum/viewthread.php?thread_id=5888

lunedì 21 novembre 2011

Proteggere i propri figli dai pedofili


I genitori stanno diventando sempre più allarmati quando sentono la parola "pedofilia" e leggono o vengono a sapere di persone che abusano sessualmente dei bambini. Gli adulti che hanno comportamenti sessuali con i bambini non commettono solamente un reato per via della legge, ma causano una sofferenza che può durare anche tutta la vita.

Negli ultimi anni si parla in modo più aperto ed esplicito dei pedofili e degli abusi sessuali sui minori e del fatto che questi comportamenti causano grandi sofferenze ai bambini. E' importante ricordare che i bambini subiscono con più probabilità abusi da parte di persone che conoscono piuttosto che da parte di sconosciuti, anche se molte persone fanno ancora fatica a crederlo.

I bambini non sono in grado di proteggersi completamente dagli abusi sessuali, per questo motivo è necessario che i genitori facciano tutto il possibile per educare i figli e proteggerli da quegli adulti che potrebbero approfittare di loro. E' molto importante affrontare il problema in modo equilibrato anche perchè i bambini hanno bisogno di adulti affettuosi che si prendono cura di loro e che possono rappresentare un meraviglioso investimento per la loro vita.

Chi sono i pedofili

I pedofili sono persone che abusano sessualmente dei bambini sia di uno che di entrambi i sessi. Solitamente sono uomini che sono sessualmente attratti dai bambini, li cercano con abilità per agire comportamenti sessuali per il proprio piacere personale. Alcune volte sono convinti di non commettere un abuso per il semplice fatto che non sono persone violente o apertamente ostili. Spesso ritengono che se i bambini non si oppongono significa che sono consenzienti e quindi essenzialmente d'accordo. Spesso i pedofili sono convinti di non fare niente di male con il loro comportamento. La maggior parte di loro però sa bene sa che sta infrangendo la legge e commettendo un reato. Spesso nel corso della loro vita abusano di un grande numero di bambini. Alcune volte i pedofili vengono chiamati molestatori di bambini.

La parola molestia viene utilizzata per includere tutte le forme di attività sessuale. L'abuso sessuale include il fare proposte sessuali, mostrare materiale pornografico, accarezzare e toccare le parti intime del corpo, masturbare e baciare sessualmente, praticare sesso orale e penetrazione delle zone genitali o anali con oggetti, con il pene o con altre parti del corpo.

Come sono i pedofili?

Sarebbe di grande aiuto se si potessero identificare i pedofili grazie ad un loro determinato atteggiamento o "look". In quel caso potremmo insegnare ai bambini come evitarli. Purtroppo non è così e non c'è nessun modo per descrivere il loro modo di apparire. La persona che molesta i bambini può essere il membro rispettabile della comunità o il "tipo simpatico" nella strada o un membro della famiglia. Facilmente si pensa che i bambini in campagna siano più sicuri, ma i pedofili vivono in tutti gli ambienti, non solamente nelle città.

Ci sono comunque alcune cose che sappiamo dei pedofili:

  • Spesso si trovano in una posizione di potere o di autorità e lo utilizzano per abusare o minacciare il bambino. Cosa può fare un bambino (o una bambina) quando un insegnante gli fa capire che gli darà cattivi giudizi e lo boccerà, o un allenatore non lo farà giocare, o una baby sitter dice che il suo cagnolino potrebbe venir ucciso, a meno che lui/lei non faccia determinate cose (o lo dice come minaccia per impedirgli di raccontarlo a qualcuno) ?
  • I pedofili possono conquistarsi la fiducia del bambino e dei suoi genitori per un lungo periodo di tempo prima di compiere l'abuso. Possono diventare amici del genitore o diventare la persona 'gentile' che li aiuta quando hanno bisogno, al fine di poter raggiungere il bambino o la bambina. Quando hanno conquistato la fiducia dei genitori le loro visite in casa diventano ben accette e possono a volte tenere la bambina quando i genitori sono impegnati, o portare i bambini con sè per una gita.
  • Spesso hanno hobbies e interessi che affascinano e solitamente "agganciano" i bambini mostrando un appassionato interesse nelle cose che a loro piacciono o dando loro "dolcezze" materiali, come soldi o regali.
  • Spesso dicono ad un bambino che la loro è una relazione speciale e che quello che fanno insieme deve rimanere segreto; questo può creare confusione nel bambino, soprattutto se ciò che fanno insieme è un'attività piacevole.
  • Possono far sentire un bambino "speciale". Questo significa che bambini che si sentono non amati, che si sentono senza speranza o cattivi, o che sono stati abusati in casa, sono soggetti molto a rischio. Questi sono i bambini che più facilmente risponderanno a qualcuno che mostri loro attenzione e affetto.
  • I pedofili spesso scelgono di lavorare o girare intorno a luoghi dove c'è la possibilità di avere a che fare facilmente con i bambini, come scuole, gruppi giovanili, luoghi di divertimento, organizzazioni sportive, ecc.
  • I pedofili cercano anche i bambini in quei posti in cui facilmente non vengono sorvegliati, come i parchi, i luoghi di vacanza, la spiaggia e nei dintorni delle scuole. Vanno nei posti in cui i genitori possono essere distratti, come gli eventi sportivi, i grandi magazzini, feste, vendite all'asta, ecc.
  • L'uso delle chat on-line (internet) da parte dei pedofili per 'catturare' i bambini è un'attività molto diffusa. I pedofili vanno spesso nelle chat rooms facendosi passare per dei bambini che cercano altri bambini con cui chattare. In poco tempo passano a parlare di argomenti sessuali e possono costruire una relazione on-line che con il tempo li porta a combinare un incontro con il bambino o la bambina, all'insaputa di altri. Soprattutto gli adolescenti possono pensare di aver trovato una nuova amicizia e mantenere segreta per lungo tempo questa relazione.


Come potete proteggere i vostri figli

Noi possiamo fare molto per preparare i nostri figli ad affrontare alcuni pericoli della vita, ma sfortunatamente non possiamo sempre impedire che ai nostri figli accadano cose negative. Noi cerchiamo di proteggere i nostri figli dall'essere investiti da un' auto e di conseguenza insegnamo loro ad attraversare in modo sicuro la strada (senza spaventarli con tutti i sanguinosi dettagli di un possibile incidente che li renderebbero talmente terrorizzati che non oserebbero mai attraversare una strada). Allo stesso modo possiamo cercare di proteggere i nostri figli dai pericoli della pedofilia.

  • Insospettisciti se un adulto sembra più interessato a trascorrere il tempo con tuo figlio che con te. Potrebbe offrirsi di badare a tuo figlio, o voler stare da solo con tuo figlio o proporsi di portarlo con sè per una vacanza.
  • Fai attenzione alle persone che sono eccessivamente attaccate o amorevoli con tuo figlio o figlia o che gli/le fanno molti regali. Ricorda però che la maggior parte delle persone ha buone intenzioni, quindi non affrettarti a trarre conclusioni.
  • Sii molto esigente nel lasciare i tuoi figli con altri; chiedi sempre loro come si sentono nell'essere accuditi da quella persona. Cerca di capire cosa stanno dicendo attraverso il loro comportamento - quello è il modo in cui i bambini piccoli ci dicono se sono spaventati o a disagio.
  • Insegna ai figli le diverse parti del corpo e quali sono le parti intime e private. Raccomanda loro di raccontare a qualcuno di loro fiducia se qualcuno, persino un parente, cerca di toccare le loro parti intime o suggerisce di fare qualcosa che loro non vorrebbero fare che li spaventa o fa star male.
  • I bambini hanno bisogno di sapere che è importante continuare a raccontare agli adulti ciò che succede loro fino a quando non incontrano qualcuno che li prende sul serio.
  • Insegna ai tuoi figli a cercare di scappare il più velocemente e lontano possibile da qualsiasi persona che li faccia sentire a disagio o spaventati e di raccontarlo alle persone di cui si fidano.
  • Insegna ai tuoi figli a non avere mai segreti su cose che li fanno sentire a disagio o in colpa. Ascolta sempre ciò che ti dicono i tuoi figli e fidati di loro, anche se quello che ti stanno dicendo può turbarti. Fai qualcosa in conseguenza di ciò che ti dicono così che i tuoi figli possano sentirsi appoggiati e sostenuti da te.
  • Insegna ai tuoi figli che gli adulti non hanno sempre ragione: questo li può aiutare se un molestatore dice loro che è una cosa giusta e di non dirlo a nessuno.
  • Insegna a tuo figlio alcuni dei pericoli che si corrono usando le chat rooms (Internet). Spiegagli perchè sei preoccupato. Scopri come puoi fare ad avere un maggior controllo sull'uso di internet da parte dei tuoi bambini.
  • Se possibile, i bambini dovrebbero andare e tornare da scuola sempre insieme ad altri bambini.
  • Insegna ai tuoi figli di non andare da soli nei bagni pubblici. E' opportuno anche che i bambini a scuola vadano ai servizi durante gli intervalli piuttosto che da soli durante la lezione.
  • Insegna ai tuoi figli a dirti sempre dove stanno andando. Se vengono seguiti da qualcuno o hanno paura dovrebbero bussare alla prima porta che incontrano e chiedere di chiamare la polizia. Molti bambini usano il telefono cellulare - assicurati che abbiano il numero di due-tre persone adulte di tua fiducia nel caso avessero bisogno e non riescono a rintracciarti.
  • Rispondi sempre onestamente alle domande dei tuoi figli e con parole che essi possano capire, anche se sei imbarazzato.


Ciò che insegni a tuo figlio o figlia lo può aiutare, ma non ne garantisce la protezione. I bambini non sono abbastanza grandi da proteggersi totalmente da soli. È compito degli adulti proteggerli.

Come fai a sapere se tuo figlio è stato abusato sessualmente

Qualche volta è molto difficile saperlo e i genitori possono sentirsi colpevoli per non averlo capito. Questo non significa necessariamente che non sei un buon genitore o che c'è qualcosa di sbagliato nella tua relazione con tuo figlio. E' importante ricordare che alcuni dei comportamenti riportati di seguito possono essere causati anche da qualche altra cosa che sta succedendo nella vita di tuo figlio. Questo è uno dei motivi per cui è così difficile capire se un bambino è stato abusato sessualmente.

  • I bambini possono mostrare un comportamento sessuale insolito e conoscere cose sul comportamento sessuale che non vi aspettereste alla loro età. Possono essere interessati alle attività sessuali più di quanto lo siano gli altri bambini e voler toccare gli altri con modalità sessuali.
  • I bambini possono avere rossori o dolori inspiegabili intorno alla zona genitale.
  • I bambini più piccoli che sono stati abusati sessualmente possono diventare insolitamente chiusi in se stessi o insolitamente aggressivi, avere incubi o iniziare a bagnare il letto, avere atteggiamenti o mostrare un carattere con comportamenti molto diversi dal solito. I bambini più grandi possono diventare aggressivi, avere difficoltà a scuola e perfino scappare da casa. Alcuni bambini possono diventare introversi e pensare al suicidio o automutilarsi o mettere insolitamente a rischio la propria vita.
  • Ricorda che questi comportamenti non sono necessariamente collegati all'abuso sessuale, ma significano che qualcosa va storto nella vita di tuo figlio e che ha bisogno di aiuto.
  • Tutti i bambini che vengono abusati hanno bisogno di supporto e di aiuto. E' importante che tu dia amore e rassicurazione a tuo figlio o figlia, ma è anche importante avere il sostegno di una persona specializzata nell'aiutare i bambini che hanno subito abusi sessuali.
  • Se hai delle serie preoccupazioni su questi argomenti telefona ai servizi sociali, ai consultori familiari, ai numeri telefonici di aiuto o alla polizia.

Queste sono alcune delle difficoltà che solitamente le persone si trovano a dover affrontare:

  • la persona che sta abusando sessualmente di tua figlia o figlio ha un rapporto con te o è da te ben conosciuta e gode della fiducia delle altre persone
  • non vuoi peggiorare la situazione, causando maggior stress e disagio al figlio ed a tutta la tua famiglia, in particolare quando la persona che abusa è essa stessa un componente della famiglia
  • vorresti proteggere tuo figlio, ma non mettere in guai giudiziari la persona che abusa con una denuncia
  • semplicemente non vorresti essere coinvolto per niente - è più facile non fare niente
  • potresti vergognarti troppo a parlare di abuso sessuale - per la maggior parte delle persone è una cosa difficile
  • potresti trovarti in difficoltà a decidere cosa è più importante, se proteggere il bambino o proteggere l'abusante.


Ricorda che l'abuso sessuale può avere conseguenze emotive sul bambino/a per il resto della sua vita. Tu potresti essere l'unica persona che ha il coraggio di parlare e fare qualcosa per quel bambino.
La cosa più importante è il diritto del bambino di essere protetto.

Conclusioni

  • E' più probabile che i bambini subiscano molestie sessuali da parte di una persona conosciuta piuttosto che da parte di un estraneo.
  • E' molto difficile per i genitori credere che un membro della propria famiglia abbia abusato sessualmente del proprio figlio.
  • Dedica risorse alla relazione con i tuoi figli così che per loro diventi facile parlarti delle loro preoccupazioni.
  • Cerca di parlare di come si deve fare per essere al sicuro, ma fallo in un modo che non li spaventi o senza imporre loro troppe regole rigide.
  • Insegna ai bambini il nome delle parti sessuali del loro corpo così che sappiano come parlarne e si sentano a proprio agio a parlare di queste cose con te.
  • E' molto difficile per un bambino raccontare agli altri di aver subito un abuso. Quasi sempre gli è stato detto che se dovesse parlare succederebbero cose terribili a lui/lei o ad altre persone.
  • I pedofili spesso prima di compiere l'abuso si guadagnano la fiducia del bambino e dei suoi genitori.
  • I bambini che subiscono abusi hanno bisogno di sostegno e aiuto.
  • I bambini che subiscono abusi non vanno mai biasimati o colpevolizzati.
  • http://www.alexsandra.it/articles.php?article_id=134

domenica 20 novembre 2011

20 novembre: giornata mondiale per i diritti dell'infanzia



Il 20 novembre è la XXII Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza che celebra l’importanza del bambino e dell’adolescente e il rispetto e l’attenzione che ne deve avere l’adulto. La Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia è stata approvata il 20 novembre del 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: si tratta di uno strumento giuridico, di un vincolo per gli Stati che la approvano. Ad ogni bambino va garantito: 1. Il diritto all'eguaglianza senza distinzione o discriminazione di razza, religione, origine o sesso; 2. Il diritto ai mezzi che consentono lo sviluppo in modo sano e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale; 3. Il diritto ad un nome e ad una nazionalità; 4. Il diritto ad una alimentazione sana, alloggio e cure mediche; 5. Il diritto a cure speciali in caso di invalidità; 6. Il diritto ad amore, comprensione e protezione; 7. Il diritto all'istruzione gratuita, attività ricreative e divertimento; 8. Il diritto a soccorso immediato in caso di catastrofi; 9. Il diritto alla protezione contro qualsiasi forma di negligenza, crudeltà e sfruttamento; 10. Il diritto alla protezione contro qualsiasi tipo di discriminazione ed il diritto ad un'istruzione in uno spirito d'amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza. Moltissimi bambini e ragazzi non godono di questi diritti basilari. Prostituzione, violenza, maltrattamenti, razzismo, mancanza di cibo, di amore, di istruzione, di libertà sono ovunque, nelle baraccopoli e nelle case del centro, persino in seno alle famiglie che li hanno chiamati al mondo.

Dante Alighieri scrisse sette secolo fa: Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

myblog.it/archive/2011/11/20/20-novembre-giornata-mondiale-per-i-diritti-dell-infanzia.html

sabato 19 novembre 2011

Documento segreto del vaticano sugli abusi sessuali

1962, il Vaticano ai vescovi: coprite gli abusi sessuali.
Documento choc scoperto da un avvocato texano e siglato da Papa Giovanni XXIII: in 69 pagine l'ordine ai vescovi di tutto il mondo perché nascondessero le storie di violenza sessuale.

LONDRA – Sono sessantanove pagine, un documento che inchioda i vertici della Chiesa di Roma, che getta un’onta senza precedenti sul Vaticano. La rivelazione del quotidiano britannico "The Observer" è destinata a far esplodere una bufera inimmaginabile sull’istituzione più potente del mondo: un documento che risale al 1962 e che porta il sigillo di Papa Giovanni XXIII fu spedito a tutti i vescovi del mondo per istruirli a tenere ben nascosti i casi di violenza sessuale all’interno della Chiesa. Il testo, scritto in latino, si trovava negli archivi segreti del Vaticano. “Massima segretezza”: era questo quello che la Chiesa di Roma chiedeva ai propri prelati in materia di abusi sessuali. Nulla doveva venire a galla, tutto andava nascosto nei minimi dettagli. Con la minaccia di scomunica per coloro che non rispettavano l’imposizione.
A scoprire il documento shock, chiamato "Crimine Solicitationies", è stato Daniel Shea, avvocato texano impegnato in una serie di casi di abusi contro minori perpetrati da preti cattolici. La Chiesa cattolico-romana di Inghilterra e Galles ne conferma la genuinità.
In quelle 69 pagine, nero su bianco, c’è l’intenzione di mantenere il più stretto riserbo sugli atti dei prelati che potrebbero danneggiare la Chiesa e dettagliate raccomandazioni su come difendere la segretezza: le indicazioni “devono essere diligentemente nascoste negli archivi segreti della Curia come strettamente confidenziali – si legge nel testo – né dovranno essere pubblicate o in inserite in qualche commento”.
L’avvocato Shea commenta indignato: “Questi dettami sono arrivati ad ogni vescovo del pianeta. E’ la prova che ci fosse una cospirazione internazionale da parte della Chiesa per insabbiare le vicende legate agli abusi sessuali”. Ancora più deciso, Shea aggiunge: “Abbiamo sempre sospettato che la Chiesa cattolica coprisse i casi di abusi sessuali e cercasse di far tacere le vittime. Questo documento lo prova. Minacciare la scomunica a chiunque parli, mostra sino a dove le alte cariche del Vaticano erano pronte ad arrivare pur di evitare che le informazioni sugli abusi diventassero di pubblico dominio”.
Certo la vicenda rischia di diventare esplosiva. Da tempo la Chiesa cattolica è nella bufera per lo scandalo dei preti pedofili. L’arcivescovo di Boston, il cardinale Bernard Law, è stato costretto a dimettersi lo scorso anno dopo avere ammesso di aver coperto alcuni casi di pedofilia nella sua Curia.

http://www.disinformazione.it/documentosegretodelvaticano.htm

giovedì 17 novembre 2011

La Convenzione sui diritti dell'infanzia

Riferimento costante dell’UNICEF per orientare la propria azione è la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

Costruita armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.

Essa prevede anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio.

La Convenzione è rapidamente divenuta il trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati. Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione

La Convenzione è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sui bambini in guerra e sullo sfruttamento sessuale).

Sono quattro i suoi principi fondamentali:

a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.

b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

L’Italia ha ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell'Infanzia quattro Rapporti.http://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm

mercoledì 16 novembre 2011

Consiglio adotta la direttiva. Diventa crimine anche il turismo sessuale Dall’Ue pene più severe contro la pedofi

MILANO - È stato formalmente adottato dal Consiglio, che rappresenta i 27 governi della Ue, il giro di vite dell'Europa contro la pedofilia e la pedopornografia. La direttiva era stata approvata praticamente all'unanimità (541 sì, 2 no, 31 astenuti) il 27 ottobre scorso dalla plenaria del Parlamento europeo. Impone di punire con il carcere una ventina di tipologie di crimini. In particolare costringere un bambino a compiere atti sessuali o a prostituirsi dovrà essere punito con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno 3 anni ed i siti web dovranno essere cancellati. Oltre all'inasprimento delle pene, la direttiva si preoccupa di definire nuove categorie di reati, come l'adescamento online ed il turismo sessuale, che nei 27 paesi della Ue potrà essere punito dai tribunali nazionali anche quando il reato viene commesso all'estero.

AGGRAVANTI - Una particolare aggravante è prevista quando gli abusi sui minori vengono compiuti da persone che abbiano la fiducia dei bambini, ricoprano una posizione di autorità o esercitino una qualche forma d'influenza su di loro (ad esempio familiari, tutori o insegnanti) o abusino di bambini particolarmente vulnerabili (per dipendenze da alcol o droghe, o per disabilità fisiche o mentali). Per quanto riguarda i siti web pedopornografici (dove, secondo le stime, ogni giorno vengono pubblicate 200 nuove immagini), se i server che li ospitano saranno sul suolo dell'Ue le autorità giudiziarie dovranno disporne la cancellazione delle pagine. Se invece il server sono fisicamente in paesi esterni alla Ue, le polizie postali dovranno agire per bloccare l'accesso ai siti. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguare le loro legislazioni (fonte: Ansa).http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_15/direttiva-ue-antipedofilia_c3b7661a-0f9e-11e1-a19b-d568c0d63dd6.shtml

Un finanziamento pubblico di 30.000 euro per realizzare un sito Internet contro la pedofilia che, in realta’ e’ costato 3.000 euro ed era gestito da un parroco torinese condannato a tre anni e otto mesi di reclusione per avere baciato un ragazzino di 12 anni: e’ uno degli episodi dell’inchiesta della Procura Generale di Torino su una truffa ai danni della finanziaria Finpiemonte, controllata dalla Regione Piemonte.

L’INDAGINE – La Procura Generale, che aveva avocato l’inchiesta, ha ora chiuso le indagini a carico di 100 persone sospettate di aver incassato indebitamente, a vario titolo, con fatture ‘gonfiate’, finanziamenti a fondo perduto per due milioni di euro fra il 2003 e il 2011. Per altre 30 persone le indagini sono tuttora in corso mentre altre decine di posizioni, giunte negli ultimi giorni, sono al vaglio dei magistrati.

IL VIGILE - Nell’inchiesta e’ entrato anche il caso di un vigile urbano, tuttora in servizio, che ha chiesto e ottenuto un contributo di 21.000 euro per pagine web, costate 3.000 euro ma fatturate per 42.000, che, fuori dall’orario di lavoro, gestiva una discoteca ristrutturata proprio con i fondi ottenuti truffando Finpiemonte. C’e’ poi un gruppo di elettricisti torinesi che ha ottenuto un cospicuo finanziamento per partecipare a un’improbabile fiera a Las Vegas (Stati Uniti) e una carrozzeria che ha fatturato un sito internet per 60.000 euro (sempre per meta’ finanziato da Finpiemonte) per poi sostituirlo poco dopo con un altro portale, realizzato da un amatore e pagato 700 euro.(ANSA).http://www.giornalettismo.com/archives/168781/...

lunedì 14 novembre 2011

Girando sul web, ho letto questa testimonianza di abuso , scritta da una donna , la quale scrive una lettera per il suo “pedofilo”. La lettera è abbastanza lunga ma non intendo tagliarla in quanto perderebbe di significato.

“Questo è il mio regalo per te, al decimo anniversario della tua morte… e mi dispiace quasi che tu non sia qui con me a godere del mio trionfo, della mia liberazione… della mia vendetta.Sei ancora, da morto, un grandissimo figlio di buona donna, egoista, freddo, calcolatore, viscido, perverso e troppo, troppo stupido per poterti permettere di essere cattivo.Ti sei rovinato la vita, la famiglia e l’immagine…..e purtroppo, hai rovinato anche la vita di tuo figlio, di sua moglie, ma soprattutto dopo questa lettera… hai rovinato anche la vita dei tuoi nipoti… perché queste poche… o tante righe, non so ancora…. Butteranno su tutto quello che ti ha sempre circondato un’ombra perenne, spessa e incancellabile di vergogna…. E non ho voglia di pensare che sono stata Io a fare tutto questo… no… sei stato tu a rovinare, tra le altre, anche la mia piccola e fragile vita quando avevo appena nove anni…sei e sarai sempre anche da morto uno schifoso pedofilo …. E questa è l’unica frase che racchiude tutte le tue caratteristiche.Chissà se nella tua vita hai mai concluso qualcosa di buono… francamente non lo so….e non mi interessa saperlo… e sono anche convinta che qualsiasi piccolo gesto umano che tu possa avere compiuto non sarà mai in grado compensare tutta la sofferenza che hai creato. Non solo in me… ma in tante altre persone .Sono 23 anni che mi chiedo che male posso aver fatto per potermi meritare tutte quelle attenzioni morbose che mi davi assiduamente… tutte quelle carezze e quelle mute richieste di silenzio che mi rivolgevi. Ti dirò una cosa… non le ho mai rispettate… non le rispetto neanche oggi, continuando imperterrita ad infangare il tuo nome con tutte le persone che hanno voglia di ascoltarmi… ma c’è e c’è sempre stato un problema… la gente ti ascolta… ma non ti aiuta. Non ti aiuta per paura… per rispetto… per incredulità…. Non ti aiuta perché non vuole sconvolgere il mite e placido equilibrio famigliare che negl’anni hanno costruito con tanta fatica. Mi hanno sempre insegnato che la “vera verità”, come dice sempre mia madre, fa male…. E forse, anzi ne sono certa, fa ancora più male quando tutto il dolore e la sofferenza riguarda la tua bambina… che non sei e non sei mai stata in grado di proteggere. Ho passato seduta accanto a te tanti Natali… tante Pasque… tante feste e mi chiedevo di continuo perché nessuno notasse i miei silenzi… le mie fughe da tavola.. le mie inappetenze e la mia voglia di stare sola… mi domandavo perché io, quando ti guardavo in quei piccoli e squallidi occhietti da roditore vedessi solo un mostro di volgarità e perversione e nessun altro sia mai riuscito a vedere quello che vedevo io…perché mai nessuno si sia accorto che quando andavo in bagno tu ti alzavi e mi seguivi… quando eravamo al mare e mi mettevano a dormire di pomeriggio tu riuscivi sempre ad entrare nella mia camera nonostante vivessimo in una roulotte che per quanto grande, aveva sempre spazi ristretti… troppo ristretti per non accorgersi di quello che stava succedendo.Oggi mi dicono: potevi urlare.. potevi parlare… io non ho mai urlato… ma ho parlato e non né servito a nulla… una bambina di nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici e quindici anni non riesce ad urlare quando ha sopra di se il pesante corpo di uno schifoso settantenne… riesci solo a pensare che forse se fai la brava e non urli non succederà il peggio… anche se poi con il tempo scopri che magari non urli subito… ma urli poi da sola la notte nel buio della tua stanza quando sogni camion, trattori, macchine grosse e pesanti che ti schiacciano e tu non riesci proprio a muoverti… e sai che se mai dovessi muoverti probabilmente moriresti…Ma in quei momenti riuscivo solo a pensare che forse un domani sarei riuscita a dimenticare… e mi chiedevo che senso poteva avere parlarne con tuo figlio o con tua nuora… perché il dolore che avrei creato in loro sarebbe grande quasi , o forse di più, del mio…. E non volevo e non voglio fare soffrire nessuno… perché già ho sofferto tanto io. Ma oggi, forte dei miei trentun’anni so, caro mio, che se ora sto scrivendo questa lettera… e se mai dovessi scegliere di fare una bella serie di manifesti in giro per il tuo paese…. La colpa non è mia… la sofferenza non la creo Io… tutta questa enorme sofferenza che ci porteremo dentro, tutti, per sempre è stata la tua vera ed unica eredità… l’unica che valga la pena di ricordare per poter sperare per sempre di “essere diversi, magari non migliori, ma sicuramente diversi da te”.E siccome chi mi è stato vicino non è stato in grado di proteggermi da questo male oscuro e insidioso che eri tu…ora per lo meno ho il dovere di proteggermi da me stessa e dall’odio che provo per te.E questa è l’unica arma che sono in grado di usare.
Finalmente: dopo tutto,
Una donna.”
Purtroppo al giorno d’oggi, sono in molte le ragazze che subiscono di abusi, di violenze e molto spesso queste “violenze” accadono dentro le mura domestiche. Non sempre si ha il coraggio di DENUNCIARE chi ci fa del male, ma BISOGNA FARLO!
Non lasciare che il rimorso ti logori l’anima, non lasciarlo impunito, non permettere che faccia ciò che ha fatto a te ad altre persone.
Non sei sola!
Grazia Russo
Fonte:http://www.associazioneprometeo.org/default.ph...

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne


La scelta del 25 novembre, come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna nacque da un accordo delle partecipanti all'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi - Bogotà 1981-, quando accettarono il sollecito della delegazione della Repubblica Dominicana che proponeva di rendere omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujill
Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.
In Italia solo dal 2005 diversi Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty international festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali in contrasto alla violenza alle donne.

I diritti delle donne sono diritti umani a tutti gli effetti
e qualunque violazione di questi diritti è pertanto una violazione dei diritti umani.

Scopo della campagna è quindi l’eliminazione di tutte le forme di violenza sulle donne attraverso:

- il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani;

- il rafforzamento delle attività a livello locale ed internazionale contro questo tipo di violenza;

- la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia;

- dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo;

- il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di questo tipo di violenze.

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Le sorelle Mirabal nacquero in Ojo de Agua, provincia di Salcedo della Repubblica Dominicana.

Si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo che, nel 1930 giunse al potere con elezioni truccate, deponendo il presidente Horacio Vásquez (nel 1961, i suoi protettori di Washington, di fronte all'indignazione mondiale, lo lasciarono al suo destino e perì nell’agguato del 30 maggio)

il 25 novembre 1960

Minerva e María Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un canneto, subirono le più crudeli torture prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana.

Coperte di sangue, massacrate dalle coltellate, furono strangolate, messe nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio con lo scopo di simulare un incidente.

L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse gran dolore in tutto il paese e fortificò lo spirito patriottico della comunità, desiderosa di raggiungere un governo democratico che garantisse il rispetto della dignità umana.

Patria Mercedes (27 febbraio 1924 - 25 novembre 1960), la sorella maggiore, fu testimone delle numerose ingiustizie che si spesero nel suo paese. Si sposò molto giovane con Pedro Gonzáles Cruz con cui ebbe tre figli. La sua casa servì da rifugio e punto di riferimento per il coordinamento ed organizzazione del "Movimento 14 giugno". Quando il movimento fu scoperto, i dirigenti e la maggioranza dei suoi membri furono imprigionati, e tra loro; suo marito ed il figlio di 12 anni.

La sua casa fu rasa al suolo ed i beni espropriati.

Minerva Argentina (12 marzo 1926 - 25 novembre 1960) , nel 1955 si sposò con Manolo Tavarez Justo con cui ebbe due figli. Fu rappresentante delle idee politiche più avanzate della sua epoca e continua a costituire un riferimento storico per i paesi che costantemente lottano per la libertà. Minerva fu anche una delle organizzatrici del "Movimento 14 giugno". A 22 anni, fu imprigionata per avere respinto le pretese amorose del dittatore.

Antonia María Teresa (14 ottobre 1936 - 25 novembre 1960), la più giovane delle sorelle, collaboratrice del "Movimento 14 giugno", fu vittima della repressione, subendo il carcere diverse volte. Si caratterizzò per la sua fermezza e dignità durante gli interrogatori davanti agli uomini del" Servizio di Intelligenza Militare" (SIM).

Jaime David Fernandez Mirabal, un figlio della quarta sorella Mirabal, Bélgica Adela "Dedé" Mirabal-Reyes (inizialmente non coinvolta nel "movimento" contro Trujillo), è membro attivo del Partito della Liberazione Dominicana (PLD) è ha ricoperto la carica di vice-presidente della Repubblica dal 2000 al 2004 durante il primo periodo della presidenza di Leonel Fernandez.http://www.malnate.org/FESTIVITA/Contro%20la%2... Per la giornata mondiale contro la violenza sulle Donne!
Un fiore calpestato
Non torna più
ad essere quello di prima
i segni sul suo stelo
resteranno per sempre,
attento quando vai nei prati,
un bocciolo si spezza e muore
se viene preso
dalla mano maldestra dell'uomo
accarezzalo con cura,
L'acqua pura disseta e da la vita
Ma se la inquini avvelenerà
Tutto quello che
dalla tua terra raccogli,
una donna
è sempre al tuo fianco
ti rende padre,
fa di te l'uomo che sei
non approfittarne del potere
usa bene la forza che hai
è grazie a lei se sei nato,
non violentarla!

domenica 13 novembre 2011

SVEGLIATEVI MAMMINE

Perdonatemi se vi racconto un’esperienza personale. Di quelle che non si raccontano volentieri. Ma sono convinto che vi servirà.

E poi basta col silenzio su queste cose. Il silenzio è sempre colpevole.

Dunque: c’era questa bambina deliziosa, di nome Gabriella. Alla sera le rimboccavo le coperte e le raccontavo strane storie: Ulisse, la corsa all’oro di Jack London, la follia di Orlando, la Genesi (con un’Eva bisbetica, un Adamo perplesso e un Dio pasticcione che diceva “Oh, cazzo, mi sono sbagliato, ho creato le pulci”).

La domenica mattina passavamo ore nel lettone a ruzzolarci, a giocare, a ridere, a coccolarci. D’estate, quando faceva caldo, naturalmente eravamo nudi. Tra un viaggio di Ulisse e un ruzzolone sul letto mia moglie ed io le parlavamo, ovviamente, anche di pisello e pisella, di bambini, di spermatozoi, di parto, di sesso, di orgasmi, di piacere, d’amore. E probabilmente (io non me ne ricordo: erano i normali discorsi che tutti i genitori dovrebbero fare ai bambini) che esistono degli uomini che vogliono fare l’amore con le bambine.

A questo punto vi aspetterete la mia confessione (“il porco ha stuprato la bambina!”).

No, care mamme, se la pensate così dimostrate una volta di più di non saper nulla della sessualità maschile. Il desiderio è sempre figlio della repressione. Dove c’è innocenza non può esserci violenza.

E’ stato il classico cugino. Mia figlia era in vacanza dalla nonna, aveva quattro anni. Lui ne aveva venti, era un ragazzo mite, timido e un po’ complessato. Un insospettabile.

Sovrana ingenuità delle mamme: la mia bimba girava per casa quasi nuda, come sempre, e mia moglie non avrebbe mai pensato che dietro il cugino mite e un po’ tontolone potesse nascondersi un pedofilo. Un padre avrebbe fatto immediatamente rivestire la bambina, E, soprattutto, avrebbe fatto sentire in maniera discreta ma inequivocabile la sua presenza. Non ci fu violenza completa, per fortuna, ma un gioco sessuale un po’pesante.

Naturalmente, il cugino proferì a Gabriella il classico: “Non dire niente a nessuno, sennò ti ammazzo!”

Altrettanto naturalmente, appena uscito il cugino, Gabriella raccontò con schifo alla mamma che “le aveva messo il pisello tra le gambe”.

Mia moglie fu meravigliosa. Prima rassicurò, coccolò e disinfettò la piccola, minimizzando. Poi, angosciatissima mi telefonò (io ero via, a milleduecento chilometri):

Figuratevi la mia reazione. L’avrei ammazzato. Tra me e mia moglie cercammo di mantenere la calma. Ci assicurammo che non ci fosse stata una violenza fisica traumatizzante. Poi io telefonai al cugino. Lo misi di fronte alle sue responsabilità. Lui era, ovviamente, terrorizzato. Mi confessò che aveva avuto approcci con altre bambine. La sua sessualità era decisamente deviata verso la pedofilia. Era militare a Roma, in quel periodo. Gli detti l’indirizzo di una mia cara amica, una psicologa che si era messa a disposizione. Lui si impegnò ad andarla a trovare.

Però con lei non si fece mai vivo.

E allora, scusatemi, ma feci una cosa che non avrei dovuto faer.

Saltai sull’aereo per Roma. Entrai nella sua caserma per “visita parenti”. Sbiancò, quando mi vide. Eravamo in parlatorio: lo presi per il bavero, lo spinsi in un cesso e lo caricai di botte. Lo so, non è elegante. Lo so, la violenza non è una riposta. Però a me ha fatto un gran bene. I padri che mi leggono mi capiranno.

Ma la soddisfazione più grande me l’ha data Gabriella, un paio di anni fa, quando aveva ormai sedici anni.

Siamo a tavola, si parla casualmente delle solite cose. Il discorso capita sulla pedofilia. Lei, tranquillissima, fa: “Beh, è capitato a tante. Anche a me, da piccola, vi ricordate?”.

Io e mia moglie abbassiamo gli occhi sul piatto, travolti da un’ondata di emozioni. Lei, serafica, continua: “Sai, babbo, ti devo ringraziare: è merito tuo se ero preparata”.

Annaspo, boccheggio, sorrido. Finalmente respiro.



Care mammine: quanto ne sapete poco della sessualità di questi cari paparini, di questi dolcissimi nonni, di questi zii affettuosi che abbracciano i vostri bimbi e le vostre bimbe.

La sessualità maschile è complessa, penetrante per sua stessa natura. In tutti noi coesistono voglie più o meno espresse. Che, quando non sono arginate dai freni inibitori dell’etica o della morale, sfociano nella perversione o nella violenza.

Una volta nessuno di noi confessava quel pizzico di omosessualità che lo spingeva a guardare con curiosità e forse con un lieve frisson i compagni maschi sotto la doccia.

Oggi tutti accettiamo di avere una parte omosessuale: però facciamo ancora una gran fatica ad accettare le perversioni che screziano il lato oscuro della nostra sessualità.

Sia chiaro: non sto dicendo che l’omosessualità sia una perversione. Per me è solo una sessualità altra. E, ovviamente, non bisogna fare nessuna confusione tra omosessualità e pedofilia.

Ma come mai il papà medio è più guardingo della mamma media quando si tratta di mandare la sua bambina in giro con lo zio, col cugino, col nonno o col caro amico di famiglia?

Perché tutti noi maschi sappiamo, più o meno lucidamente, che per qualsiasi uomo una bambina è una grande tentazione sessuale.

Chiedetelo al vostro compagno, a vostro marito, a vostro padre.

Negheranno spudoratamente.

Ma non sono quasi tutti mariti, quasi tutti padri, i milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia per montare addosso (non trovo definizione migliore) a bambine di dieci, otto, perfino quattro anni?

Senza andare in Thailandia, e neanche in Belgio: l’Italia è piena di trafficanti di bambini. E spesso sono le mamme che vendono o spingono nel letto dell’amante la figlia di sette, otto anni.

Nella maggioranza dei casi di stupro, il colpevole è un parente stretto (padre, zio, cugino, nonno) o un amico di famiglia.

Conosco personalmente ben tre ragazze che, verso i sette-otto anni, hanno ricevuto approcci sessuali più o meno delicati dal nonno.

Allora, mamme: sappiate che chiunque può insidiare la vostra bambina (e, in misura inferiore, il vostro bambino). Aprite gli occhi.

E non dite: “a me non succederà mai”. Lo dicevamo anche noi.



Quindi: prepararsi. Non sono uno specialista, sono solo un papà attento. Però mi permetto lo stesso di darvi una serie di consigli di buon senso. Ringrazio fin d’ora chi – più esperto di me – vorrà integrarli.

Mamme, ricordatevi che:

- nel fondo di qualsiasi maschio alberga un pedofilo.

- Non c’è età in cui un bimbo sia troppo piccolo per le attenzioni di un pedofilo.

- Insegnate ai vostri figli a stare attenti alle automobili? Giusto. Insegnate loro anche che esistono degli adulti (compresi gli innocui esibizionisti) interessati sessualmente a loro.

- Avvertiteli che il pedofilo farà delle minacce. Ma che non c’è da avere paura: è lui che ha paura.

- Rassicurateli sul fatto che non c’è mai colpa da parte dei bambini. E che, in ogni caso, qualsiasi cosa facciano, la mamma ed il papà saranno sempre dalla loro parte.

- Non dite “a mio figlio non succederà mai”. Succede a una bimba su quattro, a un maschietto su dieci.

- Fidatevi del vostro uomo: di solito, su questi temi, è più all’erta di voi. E’ fondamentale che lui partecipi attivamente all’educazione sessuale dei vostri bimbi. Dividete con lui le ansie e i dubbi.

- In ogni caso, evitate che il vostro uomo dorma da solo con la bimba. Specialmente se la bimba non ci va volentieri. Specialmente se non è il papà.

- I pedofili sanno come diventare amici dei bambini, perché li amano davvero, anche emotivamente. Non fatevi fregare dallo stereotipo del bruto: non sempre il pedofilo ha la faccia del Pacciani. Spesso è un ragazzo carino e dolcissimo. E fa di tutto per lavorare a contatto con i bambini: maestro, animatore di parrocchia, sacerdote. Perfino baby-sitter, come si è scoperto il mese scorso a Milano.

- Spesso adottano strategie di lunga durata. Per esempio, se sono infermieri, cercano di farsi mettere nei reparti pediatrici. Per questo dovete accertarvi che in reparto, specialmente di notte, ci siano solo infermiere di sesso femminile. In caso contrario, protestare con il primario e soprattutto vigilare.

- Lasciate pure che i vostri bimbi giochino con lo zio, il nonno o il cugino. Ci mancherebbe. Ma fate sentire sempre la vostra discreta presenza. Evitate di mandarli in giro o in viaggio assieme da soli.

- E’ comunque abbastanza probabile che i vostri bimbi abbiano un approccio sessuale da parte di un adulto. Non drammatizzate: se il fatto non è violento può essere metabolizzato bene. Soprattutto se il bimbo è preparato.

- Se avete avuto un’esperienza personale, dividetela con il marito e con i bimbi: sarà un pretesto perfetto per aprire il dialogo e raccontare questo tipo di cose.

- Per favore, per favore, per favore: adesso non diventate paranoiche. Non fate crescere la vostra bimba nella paura degli uomini. Fatevi piuttosto, assieme ai vostri bambini, delle sane risate sugli esibizionisti e sui pedofili. Smitizzate. C’è un sacco di barzellette sull’argomento. Magari, invece, scriveteci qualche lettera su quel che è capitato a voi: sarebbe meraviglioso se su Linus le mamme o le ragazzine che hanno subito approcci sessuali potessero parlarsi e scambiare le proprie esperienze. Sarebbe un servizio reso a tutte le donne.

Non dimenticherò mai una sera in campagna, al Collaccio, una tavolata di famiglia con tante sorelle, cugine, cognate, amiche. Il discorso cadde sulle molestie sessuali. C’erano sette donne: tutte e sette raccontarono di essere state molestate da bambine. Ricordo la calda sensazione di appartenenza, la rassicurazione che emanava da Gabriella quando anche lei raccontò la sua storia. Era bellissimo sentire quel gruppo di donne solidali che avevano condiviso un fatto poco piacevole ma che, filtrato attraverso l’esperienza comune, veniva esorcizzato e smitizzato.



E ora, mammine, guardate la vostra bimba. Chiedetevi: “Oddio, vuoi vedere che anche lei….”.
Una volta su quattro, la risposta sarà probabilmente sì.solleviamoci.wordpress.com/2007/06/10/pedofili- - a-svegliatevi-mammi...

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