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lunedì 14 novembre 2011

Girando sul web, ho letto questa testimonianza di abuso , scritta da una donna , la quale scrive una lettera per il suo “pedofilo”. La lettera è abbastanza lunga ma non intendo tagliarla in quanto perderebbe di significato.

“Questo è il mio regalo per te, al decimo anniversario della tua morte… e mi dispiace quasi che tu non sia qui con me a godere del mio trionfo, della mia liberazione… della mia vendetta.Sei ancora, da morto, un grandissimo figlio di buona donna, egoista, freddo, calcolatore, viscido, perverso e troppo, troppo stupido per poterti permettere di essere cattivo.Ti sei rovinato la vita, la famiglia e l’immagine…..e purtroppo, hai rovinato anche la vita di tuo figlio, di sua moglie, ma soprattutto dopo questa lettera… hai rovinato anche la vita dei tuoi nipoti… perché queste poche… o tante righe, non so ancora…. Butteranno su tutto quello che ti ha sempre circondato un’ombra perenne, spessa e incancellabile di vergogna…. E non ho voglia di pensare che sono stata Io a fare tutto questo… no… sei stato tu a rovinare, tra le altre, anche la mia piccola e fragile vita quando avevo appena nove anni…sei e sarai sempre anche da morto uno schifoso pedofilo …. E questa è l’unica frase che racchiude tutte le tue caratteristiche.Chissà se nella tua vita hai mai concluso qualcosa di buono… francamente non lo so….e non mi interessa saperlo… e sono anche convinta che qualsiasi piccolo gesto umano che tu possa avere compiuto non sarà mai in grado compensare tutta la sofferenza che hai creato. Non solo in me… ma in tante altre persone .Sono 23 anni che mi chiedo che male posso aver fatto per potermi meritare tutte quelle attenzioni morbose che mi davi assiduamente… tutte quelle carezze e quelle mute richieste di silenzio che mi rivolgevi. Ti dirò una cosa… non le ho mai rispettate… non le rispetto neanche oggi, continuando imperterrita ad infangare il tuo nome con tutte le persone che hanno voglia di ascoltarmi… ma c’è e c’è sempre stato un problema… la gente ti ascolta… ma non ti aiuta. Non ti aiuta per paura… per rispetto… per incredulità…. Non ti aiuta perché non vuole sconvolgere il mite e placido equilibrio famigliare che negl’anni hanno costruito con tanta fatica. Mi hanno sempre insegnato che la “vera verità”, come dice sempre mia madre, fa male…. E forse, anzi ne sono certa, fa ancora più male quando tutto il dolore e la sofferenza riguarda la tua bambina… che non sei e non sei mai stata in grado di proteggere. Ho passato seduta accanto a te tanti Natali… tante Pasque… tante feste e mi chiedevo di continuo perché nessuno notasse i miei silenzi… le mie fughe da tavola.. le mie inappetenze e la mia voglia di stare sola… mi domandavo perché io, quando ti guardavo in quei piccoli e squallidi occhietti da roditore vedessi solo un mostro di volgarità e perversione e nessun altro sia mai riuscito a vedere quello che vedevo io…perché mai nessuno si sia accorto che quando andavo in bagno tu ti alzavi e mi seguivi… quando eravamo al mare e mi mettevano a dormire di pomeriggio tu riuscivi sempre ad entrare nella mia camera nonostante vivessimo in una roulotte che per quanto grande, aveva sempre spazi ristretti… troppo ristretti per non accorgersi di quello che stava succedendo.Oggi mi dicono: potevi urlare.. potevi parlare… io non ho mai urlato… ma ho parlato e non né servito a nulla… una bambina di nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici e quindici anni non riesce ad urlare quando ha sopra di se il pesante corpo di uno schifoso settantenne… riesci solo a pensare che forse se fai la brava e non urli non succederà il peggio… anche se poi con il tempo scopri che magari non urli subito… ma urli poi da sola la notte nel buio della tua stanza quando sogni camion, trattori, macchine grosse e pesanti che ti schiacciano e tu non riesci proprio a muoverti… e sai che se mai dovessi muoverti probabilmente moriresti…Ma in quei momenti riuscivo solo a pensare che forse un domani sarei riuscita a dimenticare… e mi chiedevo che senso poteva avere parlarne con tuo figlio o con tua nuora… perché il dolore che avrei creato in loro sarebbe grande quasi , o forse di più, del mio…. E non volevo e non voglio fare soffrire nessuno… perché già ho sofferto tanto io. Ma oggi, forte dei miei trentun’anni so, caro mio, che se ora sto scrivendo questa lettera… e se mai dovessi scegliere di fare una bella serie di manifesti in giro per il tuo paese…. La colpa non è mia… la sofferenza non la creo Io… tutta questa enorme sofferenza che ci porteremo dentro, tutti, per sempre è stata la tua vera ed unica eredità… l’unica che valga la pena di ricordare per poter sperare per sempre di “essere diversi, magari non migliori, ma sicuramente diversi da te”.E siccome chi mi è stato vicino non è stato in grado di proteggermi da questo male oscuro e insidioso che eri tu…ora per lo meno ho il dovere di proteggermi da me stessa e dall’odio che provo per te.E questa è l’unica arma che sono in grado di usare.
Finalmente: dopo tutto,
Una donna.”
Purtroppo al giorno d’oggi, sono in molte le ragazze che subiscono di abusi, di violenze e molto spesso queste “violenze” accadono dentro le mura domestiche. Non sempre si ha il coraggio di DENUNCIARE chi ci fa del male, ma BISOGNA FARLO!
Non lasciare che il rimorso ti logori l’anima, non lasciarlo impunito, non permettere che faccia ciò che ha fatto a te ad altre persone.
Non sei sola!
Grazia Russo
Fonte:http://www.associazioneprometeo.org/default.ph...

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