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mercoledì 30 novembre 2011

FRANCIA, MOLESTIE SU 38 BAMBINI: MONACO ALLA SBARRA

PARIGI - Inizia oggi in Francia, il processo al monaco Pierre-Etienne Albert, ex membro della Comunità delle Beatitudini, accusato di aver abusato sessualmente per diversi anni di 38 bambini, dai cinque anni in su. Il monaco, che oggi sarà nell'aula di Rodez, nel sud del paese, rischia fino ai dieci anni di reclusione. Lo scandalo è scoppiato nel 2007, quando all'abbazia di Bonnecombe, nell'Aveyron, un fedele ha cominciato a sospettare il religioso di compiere atti di pedofilia e a fare pressioni su di lui per ottenere una confessione. Nel 2008 Pierre-Etienne Albert ha alla fine confessato tutto, chiedendo pubblicamente il perdono. Dal 1986 ha contato almeno una cinquantina di giovani vittime. L'inchiesta ha poi portato a galla anche le responsabilità di alcuni dirigenti della comunità, fondata nel 1973 in Francia. Il religioso pedofilo aveva infatti più volte lanciato segnali di allarme ai superiori, confidando le sue debolezze. Ma quei segnali non erano mai stati colti.
http://www.leggo.it/articolo.php?id=151197

martedì 29 novembre 2011

sabato 26 novembre 2011

I pedofili che cercano prede con il satellite



Geolocalizzazione, social network, applicazioni per trovare gli amici: questi i nuovi strumenti che mettono in pericolo bambini e ragazzini La tecnologia si evolve e con essa i pericoli collegati. I pedofili sfruttano i nuovi servizi di localizzazione e le applicazioni per trovare gli amici sui social network al fine di identificare possibili vittime.

I bambini e i ragazzini che utilizzano servizi online (sia da computer che da smartphone), potrebbero non prestare attenzione all’opzione di geolocalizzazione spesso inclusa, ovvero l’aggiunta a tutto ciò che pubblicano delle coordinate geografiche in cui si trovano. I malintenzionati che li tengono d’occhio, con un semplice navigatore satellitare, potrebbero stabilirne l’esatta posizione (con errori di pochi metri). Così facendo, i pedofili sono in grado di crearsi vere e proprie mappe delle potenziali vittime, sfruttando la diffusione dei sistemi di posizionamento inclusi ormai in qualsiasi cellulare. Il Child Exploitation and Online Protection Centre (CEOP) spiega ai ragazzi: “se volete utilizzare applicazioni con sistemi di posizionamento, ricordatevi di utilizzare le opzioni di privacy ed escludere chiunque non conosciate dai vostri contatti”.

L’associazione racconta che, con questo sistema, alcuni pedofili sono arrivati a bambini di appena 10 anni. “Vogliamo che i bambini e i genitori siano consapevoli dei rischi che aumentano attivando certe funzionalità sui cellulari. Molte piccole vittime vulnerabili sono state prese di mira da pedofili che hanno regalato loro cellulari, tramite i quali ne tracciavano gli spostamenti”. Mai abbassare la guardia: la sempre maggiore condivisione di informazioni tramite internet o a livello mobile può comportare rischi concreti.
giornalettismo.comhttp://www.alexsandra.it/forum/viewthread.php?thread_id=5888

lunedì 21 novembre 2011

Proteggere i propri figli dai pedofili


I genitori stanno diventando sempre più allarmati quando sentono la parola "pedofilia" e leggono o vengono a sapere di persone che abusano sessualmente dei bambini. Gli adulti che hanno comportamenti sessuali con i bambini non commettono solamente un reato per via della legge, ma causano una sofferenza che può durare anche tutta la vita.

Negli ultimi anni si parla in modo più aperto ed esplicito dei pedofili e degli abusi sessuali sui minori e del fatto che questi comportamenti causano grandi sofferenze ai bambini. E' importante ricordare che i bambini subiscono con più probabilità abusi da parte di persone che conoscono piuttosto che da parte di sconosciuti, anche se molte persone fanno ancora fatica a crederlo.

I bambini non sono in grado di proteggersi completamente dagli abusi sessuali, per questo motivo è necessario che i genitori facciano tutto il possibile per educare i figli e proteggerli da quegli adulti che potrebbero approfittare di loro. E' molto importante affrontare il problema in modo equilibrato anche perchè i bambini hanno bisogno di adulti affettuosi che si prendono cura di loro e che possono rappresentare un meraviglioso investimento per la loro vita.

Chi sono i pedofili

I pedofili sono persone che abusano sessualmente dei bambini sia di uno che di entrambi i sessi. Solitamente sono uomini che sono sessualmente attratti dai bambini, li cercano con abilità per agire comportamenti sessuali per il proprio piacere personale. Alcune volte sono convinti di non commettere un abuso per il semplice fatto che non sono persone violente o apertamente ostili. Spesso ritengono che se i bambini non si oppongono significa che sono consenzienti e quindi essenzialmente d'accordo. Spesso i pedofili sono convinti di non fare niente di male con il loro comportamento. La maggior parte di loro però sa bene sa che sta infrangendo la legge e commettendo un reato. Spesso nel corso della loro vita abusano di un grande numero di bambini. Alcune volte i pedofili vengono chiamati molestatori di bambini.

La parola molestia viene utilizzata per includere tutte le forme di attività sessuale. L'abuso sessuale include il fare proposte sessuali, mostrare materiale pornografico, accarezzare e toccare le parti intime del corpo, masturbare e baciare sessualmente, praticare sesso orale e penetrazione delle zone genitali o anali con oggetti, con il pene o con altre parti del corpo.

Come sono i pedofili?

Sarebbe di grande aiuto se si potessero identificare i pedofili grazie ad un loro determinato atteggiamento o "look". In quel caso potremmo insegnare ai bambini come evitarli. Purtroppo non è così e non c'è nessun modo per descrivere il loro modo di apparire. La persona che molesta i bambini può essere il membro rispettabile della comunità o il "tipo simpatico" nella strada o un membro della famiglia. Facilmente si pensa che i bambini in campagna siano più sicuri, ma i pedofili vivono in tutti gli ambienti, non solamente nelle città.

Ci sono comunque alcune cose che sappiamo dei pedofili:

  • Spesso si trovano in una posizione di potere o di autorità e lo utilizzano per abusare o minacciare il bambino. Cosa può fare un bambino (o una bambina) quando un insegnante gli fa capire che gli darà cattivi giudizi e lo boccerà, o un allenatore non lo farà giocare, o una baby sitter dice che il suo cagnolino potrebbe venir ucciso, a meno che lui/lei non faccia determinate cose (o lo dice come minaccia per impedirgli di raccontarlo a qualcuno) ?
  • I pedofili possono conquistarsi la fiducia del bambino e dei suoi genitori per un lungo periodo di tempo prima di compiere l'abuso. Possono diventare amici del genitore o diventare la persona 'gentile' che li aiuta quando hanno bisogno, al fine di poter raggiungere il bambino o la bambina. Quando hanno conquistato la fiducia dei genitori le loro visite in casa diventano ben accette e possono a volte tenere la bambina quando i genitori sono impegnati, o portare i bambini con sè per una gita.
  • Spesso hanno hobbies e interessi che affascinano e solitamente "agganciano" i bambini mostrando un appassionato interesse nelle cose che a loro piacciono o dando loro "dolcezze" materiali, come soldi o regali.
  • Spesso dicono ad un bambino che la loro è una relazione speciale e che quello che fanno insieme deve rimanere segreto; questo può creare confusione nel bambino, soprattutto se ciò che fanno insieme è un'attività piacevole.
  • Possono far sentire un bambino "speciale". Questo significa che bambini che si sentono non amati, che si sentono senza speranza o cattivi, o che sono stati abusati in casa, sono soggetti molto a rischio. Questi sono i bambini che più facilmente risponderanno a qualcuno che mostri loro attenzione e affetto.
  • I pedofili spesso scelgono di lavorare o girare intorno a luoghi dove c'è la possibilità di avere a che fare facilmente con i bambini, come scuole, gruppi giovanili, luoghi di divertimento, organizzazioni sportive, ecc.
  • I pedofili cercano anche i bambini in quei posti in cui facilmente non vengono sorvegliati, come i parchi, i luoghi di vacanza, la spiaggia e nei dintorni delle scuole. Vanno nei posti in cui i genitori possono essere distratti, come gli eventi sportivi, i grandi magazzini, feste, vendite all'asta, ecc.
  • L'uso delle chat on-line (internet) da parte dei pedofili per 'catturare' i bambini è un'attività molto diffusa. I pedofili vanno spesso nelle chat rooms facendosi passare per dei bambini che cercano altri bambini con cui chattare. In poco tempo passano a parlare di argomenti sessuali e possono costruire una relazione on-line che con il tempo li porta a combinare un incontro con il bambino o la bambina, all'insaputa di altri. Soprattutto gli adolescenti possono pensare di aver trovato una nuova amicizia e mantenere segreta per lungo tempo questa relazione.


Come potete proteggere i vostri figli

Noi possiamo fare molto per preparare i nostri figli ad affrontare alcuni pericoli della vita, ma sfortunatamente non possiamo sempre impedire che ai nostri figli accadano cose negative. Noi cerchiamo di proteggere i nostri figli dall'essere investiti da un' auto e di conseguenza insegnamo loro ad attraversare in modo sicuro la strada (senza spaventarli con tutti i sanguinosi dettagli di un possibile incidente che li renderebbero talmente terrorizzati che non oserebbero mai attraversare una strada). Allo stesso modo possiamo cercare di proteggere i nostri figli dai pericoli della pedofilia.

  • Insospettisciti se un adulto sembra più interessato a trascorrere il tempo con tuo figlio che con te. Potrebbe offrirsi di badare a tuo figlio, o voler stare da solo con tuo figlio o proporsi di portarlo con sè per una vacanza.
  • Fai attenzione alle persone che sono eccessivamente attaccate o amorevoli con tuo figlio o figlia o che gli/le fanno molti regali. Ricorda però che la maggior parte delle persone ha buone intenzioni, quindi non affrettarti a trarre conclusioni.
  • Sii molto esigente nel lasciare i tuoi figli con altri; chiedi sempre loro come si sentono nell'essere accuditi da quella persona. Cerca di capire cosa stanno dicendo attraverso il loro comportamento - quello è il modo in cui i bambini piccoli ci dicono se sono spaventati o a disagio.
  • Insegna ai figli le diverse parti del corpo e quali sono le parti intime e private. Raccomanda loro di raccontare a qualcuno di loro fiducia se qualcuno, persino un parente, cerca di toccare le loro parti intime o suggerisce di fare qualcosa che loro non vorrebbero fare che li spaventa o fa star male.
  • I bambini hanno bisogno di sapere che è importante continuare a raccontare agli adulti ciò che succede loro fino a quando non incontrano qualcuno che li prende sul serio.
  • Insegna ai tuoi figli a cercare di scappare il più velocemente e lontano possibile da qualsiasi persona che li faccia sentire a disagio o spaventati e di raccontarlo alle persone di cui si fidano.
  • Insegna ai tuoi figli a non avere mai segreti su cose che li fanno sentire a disagio o in colpa. Ascolta sempre ciò che ti dicono i tuoi figli e fidati di loro, anche se quello che ti stanno dicendo può turbarti. Fai qualcosa in conseguenza di ciò che ti dicono così che i tuoi figli possano sentirsi appoggiati e sostenuti da te.
  • Insegna ai tuoi figli che gli adulti non hanno sempre ragione: questo li può aiutare se un molestatore dice loro che è una cosa giusta e di non dirlo a nessuno.
  • Insegna a tuo figlio alcuni dei pericoli che si corrono usando le chat rooms (Internet). Spiegagli perchè sei preoccupato. Scopri come puoi fare ad avere un maggior controllo sull'uso di internet da parte dei tuoi bambini.
  • Se possibile, i bambini dovrebbero andare e tornare da scuola sempre insieme ad altri bambini.
  • Insegna ai tuoi figli di non andare da soli nei bagni pubblici. E' opportuno anche che i bambini a scuola vadano ai servizi durante gli intervalli piuttosto che da soli durante la lezione.
  • Insegna ai tuoi figli a dirti sempre dove stanno andando. Se vengono seguiti da qualcuno o hanno paura dovrebbero bussare alla prima porta che incontrano e chiedere di chiamare la polizia. Molti bambini usano il telefono cellulare - assicurati che abbiano il numero di due-tre persone adulte di tua fiducia nel caso avessero bisogno e non riescono a rintracciarti.
  • Rispondi sempre onestamente alle domande dei tuoi figli e con parole che essi possano capire, anche se sei imbarazzato.


Ciò che insegni a tuo figlio o figlia lo può aiutare, ma non ne garantisce la protezione. I bambini non sono abbastanza grandi da proteggersi totalmente da soli. È compito degli adulti proteggerli.

Come fai a sapere se tuo figlio è stato abusato sessualmente

Qualche volta è molto difficile saperlo e i genitori possono sentirsi colpevoli per non averlo capito. Questo non significa necessariamente che non sei un buon genitore o che c'è qualcosa di sbagliato nella tua relazione con tuo figlio. E' importante ricordare che alcuni dei comportamenti riportati di seguito possono essere causati anche da qualche altra cosa che sta succedendo nella vita di tuo figlio. Questo è uno dei motivi per cui è così difficile capire se un bambino è stato abusato sessualmente.

  • I bambini possono mostrare un comportamento sessuale insolito e conoscere cose sul comportamento sessuale che non vi aspettereste alla loro età. Possono essere interessati alle attività sessuali più di quanto lo siano gli altri bambini e voler toccare gli altri con modalità sessuali.
  • I bambini possono avere rossori o dolori inspiegabili intorno alla zona genitale.
  • I bambini più piccoli che sono stati abusati sessualmente possono diventare insolitamente chiusi in se stessi o insolitamente aggressivi, avere incubi o iniziare a bagnare il letto, avere atteggiamenti o mostrare un carattere con comportamenti molto diversi dal solito. I bambini più grandi possono diventare aggressivi, avere difficoltà a scuola e perfino scappare da casa. Alcuni bambini possono diventare introversi e pensare al suicidio o automutilarsi o mettere insolitamente a rischio la propria vita.
  • Ricorda che questi comportamenti non sono necessariamente collegati all'abuso sessuale, ma significano che qualcosa va storto nella vita di tuo figlio e che ha bisogno di aiuto.
  • Tutti i bambini che vengono abusati hanno bisogno di supporto e di aiuto. E' importante che tu dia amore e rassicurazione a tuo figlio o figlia, ma è anche importante avere il sostegno di una persona specializzata nell'aiutare i bambini che hanno subito abusi sessuali.
  • Se hai delle serie preoccupazioni su questi argomenti telefona ai servizi sociali, ai consultori familiari, ai numeri telefonici di aiuto o alla polizia.

Queste sono alcune delle difficoltà che solitamente le persone si trovano a dover affrontare:

  • la persona che sta abusando sessualmente di tua figlia o figlio ha un rapporto con te o è da te ben conosciuta e gode della fiducia delle altre persone
  • non vuoi peggiorare la situazione, causando maggior stress e disagio al figlio ed a tutta la tua famiglia, in particolare quando la persona che abusa è essa stessa un componente della famiglia
  • vorresti proteggere tuo figlio, ma non mettere in guai giudiziari la persona che abusa con una denuncia
  • semplicemente non vorresti essere coinvolto per niente - è più facile non fare niente
  • potresti vergognarti troppo a parlare di abuso sessuale - per la maggior parte delle persone è una cosa difficile
  • potresti trovarti in difficoltà a decidere cosa è più importante, se proteggere il bambino o proteggere l'abusante.


Ricorda che l'abuso sessuale può avere conseguenze emotive sul bambino/a per il resto della sua vita. Tu potresti essere l'unica persona che ha il coraggio di parlare e fare qualcosa per quel bambino.
La cosa più importante è il diritto del bambino di essere protetto.

Conclusioni

  • E' più probabile che i bambini subiscano molestie sessuali da parte di una persona conosciuta piuttosto che da parte di un estraneo.
  • E' molto difficile per i genitori credere che un membro della propria famiglia abbia abusato sessualmente del proprio figlio.
  • Dedica risorse alla relazione con i tuoi figli così che per loro diventi facile parlarti delle loro preoccupazioni.
  • Cerca di parlare di come si deve fare per essere al sicuro, ma fallo in un modo che non li spaventi o senza imporre loro troppe regole rigide.
  • Insegna ai bambini il nome delle parti sessuali del loro corpo così che sappiano come parlarne e si sentano a proprio agio a parlare di queste cose con te.
  • E' molto difficile per un bambino raccontare agli altri di aver subito un abuso. Quasi sempre gli è stato detto che se dovesse parlare succederebbero cose terribili a lui/lei o ad altre persone.
  • I pedofili spesso prima di compiere l'abuso si guadagnano la fiducia del bambino e dei suoi genitori.
  • I bambini che subiscono abusi hanno bisogno di sostegno e aiuto.
  • I bambini che subiscono abusi non vanno mai biasimati o colpevolizzati.
  • http://www.alexsandra.it/articles.php?article_id=134

domenica 20 novembre 2011

20 novembre: giornata mondiale per i diritti dell'infanzia



Il 20 novembre è la XXII Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza che celebra l’importanza del bambino e dell’adolescente e il rispetto e l’attenzione che ne deve avere l’adulto. La Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia è stata approvata il 20 novembre del 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: si tratta di uno strumento giuridico, di un vincolo per gli Stati che la approvano. Ad ogni bambino va garantito: 1. Il diritto all'eguaglianza senza distinzione o discriminazione di razza, religione, origine o sesso; 2. Il diritto ai mezzi che consentono lo sviluppo in modo sano e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale; 3. Il diritto ad un nome e ad una nazionalità; 4. Il diritto ad una alimentazione sana, alloggio e cure mediche; 5. Il diritto a cure speciali in caso di invalidità; 6. Il diritto ad amore, comprensione e protezione; 7. Il diritto all'istruzione gratuita, attività ricreative e divertimento; 8. Il diritto a soccorso immediato in caso di catastrofi; 9. Il diritto alla protezione contro qualsiasi forma di negligenza, crudeltà e sfruttamento; 10. Il diritto alla protezione contro qualsiasi tipo di discriminazione ed il diritto ad un'istruzione in uno spirito d'amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza. Moltissimi bambini e ragazzi non godono di questi diritti basilari. Prostituzione, violenza, maltrattamenti, razzismo, mancanza di cibo, di amore, di istruzione, di libertà sono ovunque, nelle baraccopoli e nelle case del centro, persino in seno alle famiglie che li hanno chiamati al mondo.

Dante Alighieri scrisse sette secolo fa: Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

myblog.it/archive/2011/11/20/20-novembre-giornata-mondiale-per-i-diritti-dell-infanzia.html

sabato 19 novembre 2011

Documento segreto del vaticano sugli abusi sessuali

1962, il Vaticano ai vescovi: coprite gli abusi sessuali.
Documento choc scoperto da un avvocato texano e siglato da Papa Giovanni XXIII: in 69 pagine l'ordine ai vescovi di tutto il mondo perché nascondessero le storie di violenza sessuale.

LONDRA – Sono sessantanove pagine, un documento che inchioda i vertici della Chiesa di Roma, che getta un’onta senza precedenti sul Vaticano. La rivelazione del quotidiano britannico "The Observer" è destinata a far esplodere una bufera inimmaginabile sull’istituzione più potente del mondo: un documento che risale al 1962 e che porta il sigillo di Papa Giovanni XXIII fu spedito a tutti i vescovi del mondo per istruirli a tenere ben nascosti i casi di violenza sessuale all’interno della Chiesa. Il testo, scritto in latino, si trovava negli archivi segreti del Vaticano. “Massima segretezza”: era questo quello che la Chiesa di Roma chiedeva ai propri prelati in materia di abusi sessuali. Nulla doveva venire a galla, tutto andava nascosto nei minimi dettagli. Con la minaccia di scomunica per coloro che non rispettavano l’imposizione.
A scoprire il documento shock, chiamato "Crimine Solicitationies", è stato Daniel Shea, avvocato texano impegnato in una serie di casi di abusi contro minori perpetrati da preti cattolici. La Chiesa cattolico-romana di Inghilterra e Galles ne conferma la genuinità.
In quelle 69 pagine, nero su bianco, c’è l’intenzione di mantenere il più stretto riserbo sugli atti dei prelati che potrebbero danneggiare la Chiesa e dettagliate raccomandazioni su come difendere la segretezza: le indicazioni “devono essere diligentemente nascoste negli archivi segreti della Curia come strettamente confidenziali – si legge nel testo – né dovranno essere pubblicate o in inserite in qualche commento”.
L’avvocato Shea commenta indignato: “Questi dettami sono arrivati ad ogni vescovo del pianeta. E’ la prova che ci fosse una cospirazione internazionale da parte della Chiesa per insabbiare le vicende legate agli abusi sessuali”. Ancora più deciso, Shea aggiunge: “Abbiamo sempre sospettato che la Chiesa cattolica coprisse i casi di abusi sessuali e cercasse di far tacere le vittime. Questo documento lo prova. Minacciare la scomunica a chiunque parli, mostra sino a dove le alte cariche del Vaticano erano pronte ad arrivare pur di evitare che le informazioni sugli abusi diventassero di pubblico dominio”.
Certo la vicenda rischia di diventare esplosiva. Da tempo la Chiesa cattolica è nella bufera per lo scandalo dei preti pedofili. L’arcivescovo di Boston, il cardinale Bernard Law, è stato costretto a dimettersi lo scorso anno dopo avere ammesso di aver coperto alcuni casi di pedofilia nella sua Curia.

http://www.disinformazione.it/documentosegretodelvaticano.htm

giovedì 17 novembre 2011

La Convenzione sui diritti dell'infanzia

Riferimento costante dell’UNICEF per orientare la propria azione è la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

Costruita armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.

Essa prevede anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio.

La Convenzione è rapidamente divenuta il trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati. Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione

La Convenzione è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sui bambini in guerra e sullo sfruttamento sessuale).

Sono quattro i suoi principi fondamentali:

a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.

b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

L’Italia ha ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell'Infanzia quattro Rapporti.http://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm

mercoledì 16 novembre 2011

Consiglio adotta la direttiva. Diventa crimine anche il turismo sessuale Dall’Ue pene più severe contro la pedofi

MILANO - È stato formalmente adottato dal Consiglio, che rappresenta i 27 governi della Ue, il giro di vite dell'Europa contro la pedofilia e la pedopornografia. La direttiva era stata approvata praticamente all'unanimità (541 sì, 2 no, 31 astenuti) il 27 ottobre scorso dalla plenaria del Parlamento europeo. Impone di punire con il carcere una ventina di tipologie di crimini. In particolare costringere un bambino a compiere atti sessuali o a prostituirsi dovrà essere punito con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno 3 anni ed i siti web dovranno essere cancellati. Oltre all'inasprimento delle pene, la direttiva si preoccupa di definire nuove categorie di reati, come l'adescamento online ed il turismo sessuale, che nei 27 paesi della Ue potrà essere punito dai tribunali nazionali anche quando il reato viene commesso all'estero.

AGGRAVANTI - Una particolare aggravante è prevista quando gli abusi sui minori vengono compiuti da persone che abbiano la fiducia dei bambini, ricoprano una posizione di autorità o esercitino una qualche forma d'influenza su di loro (ad esempio familiari, tutori o insegnanti) o abusino di bambini particolarmente vulnerabili (per dipendenze da alcol o droghe, o per disabilità fisiche o mentali). Per quanto riguarda i siti web pedopornografici (dove, secondo le stime, ogni giorno vengono pubblicate 200 nuove immagini), se i server che li ospitano saranno sul suolo dell'Ue le autorità giudiziarie dovranno disporne la cancellazione delle pagine. Se invece il server sono fisicamente in paesi esterni alla Ue, le polizie postali dovranno agire per bloccare l'accesso ai siti. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguare le loro legislazioni (fonte: Ansa).http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_15/direttiva-ue-antipedofilia_c3b7661a-0f9e-11e1-a19b-d568c0d63dd6.shtml

Un finanziamento pubblico di 30.000 euro per realizzare un sito Internet contro la pedofilia che, in realta’ e’ costato 3.000 euro ed era gestito da un parroco torinese condannato a tre anni e otto mesi di reclusione per avere baciato un ragazzino di 12 anni: e’ uno degli episodi dell’inchiesta della Procura Generale di Torino su una truffa ai danni della finanziaria Finpiemonte, controllata dalla Regione Piemonte.

L’INDAGINE – La Procura Generale, che aveva avocato l’inchiesta, ha ora chiuso le indagini a carico di 100 persone sospettate di aver incassato indebitamente, a vario titolo, con fatture ‘gonfiate’, finanziamenti a fondo perduto per due milioni di euro fra il 2003 e il 2011. Per altre 30 persone le indagini sono tuttora in corso mentre altre decine di posizioni, giunte negli ultimi giorni, sono al vaglio dei magistrati.

IL VIGILE - Nell’inchiesta e’ entrato anche il caso di un vigile urbano, tuttora in servizio, che ha chiesto e ottenuto un contributo di 21.000 euro per pagine web, costate 3.000 euro ma fatturate per 42.000, che, fuori dall’orario di lavoro, gestiva una discoteca ristrutturata proprio con i fondi ottenuti truffando Finpiemonte. C’e’ poi un gruppo di elettricisti torinesi che ha ottenuto un cospicuo finanziamento per partecipare a un’improbabile fiera a Las Vegas (Stati Uniti) e una carrozzeria che ha fatturato un sito internet per 60.000 euro (sempre per meta’ finanziato da Finpiemonte) per poi sostituirlo poco dopo con un altro portale, realizzato da un amatore e pagato 700 euro.(ANSA).http://www.giornalettismo.com/archives/168781/...

lunedì 14 novembre 2011

Girando sul web, ho letto questa testimonianza di abuso , scritta da una donna , la quale scrive una lettera per il suo “pedofilo”. La lettera è abbastanza lunga ma non intendo tagliarla in quanto perderebbe di significato.

“Questo è il mio regalo per te, al decimo anniversario della tua morte… e mi dispiace quasi che tu non sia qui con me a godere del mio trionfo, della mia liberazione… della mia vendetta.Sei ancora, da morto, un grandissimo figlio di buona donna, egoista, freddo, calcolatore, viscido, perverso e troppo, troppo stupido per poterti permettere di essere cattivo.Ti sei rovinato la vita, la famiglia e l’immagine…..e purtroppo, hai rovinato anche la vita di tuo figlio, di sua moglie, ma soprattutto dopo questa lettera… hai rovinato anche la vita dei tuoi nipoti… perché queste poche… o tante righe, non so ancora…. Butteranno su tutto quello che ti ha sempre circondato un’ombra perenne, spessa e incancellabile di vergogna…. E non ho voglia di pensare che sono stata Io a fare tutto questo… no… sei stato tu a rovinare, tra le altre, anche la mia piccola e fragile vita quando avevo appena nove anni…sei e sarai sempre anche da morto uno schifoso pedofilo …. E questa è l’unica frase che racchiude tutte le tue caratteristiche.Chissà se nella tua vita hai mai concluso qualcosa di buono… francamente non lo so….e non mi interessa saperlo… e sono anche convinta che qualsiasi piccolo gesto umano che tu possa avere compiuto non sarà mai in grado compensare tutta la sofferenza che hai creato. Non solo in me… ma in tante altre persone .Sono 23 anni che mi chiedo che male posso aver fatto per potermi meritare tutte quelle attenzioni morbose che mi davi assiduamente… tutte quelle carezze e quelle mute richieste di silenzio che mi rivolgevi. Ti dirò una cosa… non le ho mai rispettate… non le rispetto neanche oggi, continuando imperterrita ad infangare il tuo nome con tutte le persone che hanno voglia di ascoltarmi… ma c’è e c’è sempre stato un problema… la gente ti ascolta… ma non ti aiuta. Non ti aiuta per paura… per rispetto… per incredulità…. Non ti aiuta perché non vuole sconvolgere il mite e placido equilibrio famigliare che negl’anni hanno costruito con tanta fatica. Mi hanno sempre insegnato che la “vera verità”, come dice sempre mia madre, fa male…. E forse, anzi ne sono certa, fa ancora più male quando tutto il dolore e la sofferenza riguarda la tua bambina… che non sei e non sei mai stata in grado di proteggere. Ho passato seduta accanto a te tanti Natali… tante Pasque… tante feste e mi chiedevo di continuo perché nessuno notasse i miei silenzi… le mie fughe da tavola.. le mie inappetenze e la mia voglia di stare sola… mi domandavo perché io, quando ti guardavo in quei piccoli e squallidi occhietti da roditore vedessi solo un mostro di volgarità e perversione e nessun altro sia mai riuscito a vedere quello che vedevo io…perché mai nessuno si sia accorto che quando andavo in bagno tu ti alzavi e mi seguivi… quando eravamo al mare e mi mettevano a dormire di pomeriggio tu riuscivi sempre ad entrare nella mia camera nonostante vivessimo in una roulotte che per quanto grande, aveva sempre spazi ristretti… troppo ristretti per non accorgersi di quello che stava succedendo.Oggi mi dicono: potevi urlare.. potevi parlare… io non ho mai urlato… ma ho parlato e non né servito a nulla… una bambina di nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici e quindici anni non riesce ad urlare quando ha sopra di se il pesante corpo di uno schifoso settantenne… riesci solo a pensare che forse se fai la brava e non urli non succederà il peggio… anche se poi con il tempo scopri che magari non urli subito… ma urli poi da sola la notte nel buio della tua stanza quando sogni camion, trattori, macchine grosse e pesanti che ti schiacciano e tu non riesci proprio a muoverti… e sai che se mai dovessi muoverti probabilmente moriresti…Ma in quei momenti riuscivo solo a pensare che forse un domani sarei riuscita a dimenticare… e mi chiedevo che senso poteva avere parlarne con tuo figlio o con tua nuora… perché il dolore che avrei creato in loro sarebbe grande quasi , o forse di più, del mio…. E non volevo e non voglio fare soffrire nessuno… perché già ho sofferto tanto io. Ma oggi, forte dei miei trentun’anni so, caro mio, che se ora sto scrivendo questa lettera… e se mai dovessi scegliere di fare una bella serie di manifesti in giro per il tuo paese…. La colpa non è mia… la sofferenza non la creo Io… tutta questa enorme sofferenza che ci porteremo dentro, tutti, per sempre è stata la tua vera ed unica eredità… l’unica che valga la pena di ricordare per poter sperare per sempre di “essere diversi, magari non migliori, ma sicuramente diversi da te”.E siccome chi mi è stato vicino non è stato in grado di proteggermi da questo male oscuro e insidioso che eri tu…ora per lo meno ho il dovere di proteggermi da me stessa e dall’odio che provo per te.E questa è l’unica arma che sono in grado di usare.
Finalmente: dopo tutto,
Una donna.”
Purtroppo al giorno d’oggi, sono in molte le ragazze che subiscono di abusi, di violenze e molto spesso queste “violenze” accadono dentro le mura domestiche. Non sempre si ha il coraggio di DENUNCIARE chi ci fa del male, ma BISOGNA FARLO!
Non lasciare che il rimorso ti logori l’anima, non lasciarlo impunito, non permettere che faccia ciò che ha fatto a te ad altre persone.
Non sei sola!
Grazia Russo
Fonte:http://www.associazioneprometeo.org/default.ph...

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne


La scelta del 25 novembre, come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna nacque da un accordo delle partecipanti all'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi - Bogotà 1981-, quando accettarono il sollecito della delegazione della Repubblica Dominicana che proponeva di rendere omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujill
Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.
In Italia solo dal 2005 diversi Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty international festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali in contrasto alla violenza alle donne.

I diritti delle donne sono diritti umani a tutti gli effetti
e qualunque violazione di questi diritti è pertanto una violazione dei diritti umani.

Scopo della campagna è quindi l’eliminazione di tutte le forme di violenza sulle donne attraverso:

- il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di genere come violazione dei diritti umani;

- il rafforzamento delle attività a livello locale ed internazionale contro questo tipo di violenza;

- la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie condivise ed efficaci in materia;

- dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo;

- il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per l’eliminazione di questo tipo di violenze.

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Le sorelle Mirabal nacquero in Ojo de Agua, provincia di Salcedo della Repubblica Dominicana.

Si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo che, nel 1930 giunse al potere con elezioni truccate, deponendo il presidente Horacio Vásquez (nel 1961, i suoi protettori di Washington, di fronte all'indignazione mondiale, lo lasciarono al suo destino e perì nell’agguato del 30 maggio)

il 25 novembre 1960

Minerva e María Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un canneto, subirono le più crudeli torture prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana.

Coperte di sangue, massacrate dalle coltellate, furono strangolate, messe nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio con lo scopo di simulare un incidente.

L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse gran dolore in tutto il paese e fortificò lo spirito patriottico della comunità, desiderosa di raggiungere un governo democratico che garantisse il rispetto della dignità umana.

Patria Mercedes (27 febbraio 1924 - 25 novembre 1960), la sorella maggiore, fu testimone delle numerose ingiustizie che si spesero nel suo paese. Si sposò molto giovane con Pedro Gonzáles Cruz con cui ebbe tre figli. La sua casa servì da rifugio e punto di riferimento per il coordinamento ed organizzazione del "Movimento 14 giugno". Quando il movimento fu scoperto, i dirigenti e la maggioranza dei suoi membri furono imprigionati, e tra loro; suo marito ed il figlio di 12 anni.

La sua casa fu rasa al suolo ed i beni espropriati.

Minerva Argentina (12 marzo 1926 - 25 novembre 1960) , nel 1955 si sposò con Manolo Tavarez Justo con cui ebbe due figli. Fu rappresentante delle idee politiche più avanzate della sua epoca e continua a costituire un riferimento storico per i paesi che costantemente lottano per la libertà. Minerva fu anche una delle organizzatrici del "Movimento 14 giugno". A 22 anni, fu imprigionata per avere respinto le pretese amorose del dittatore.

Antonia María Teresa (14 ottobre 1936 - 25 novembre 1960), la più giovane delle sorelle, collaboratrice del "Movimento 14 giugno", fu vittima della repressione, subendo il carcere diverse volte. Si caratterizzò per la sua fermezza e dignità durante gli interrogatori davanti agli uomini del" Servizio di Intelligenza Militare" (SIM).

Jaime David Fernandez Mirabal, un figlio della quarta sorella Mirabal, Bélgica Adela "Dedé" Mirabal-Reyes (inizialmente non coinvolta nel "movimento" contro Trujillo), è membro attivo del Partito della Liberazione Dominicana (PLD) è ha ricoperto la carica di vice-presidente della Repubblica dal 2000 al 2004 durante il primo periodo della presidenza di Leonel Fernandez.http://www.malnate.org/FESTIVITA/Contro%20la%2... Per la giornata mondiale contro la violenza sulle Donne!
Un fiore calpestato
Non torna più
ad essere quello di prima
i segni sul suo stelo
resteranno per sempre,
attento quando vai nei prati,
un bocciolo si spezza e muore
se viene preso
dalla mano maldestra dell'uomo
accarezzalo con cura,
L'acqua pura disseta e da la vita
Ma se la inquini avvelenerà
Tutto quello che
dalla tua terra raccogli,
una donna
è sempre al tuo fianco
ti rende padre,
fa di te l'uomo che sei
non approfittarne del potere
usa bene la forza che hai
è grazie a lei se sei nato,
non violentarla!

domenica 13 novembre 2011

SVEGLIATEVI MAMMINE

Perdonatemi se vi racconto un’esperienza personale. Di quelle che non si raccontano volentieri. Ma sono convinto che vi servirà.

E poi basta col silenzio su queste cose. Il silenzio è sempre colpevole.

Dunque: c’era questa bambina deliziosa, di nome Gabriella. Alla sera le rimboccavo le coperte e le raccontavo strane storie: Ulisse, la corsa all’oro di Jack London, la follia di Orlando, la Genesi (con un’Eva bisbetica, un Adamo perplesso e un Dio pasticcione che diceva “Oh, cazzo, mi sono sbagliato, ho creato le pulci”).

La domenica mattina passavamo ore nel lettone a ruzzolarci, a giocare, a ridere, a coccolarci. D’estate, quando faceva caldo, naturalmente eravamo nudi. Tra un viaggio di Ulisse e un ruzzolone sul letto mia moglie ed io le parlavamo, ovviamente, anche di pisello e pisella, di bambini, di spermatozoi, di parto, di sesso, di orgasmi, di piacere, d’amore. E probabilmente (io non me ne ricordo: erano i normali discorsi che tutti i genitori dovrebbero fare ai bambini) che esistono degli uomini che vogliono fare l’amore con le bambine.

A questo punto vi aspetterete la mia confessione (“il porco ha stuprato la bambina!”).

No, care mamme, se la pensate così dimostrate una volta di più di non saper nulla della sessualità maschile. Il desiderio è sempre figlio della repressione. Dove c’è innocenza non può esserci violenza.

E’ stato il classico cugino. Mia figlia era in vacanza dalla nonna, aveva quattro anni. Lui ne aveva venti, era un ragazzo mite, timido e un po’ complessato. Un insospettabile.

Sovrana ingenuità delle mamme: la mia bimba girava per casa quasi nuda, come sempre, e mia moglie non avrebbe mai pensato che dietro il cugino mite e un po’ tontolone potesse nascondersi un pedofilo. Un padre avrebbe fatto immediatamente rivestire la bambina, E, soprattutto, avrebbe fatto sentire in maniera discreta ma inequivocabile la sua presenza. Non ci fu violenza completa, per fortuna, ma un gioco sessuale un po’pesante.

Naturalmente, il cugino proferì a Gabriella il classico: “Non dire niente a nessuno, sennò ti ammazzo!”

Altrettanto naturalmente, appena uscito il cugino, Gabriella raccontò con schifo alla mamma che “le aveva messo il pisello tra le gambe”.

Mia moglie fu meravigliosa. Prima rassicurò, coccolò e disinfettò la piccola, minimizzando. Poi, angosciatissima mi telefonò (io ero via, a milleduecento chilometri):

Figuratevi la mia reazione. L’avrei ammazzato. Tra me e mia moglie cercammo di mantenere la calma. Ci assicurammo che non ci fosse stata una violenza fisica traumatizzante. Poi io telefonai al cugino. Lo misi di fronte alle sue responsabilità. Lui era, ovviamente, terrorizzato. Mi confessò che aveva avuto approcci con altre bambine. La sua sessualità era decisamente deviata verso la pedofilia. Era militare a Roma, in quel periodo. Gli detti l’indirizzo di una mia cara amica, una psicologa che si era messa a disposizione. Lui si impegnò ad andarla a trovare.

Però con lei non si fece mai vivo.

E allora, scusatemi, ma feci una cosa che non avrei dovuto faer.

Saltai sull’aereo per Roma. Entrai nella sua caserma per “visita parenti”. Sbiancò, quando mi vide. Eravamo in parlatorio: lo presi per il bavero, lo spinsi in un cesso e lo caricai di botte. Lo so, non è elegante. Lo so, la violenza non è una riposta. Però a me ha fatto un gran bene. I padri che mi leggono mi capiranno.

Ma la soddisfazione più grande me l’ha data Gabriella, un paio di anni fa, quando aveva ormai sedici anni.

Siamo a tavola, si parla casualmente delle solite cose. Il discorso capita sulla pedofilia. Lei, tranquillissima, fa: “Beh, è capitato a tante. Anche a me, da piccola, vi ricordate?”.

Io e mia moglie abbassiamo gli occhi sul piatto, travolti da un’ondata di emozioni. Lei, serafica, continua: “Sai, babbo, ti devo ringraziare: è merito tuo se ero preparata”.

Annaspo, boccheggio, sorrido. Finalmente respiro.



Care mammine: quanto ne sapete poco della sessualità di questi cari paparini, di questi dolcissimi nonni, di questi zii affettuosi che abbracciano i vostri bimbi e le vostre bimbe.

La sessualità maschile è complessa, penetrante per sua stessa natura. In tutti noi coesistono voglie più o meno espresse. Che, quando non sono arginate dai freni inibitori dell’etica o della morale, sfociano nella perversione o nella violenza.

Una volta nessuno di noi confessava quel pizzico di omosessualità che lo spingeva a guardare con curiosità e forse con un lieve frisson i compagni maschi sotto la doccia.

Oggi tutti accettiamo di avere una parte omosessuale: però facciamo ancora una gran fatica ad accettare le perversioni che screziano il lato oscuro della nostra sessualità.

Sia chiaro: non sto dicendo che l’omosessualità sia una perversione. Per me è solo una sessualità altra. E, ovviamente, non bisogna fare nessuna confusione tra omosessualità e pedofilia.

Ma come mai il papà medio è più guardingo della mamma media quando si tratta di mandare la sua bambina in giro con lo zio, col cugino, col nonno o col caro amico di famiglia?

Perché tutti noi maschi sappiamo, più o meno lucidamente, che per qualsiasi uomo una bambina è una grande tentazione sessuale.

Chiedetelo al vostro compagno, a vostro marito, a vostro padre.

Negheranno spudoratamente.

Ma non sono quasi tutti mariti, quasi tutti padri, i milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia per montare addosso (non trovo definizione migliore) a bambine di dieci, otto, perfino quattro anni?

Senza andare in Thailandia, e neanche in Belgio: l’Italia è piena di trafficanti di bambini. E spesso sono le mamme che vendono o spingono nel letto dell’amante la figlia di sette, otto anni.

Nella maggioranza dei casi di stupro, il colpevole è un parente stretto (padre, zio, cugino, nonno) o un amico di famiglia.

Conosco personalmente ben tre ragazze che, verso i sette-otto anni, hanno ricevuto approcci sessuali più o meno delicati dal nonno.

Allora, mamme: sappiate che chiunque può insidiare la vostra bambina (e, in misura inferiore, il vostro bambino). Aprite gli occhi.

E non dite: “a me non succederà mai”. Lo dicevamo anche noi.



Quindi: prepararsi. Non sono uno specialista, sono solo un papà attento. Però mi permetto lo stesso di darvi una serie di consigli di buon senso. Ringrazio fin d’ora chi – più esperto di me – vorrà integrarli.

Mamme, ricordatevi che:

- nel fondo di qualsiasi maschio alberga un pedofilo.

- Non c’è età in cui un bimbo sia troppo piccolo per le attenzioni di un pedofilo.

- Insegnate ai vostri figli a stare attenti alle automobili? Giusto. Insegnate loro anche che esistono degli adulti (compresi gli innocui esibizionisti) interessati sessualmente a loro.

- Avvertiteli che il pedofilo farà delle minacce. Ma che non c’è da avere paura: è lui che ha paura.

- Rassicurateli sul fatto che non c’è mai colpa da parte dei bambini. E che, in ogni caso, qualsiasi cosa facciano, la mamma ed il papà saranno sempre dalla loro parte.

- Non dite “a mio figlio non succederà mai”. Succede a una bimba su quattro, a un maschietto su dieci.

- Fidatevi del vostro uomo: di solito, su questi temi, è più all’erta di voi. E’ fondamentale che lui partecipi attivamente all’educazione sessuale dei vostri bimbi. Dividete con lui le ansie e i dubbi.

- In ogni caso, evitate che il vostro uomo dorma da solo con la bimba. Specialmente se la bimba non ci va volentieri. Specialmente se non è il papà.

- I pedofili sanno come diventare amici dei bambini, perché li amano davvero, anche emotivamente. Non fatevi fregare dallo stereotipo del bruto: non sempre il pedofilo ha la faccia del Pacciani. Spesso è un ragazzo carino e dolcissimo. E fa di tutto per lavorare a contatto con i bambini: maestro, animatore di parrocchia, sacerdote. Perfino baby-sitter, come si è scoperto il mese scorso a Milano.

- Spesso adottano strategie di lunga durata. Per esempio, se sono infermieri, cercano di farsi mettere nei reparti pediatrici. Per questo dovete accertarvi che in reparto, specialmente di notte, ci siano solo infermiere di sesso femminile. In caso contrario, protestare con il primario e soprattutto vigilare.

- Lasciate pure che i vostri bimbi giochino con lo zio, il nonno o il cugino. Ci mancherebbe. Ma fate sentire sempre la vostra discreta presenza. Evitate di mandarli in giro o in viaggio assieme da soli.

- E’ comunque abbastanza probabile che i vostri bimbi abbiano un approccio sessuale da parte di un adulto. Non drammatizzate: se il fatto non è violento può essere metabolizzato bene. Soprattutto se il bimbo è preparato.

- Se avete avuto un’esperienza personale, dividetela con il marito e con i bimbi: sarà un pretesto perfetto per aprire il dialogo e raccontare questo tipo di cose.

- Per favore, per favore, per favore: adesso non diventate paranoiche. Non fate crescere la vostra bimba nella paura degli uomini. Fatevi piuttosto, assieme ai vostri bambini, delle sane risate sugli esibizionisti e sui pedofili. Smitizzate. C’è un sacco di barzellette sull’argomento. Magari, invece, scriveteci qualche lettera su quel che è capitato a voi: sarebbe meraviglioso se su Linus le mamme o le ragazzine che hanno subito approcci sessuali potessero parlarsi e scambiare le proprie esperienze. Sarebbe un servizio reso a tutte le donne.

Non dimenticherò mai una sera in campagna, al Collaccio, una tavolata di famiglia con tante sorelle, cugine, cognate, amiche. Il discorso cadde sulle molestie sessuali. C’erano sette donne: tutte e sette raccontarono di essere state molestate da bambine. Ricordo la calda sensazione di appartenenza, la rassicurazione che emanava da Gabriella quando anche lei raccontò la sua storia. Era bellissimo sentire quel gruppo di donne solidali che avevano condiviso un fatto poco piacevole ma che, filtrato attraverso l’esperienza comune, veniva esorcizzato e smitizzato.



E ora, mammine, guardate la vostra bimba. Chiedetevi: “Oddio, vuoi vedere che anche lei….”.
Una volta su quattro, la risposta sarà probabilmente sì.solleviamoci.wordpress.com/2007/06/10/pedofili- - a-svegliatevi-mammi...

DON DI NOTO (METER), IRRESPONSABILI PAROLE DEL CAPO DEI SALESIANI OLANDESI

IRIS) – ROMA, 23 MAG – Le parole di padre Herman Spronck, capo dei Salesiani per l’Olanda? “Chi dice che non vanno condannate a priori le relazioni tra adulti e bambini è un irresponsabile. A maggior ragione se è un sacerdote. In quel caso è irresponsabile due volte, visto che sbaglia come uomo e come sacerdote. Forse padre Spronck dovrebbe chiedere scusa alla Chiesa. Forse padre Spronck dovrebbe chiedere scusa ai bambini e a Dio. Forse, più che altro, padre Spronck non è informato su quanto duramente la Chiesa sta lottando per i bambini e per avere un clero più santo e impegnato a promuovere la tutela e la dignità dell’infanzia”.È questa la prima reazione di don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter (associazionemeter.org), pioniere nella lotta alla pedofilia che proprio il 16 marzo scorso su denuncia di Meter avevano smantellato con l’operazione rescue la piattaforma pedofila culturale che aveva sede su un server in Olnada e che così commenta le incredibili frasi che padre Spronck ha rilasciato ieri in un’intervista in merito alla vicenda di un sacerdote che da anni un salesiano identificato come “padre B.”, 73 anni, fa parte del consiglio direttivo di “Martijn”, un impegno di cui era a conoscenza il suo diretto superiore.

“Un sacerdote che dice quello che ha detto Spronck è indegno della Chiesa, dell’abito che porta e della missione che compie. Bastano le inutili, stupide parole dette da una persona evidentemente non in sintonia con la Chiesa, a gettare discredito sul duro, forte operato che con coraggio Benedetto XVI e dei Vescovi e sacerdoti nel mondo. Ma come, mi chiedo, – prosegue don Di Noto – questo Papa ha dato giri di vite su giri di vite per combattere la pedofilia e l’abuso o la molestia da parte di sacerdoti indegni e che hanno perso di vista il rispetto dei bambini e la loro innocenza, e c’è ancora gente nella Chiesa e nella Società che pretende di dichiarare fesserie simili? E c’è chi ancora sostiene la “normalizzazione della pedofilia” come se non sia bastata l’Operazione Rescue (Salvataggio) che dopo una denuncia di Meter ha permesso lo “smantellamento della “piattaforma della pedofilia culturale” nel mondo con l’individuazione anche di 234 bambini abusati dai pedofili culturali, 700 indagati, 250 arresti e ben 70.000 iscritti a questa piattaforma. Mi vergogno di Spronck e apprezzo la nota della Congregazione Salesiana.

E se non condividesse la Chiesa su un dramma simile, forse dovrebbe chiedere la dimissione allo stato laicale ed è triste cha ancora tali affermazioni non sono configurabili come reato per “istigazione alla violenza sui minori”, conclude.

© http://www.irispress.it/Iris/default.asp -23 maggio 2011

http://www.zammerumaskil.com/rassegna-stampa-c....::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::IRIS) - ROMA, 23 MAG - Les paroles du Père Herman Spronck, chef des Salésiens pour les Pays-Bas? "Qui a dit qu'ils doivent être commandés à l'avance les relations entre adultes et enfants est irresponsable. Encore plus si il est un prêtre. Dans ce cas, il est irresponsable de deux fois plus mauvais que d'un homme et comme prêtre. Peut-être Spronck père devrait s'excuser auprès de l'Eglise. Peut-être Spronck père devrait s'excuser auprès des enfants et à Dieu peut-être plus que toute autre chose, le père de Spronck n'est pas informé de ce que l'Église se bat dur pour les enfants et d'avoir un sacerdoce saint, et s'engage à sauvegarder et promouvoir la dignité des ' enfance ». C'est la première réaction de Don Fortunato Di Noto, fondateur de l'indicateur prêtre (associazionemeter.org), un pionnier dans la lutte contre la pédophilie qui vient dernière Mars 16 sur un compteur plainte ont été démantelés avec l'opération de sauvetage plateforme culturelle pédophile était situé sur un serveur et Olnada commenté les phrases incroyables que le Père Spronck publié hier dans une interview sur l'histoire d'un prêtre qui depuis des années un salésien identifié comme "le Père B.", 73 , siège au conseil d'administration de «Martijn», un engagement qu'il savait que son supérieur direct.
«Un prêtre qui dit ce qu'il a dit Spronck est indigne de l'Eglise, leader du vêtement et de la mission accomplie. Il faut de l'inutile, stupide mots prononcés par une personne apparemment pas en harmonie avec l'Eglise, pour discréditer le dur, fort joueur qui a courageusement Benoît XVI et les évêques et les prêtres dans le monde. Mais comment, je me demande, - Don Di Noto continue - ce pape a donné la répression répression sur la lutte contre la pédophilie et l'abus ou de maltraitance par des prêtres et indignes qui ont perdu de vue le respect des enfants et leur innocence, et il ya encore des gens dans l'Eglise et dans la société qui prétend à déclarer de telles absurdités? Et il ya ceux qui soutient toujours la «normalisation de la pédophilie", comme si cela ne suffit pas d'Operation Rescue (Enregistrer) après une plainte de compteurs a permis au "démantèlement de la" plate-forme de pédophilie culturelle »dans le monde avec le puits de découverte de 234 enfants abusés par des pédophiles culturels, 700 suspects, 250 arrestations et 70 000 membres et à cette plateforme. J'ai honte de Spronck et j'apprécie la note de la Congrégation Salésienne.
Et si l'Église ne sont pas d'accord sur un jeu comme ça, peut-être qu'il devrait demander la démission à l'état laïc et il est triste, même cha ces déclarations ne sont pas configurés comme un crime pour "incitation à la violence contre les enfants», conclut-il.
© http://www.irispress.it/Iris/default.asp -23 mai 2011
http://www.zammerumaskil.com/rassegna-stampa-c ....
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Democrazie censurare anche internet////La démocraties censurent aussi Internet

En France, en Australie, mais aussi en Suisse, la lutte contre la pédophilie incite les États membres pour filtrer l'Internet. Le point sur l'occasion de la Journée mondiale contre la censure d'ordinateurLien* En Suisse, un filtrage très discret* Filtre anti-filtrage, manuel de l'utilisateurLa publicitéLe site d'Amnesty International n'est pas accessible depuis de nombreux pays, comme les bahaïs minoritaires en Iran ou dans ceux de la dissidence à Cuba C'est ce qu'on appelle la «cyber-censure." Ce vendredi marque la Journée mondiale contre cette pratique plus courante. Reporters sans frontières (RSF) a publié un rapport dans les temps à s'inquiéter de soixante États ont été impliqués dans le filtrage Web en 2009, comparativement à moins de la moitié de l'année précédente.«Les gouvernements sont conscients de l'importance de l'Internet dans notre société, en plus utilisé comme un espace d'information. Le soulèvement en Iran a montré la puissance que l'Internet est dans ce contexte, est inutile, par conséquent, le contrôle de la télévision ou les journaux si nous ne faisons de même avec le Web », explique Jean-François Julliard, de Reporters sans frontières le secrétaire général.Chine, l'Arabie saoudite, la Birmanie, la Corée du Nord et l'Egypte sont élevés dans cet état de choses n'est pas surprenant, la présence de nombreuses démocraties, cependant, est quelque chose de nouveau. "Ce n'est pas, cette fois pour vérifier les informations, mais plutôt pour protéger les droits d'auteur et la lutte contre la pédophilie, le terrorisme et la cybercriminalité», explique Jean-François Julliard. Incitation à la haine raciale et révisionnisme historique sont également couverts.Blacklist, pour la plupart des sites de pornographie infantile, sont bien développés en Italie, en Grande-Bretagne, le Canada, le Chili et la République tchèque et envoyé aux fournisseurs de services à bloquer les sites suspects. En Australie, un projet de loi plus radical a été développé en complément à la pédophilie, est l'incitation au terrorisme, la violence et la glorification excessive de drogues. Plusieurs études sur les sites favorables à l'euthanasie, l'avortement ou les pages d'extraits du roman Lolita de Nabokov, ne passerait pas à travers un tamis.La plupart des Australiens, comme les FAI, sont opposés à ce filtrage. L'organisation Save the Children justice est inefficace, avec des images pédophiles est souvent négociés par des canaux plus discrets, tels que les forums de discussion. «La pornographie juvénile n'est pas disponible sur les sites accessibles au public et ne seront pas affectés par la création d'un filtre», estime Colin Jacobs, co-directeur de l'Association électronique Frontiers Australia. "En outre, la liste des adresses bloquées est tenue secrète. Il n'est pas compatible avec la nécessaire transparence dans lequel la censure la pratique démocratique», explique le gérant.:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::                                                           ITALIANO                                                                                                                  ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: In Francia, in Australia ma anche in Svizzera, la lotta contro la pedofilia esorta gli Stati a filtrare Internet. Il punto in occasione della Giornata mondiale contro la censura informatica
Link

* In Svizzera, un filtraggio molto discreto
* Filtrare e contro-filtraggio, manuale utente

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Il sito web di Amnesty International non è accessibile da molti paesi, come la minoranza baha'i in Iran o in quelli del dissenso a Cuba. Questo si chiama "cyber-censura". Questo Venerdì segna la Giornata Mondiale contro questa pratica sempre più comune. Reporters sans frontières (RSF) pubblica un rapporto a tempo a preoccuparsi sessantina di Stati si sono impegnati in web filtering nel 2009, contro meno della metà dell'anno precedente.

"I governi si stanno rendendo conto dell'importanza di Internet nella nostra società, sempre più utilizzato come uno spazio informativo. La rivolta in Iran ha mostrato il potere che Internet è in un tale contesto, è inutile, quindi, controllare la televisione oi giornali, se non facciamo lo stesso con il web ", dice Jean-Francois Julliard, RSF segretario generale.

Cina, Arabia Saudita, Birmania, Corea del Nord e l'Egitto sono ad alto contenuto di questo stato di cose non è sorprendente, la presenza di molte democrazie, tuttavia, è qualcosa di nuovo. "Questo non è, questa volta a controllare le informazioni, ma piuttosto per proteggere i diritti d'autore e di lotta contro la pedofilia, il terrorismo e il crimine informatico", dichiara Jean-François Julliard. Incitamento all'odio razziale e il revisionismo sono anche coperti.

Blacklist, per la maggior parte dei siti web di pornografia infantile, sono ben sviluppate in Italia, Gran Bretagna, Canada, Cile e Repubblica Ceca e inviati ai fornitori di servizi in modo da bloccare i siti sospetti. In Australia, un disegno di legge più radicale è stato sviluppato in aggiunta alla pedofilia, è l'incitamento al terrorismo, alla violenza e esaltazione eccessiva di farmaci. Diversi studi dei siti a favore dell'eutanasia, pagine di aborto o estratti dal romanzo Lolita di Nabokov, non sarebbe passata al setaccio.

Maggior parte degli australiani, come gli ISP, si oppongono a questo filtraggio. L'organizzazione Save the Children giustizia inefficace, con foto pedofilo è spesso scambiata attraverso canali più discreti, come il forum di discussione. "Pornografia infantile non è disponibile su siti accessibili al pubblico e non sarà influenzato dalla creazione di un filtro", ritiene anche Colin Jacobs, co-direttore della Electronic Association Frontiers Australia. "Inoltre, l'elenco degli indirizzi bloccati viene tenuta segreta. Non è compatibile con la necessaria trasparenza censura pratica democratica in cui, "dice il manager.

NUOVE FRONTIERE NELL' ADESCAMENTO ON LINE DEI BAMBINI

La rete internet ha cancellato i confini geografici aprendo per tutti enormi potenzialità di comunicazione, scambio e contatto tra le persone. Tale meravigliosa opportunità ha purtroppo un suo rovescio della medaglia: dietro nickname di fantasia, attraverso falsi profili su community e social network veri e propri pedofili navigano la rete in cerca di contatti con bambini e ragazzi, si scambiano informazioni sui luoghi virtuali dove reperire materiale di abuso sessuale sui minori, argomentano scambiandosi opinioni sulla liceità della pedofilia.

Il pedofilo è in generale un criminale piuttosto lucido e con una scarsa percezione della gravità delle sue inclinazioni: spesso quindi la manipolazione è una modalità che ben sanno utilizzare e che mettono al servizio di una buona capacità di intrattenere rapporti "epistolari" e conversazioni scritte, le forme tipiche della comunicazione on-line. I pedofili inoltre sono sempre dei profondi conoscitori del mondo infantile e adolescenziale e sanno quindi come e dove concentrare le loro energie per aumentare al massimo la probabilità di ottenere confidenze da utenti minori della rete.

L'iter che conduce un contatto casuale tra un adulto e un minore a divenire un tentativo di adescamento è assai variegato in ragione di molti elementi tra cui spicca decisamente l'estrema variabilità tra personalità e comportamenti tipici dei pedofili.
Nella casistica arrivata all'attenzione dell'unità di Analisi dei Crimini Informatici e del Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia on-line ci sono soggetti con caratteristiche tipiche del criminale lucido, caratterizzato da complesse abilità relazionali che ne fanno un interlocutore attraente e competente nei contatti con minori e altri invece particolarmente diretti e aggressivi nell'interazione on-line, incapaci di attendere i tempi e le difficoltà dei minori più inibiti, con evidenti modalità di interazione e controllo delle emozioni particolarmente immature.

Il pedofilo tuttavia in genere inizia una conversazione su tematiche banali e tipiche della vita di un bambino/ragazzo cercando nelle chat (anche telefoniche), nei forum, nei siti di giochi di ruolo, nei social network proprio quei profili che corrispondono alla sua fascia di età preferita. Talvolta mente sulla sua età anagrafica, salvo poi rivelarla quando la relazione si approfondisce. Le richieste di confidenze sessuali arrivano a volte subito, a volte sono precedute da dichiarazioni di trasporto sentimentale. La richiesta di immagini osè è il passo successivo a cui segue, qualora ci sia la disponibilità del minore, la richiesta di un incontro reale.

Più recentemente è emerso come sempre più spesso minori in età preadolescenziale (età compresa tra gli 11 e i 14 anni) utilizzino pagine di social network per proporsi in modo provocante e allusivo di una disponibilità sentimentale e d erotica a coetanei ed adulti. Tale fenomeno costituisce una nuova frontiera di impegno delle azioni di prevenzione e repressione dello sfruttamento sessuale di minori a mezzo internet perché, comprendendo come l'inesperienza e l'immaturità di soggetti in fase evolutiva possa ingenerare comportamenti imprudenti, si ravvede in tali comportamenti elementi di grande pericolosità e di estrema preoccupazione. Soggetti pedofili ancora indecisi nel mettere in atto comportamenti di molestia on-line potrebbero interpretare i messaggi allusivi delle potenziali vittime come profferte di disponibilità autentica e consapevole, utilizzando di fronte a se stessi e alla propria coscienza deviata, argomentazioni che conducono ad un pericoloso passaggio all'atto. http://www.poliziadistato.it/articolo/view/102....

LE SCUSE DEI PEDOFILI

Il dipartimento di Giustizia Americano ha stilato le 5 scuse più utilizzate dai predatori di bambini per giustificare la propria natura.
Ve le riporto:
1) Negazione (“la vittima sta mentendo, non è accaduto nulla)
2) Minimizzazione (“è poi solo accaduto un paio di volte”)
3) Giustificazione (“io non sono un pedofilo io sono un child-lover)
4) Manipolazione (“il tutto è parte di una ricerca scientifica)
5) Attacco (“sono vittima di poliziotti violenti e associazioni di matti”).

Analizziamoli, brevemente, uno per uno, partendo dalla nostra esperienza:
1) la negazione: una costante.
Raro, rarissimo trovare un predatore che ammetta la colpa. Chi prova a curarli lo conferma. E conferma la pericolosità dei comportamenti “protettivi” di chi sta loro accanto. Che rafforzano in lui l’idea di non aver compiuto nulla di grave, impedendogli non solo di pagare per il reato commesso ma anche permettendogli di tornare a colpire una volta che le acque si saranno calmate.
2) Minimizzazione. Anche se pure questa voce, come le altre peraltro, si commenta da sola giusto è spenderci due parole.
Poiché non è il numero di volte in cui si è abusato un bimbo a decretarne il reato. Così come non basta avere nel pc dieci foto, anziché mille, per non essere un cacciatore di bambini.
3) Giustificazione: in questa forma ha senso nel linguaggio inglese. Tornerò domani sull’argomento aprendo con voi una discussione in merito. Qua dico solo che per questo motivo non useremo più la parola child-lover, ma d’ora in poi solo quella di child-molester. Poiché letteralmente il child lover è colui il quale vuole bene al bambino: qua invece si parla di molestatori, stupratori, manipolatori, aguzzini, mostri……
4) Manipolazione. Si manipola il bimbo per ridurlo al silenzio e si manipola l’informazione quando la pentola viene scoperchiata.
Abusare un bimbo per motivi scientifici o dire di aver cercato foto pedopornografiche per studi della stessa natura, vi apparirà come folle ma non è certo una novità ed accade più spesso di quello che vi immaginate.
5) Attacco. Spiacente ma su questo proprio non ne so nulla……….
CONTINUA…….http://www.massimilianofrassi.it/blog/category....

INCONTRARE O NO ANNI DOPO IL PEDOFILO

Incontrare o no, anni dopo, il pedofilo che ci ha tolto l’infanzia?
È un quesito che spesso ci riportate. A volte l’incontro è l’ultimo passo prima di chiudere definitivamente le porte al dolore e tornare alla vita. Altre invece è un ennesimo naufragio. Un’ennesima prova di dolore. Ricevuto.
Non c’è una sorta di ricetta, o di giusta risposta. Ogni storia fa da sé.
A volte, ripeto, è terapeutico (soprattutto quando si capisce quanto codardi siano questi soggetti che se guardati negli occhi, dovranno abbassare loro lo sguardo), altre invece (se ci si presenta a tale “incontro” non preparati, diventa un’occasione per lui di nuocere ancora).
Una nostra amica da alcuni mesi si crogiola proprio per questa decisione.
Quella che state per leggere è la sua lettera, che io per ora non commento.
Vorrei lo faceste voi.

” Forse è solo un volersi sentire dire “scusa”. Questo senso d’irrisolto. Profondo. Fortemente magnetico. E’ la vita che pretende un riscatto. Una bambina che chiede giustizia.
E’ passato un quarto di secolo. E ancora non si può dimenticare. Non ci si riesce. Le sue espressioni, il suo odore, le sue mani, la sua voce.
Quel giorno è successo qualcosa di spaventosamente inquietante. E quel giorno ha cambiato tutta la mia vita. In modo irreversibile.
Non l’ho mai presa troppo sul serio. E forse è stato un errore. Semplicemente, fare finta che non fosse successo nulla di grave, rendeva la gravità di quei gesti più sopportabile. In fondo ero solo una bambina. Non ero fatta per le cose da grandi, io. Come poter gestire quella paura, così immensa, senza un adulto che mi proteggesse? Come affrontarla, se non bastavo nemmeno a me stessa? E dunque l’ho ridimensionata. Cercando di farla piccola piccola. Una pallina minuscola che però ha mantenuto la stessa massa e, come una supernova, a un certo punto è implosa. Diventando un buco nero. Che sta sconvolgendo tutto. Che sta curvando lo spazio e il tempo attorno a sé. Cioè me. E con me, anche la mia salute mentale, se non mi sbrigo a risolvere l’irrisolto.
Non riesco a resistere al suo magnetismo. Mi sta risucchiando dentro di sé. Sempre più forte, sempre più velocemente, sempre più follemente. E’ una corsa che non si può fermare. E’ il mio passato che mi chiama. “Ehi tu…Questo è quello che ti è successo. Questa è la paura che hai provato. E questo è quello che accade quando quella paura non l’affronti”. Un buco nero.
“E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”(Nietzsche).
L’abuso sessuale è esattamente questo. E ora il mio abisso mi sta scrutando. Coi suoi occhi invisibili, ma che sento essere enormi. Profondo. Scuro. Immobile. Però capace di leggermi dentro e di attirarmi a sé. Perché è dentro me.
Ho bisogno di rivedere quel adulto, ora che sono grande anch’io e che possiamo lottare ad armi pari. Vorrei parlargli.
O forse no. Vorrei vederlo marcire in galera. O forse no.. A giorni mi sembra di stare sulle montagne russe. Sì. No. Sì. No. Sì. No. Come una luce intermittente che si accende e si spegne continuamente, quando i neuroni fanno contatto nella scarsa materia grigia che stoicamente resiste nel mio cervello. Cervello che spesso va in corto circuito. Specie quando cerco di sviscerare quei ricordi. Maledetta sindrome di Stoccolma. Che mi ha impedito di parlare. Per proteggerlo. Anche se lo odiavo… Per difenderlo. Anche se lui mi faceva del male…Per evitare che mi odiasse. Perché avevo bisogno di sentirmi accettata…Per evitare che lo scoprissero. Anche se abusava di me.
E ora che sono grande, ora sono io che non vedo l’ora di toccarlo. Sì. Con un bel paio di manette. Di vederlo. Certo. Con un bel pigiamino a righe bianche e nere. Orizzontali. Gli auguro una lunga vita. Già. Visto che sono così indecisa, che non gli venga in mente di defungere prima che io gli possa parlare. Che avrei un paio di cose urgenti da dirgli.
La prima, che sono cresciuta. Eh già. Non potevo mica rimanere piccola in eterno. Passi la Sindrome di Stoccolma, ma quella di Peter Pan gliela lascio volentieri.
La seconda, che sono incazzata. Molto incazzata. Con lui e con il mondo. Ma lui offre il giro e paga per tutti.Ecco. Le parole che lui non ha mai detto. “Mi dispiace”.
Ma io lo so che le sue, di scuse, non arriveranno mai.http://www.massimilianofrassi.it/blog/incontra....

sabato 12 novembre 2011

IL DIRITTO DEGLI ABUSATI

1) Ho il diritto di essere creduto.

2) Ho il diritto di ricevere assistenza terapeutica, medica, sociale, legale, da parte di professionisti preparati.

3) Ho il diritto di essere rispettato, anche in sede di Tribunale, perché la vittima sono io.

4) Ho il diritto di essere ospitato (nel caso di abuso familiare) in una struttura adatta a me e rispettosa delle mie esigenze.

5) Ho il diritto di non essere io a chiedere scusa a chi mi ha fatto del male.

6) Ho il diritto di decidere da solo se, quando e come perdonare chi mi ha abusato.

7) Ho il diritto di tornare a vivere e di essere aiutato a farlo.

8) Ho il diritto di essere accolto in una società che non difenda lui, ma me.

9) Ho il diritto di poter tornare a frequentare i luoghi a me destinati (scuola, oratorio, palestra, etc.) senza dovermi ritrovare a contatto con il mio abusante.

10) Ho il diritto di tornare a credere che la legge è davvero uguale per tutti:
soprattutto per le vittime!http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?....

giovedì 10 novembre 2011

I preti gestivano il traffico di bambini in Spagna

A breve in onda su Bbc 2 il più recente e completo resoconto sulla tragedia dei bambini trafficati in Spagna. Si tratta di una storia che abbiamo raccontato a più riprese: fin dal termine della guerra civile spagnola, e dunque fin dall’inizio della dittatura militare di Francisco Franco, molti bambini sono stati trafugati soprattutto da famiglie di oppositori politici e consegnati in adozione irregolare – in cambio di regolare parlamento – a famiglie contigue al regime disposte a pagare per accoglierli in casa. Gli infanti venivano prelevati direttamente dagli ospedali: la Bbc mostrerà che gli esecutori materiali di questi crimini furono preti, suore e altri soggetti vicini alla Chiesa Cattolica di Spagna.

I BAMBINI SCOMPARSI – “Alle madri veniva detto che i bambini erano morti in ospedale”, sostiene il Daily Mail riprendendo alcuni passi della storia, “e che non c’era modo di vedere il corpo del bimbo”. Così una madre – spesso single – veniva deprivata di suo figlio che finiva nelle mani di famiglie considerate “più adatte” secondo il regime militare. Il coinvolgimento degli uomini di chiesa viene definito come sistematico, visto che si parla di una “rete” di preti e suore, insieme a medici e infermiere, che favorivano questa pratica “dilagante”. E il risultato è che in Spagna oggi ci sono moltissime persone che rischiano di vedersi sconvolgere la vita fino alla negazione della propria esistenza. “Almeno 300mila bambini” sono stati coinvolti nella pratica nel corso degli anni, dice il Daily Mirror, e le parole della giornalista che ha realizzato il servizio non potrebbero essere più nette.

Ci sono donne e uomini in Spagna che hanno avuto la vita capovolta dopo aver scoperto che le persone che avevano sempre pensato essere i propri genitori li avevano comprati in cambio di denaro. E ci sono state madri che hanno urlato per anni che i loro bambini non erano morti – e che erano state chiamate “isteriche” – ma che ora stanno scoprendo come i loro bambini fossero effettivamente in vita e cresciuti da qualcun altro, per tutto questo tempo.I preti gestivano il traffico di bambini in Spagna
Tommaso Caldarelli
YOUniversal

Si tratta di un “sistema” quello che veniva posto in essere, favorito da una legislazione permissiva e che è continuato anche successivamente alla caduta di Francisco Franco.

IL GRANDE INGANNO – Responsabile, anche in questo caso, sarebbe stata la Chiesa Cattolica che ha sempre mantenuto “una notevole influenza sulla vita pubblica”; secondo ancora il Daily Mail questi traffici avrebbero coinvolto “il 15% delle totali adozioni” effettuate in Spagna fra il 1960 e il 1989. L’intera vicenda è venuta alla luce dopo che due ex-vittime delle vendite dei bambini, di nome Antonio Barroso e Antonio Barroso, hanno scoperto di essere stati venduti – “per 200mila pesetas”, uno dei due. Da quel momento sono iniziati i test a tappeto del DNA che hanno dimostrato come molti dei bambini non fossero figli naturali delle famiglie con cui erano cresciuti: “Le tombe dei presunti bambini morti sono stati aperti rivelando in alcuni casi ossa di animali o di adulti, o proprio nulla”. E ciò che peggio è che dopo la fine dell’era di Franco, le leggi sull’amnistia hanno impedito qualsiasi inchiesta giudiziaria in tutto il paese: ora sono singoli procuratori ad indagare sull’accaduto. Oltre ai giornalisti, ovviamente.http://www.giornalettismo.com/archives/159133/...

Pedofilia: la cura non esiste.

I detenuti pedofili sono ristretti in sezioni speciali degli istituti penitenziari italiani. Separati dagli altri reclusi perchè considerati "infami" dagli stessi compagni di pena. C'è chi si indigna se li identifichiamo come soggetti malati. Ma lo sono e non esiste una cura per questa patologia. Definirli individui dalla personalità instabile non vuol dire sminuire l'orrore del reato che commettono violando l'infanzia dei bambini.

Non sono mai venuta a contatto con detenuti condannati per reati legati alla pedofilia. Nonostante ho avuto svariate volte la possibilita di accedere alle sezioni dove questi soggetti sono reclusi. .

Oltre ad aver conosciuto e seguito bambini abusati ho avuto modo di parlare a lungo con più psicologi che si occupano da anni di curare le piccole vittime di questa forma di violenza.

Difficilmente chi si accosta alle vittime della pedofilia riesce poi ad avvicinarsi al colpevole senza subire una forma di condizionamento psicologico, anche il terapeuta o l’operatore sociale che dovrebbe necessariamente mantenere il distacco emotivo (poichè la persona che hai di fronte è semplicemente paziente, non assassino o pedofilo) in questo specifico caso, fallisce.

La sofferenza di questi bambini è talmente straziante che non lascia indifferente neanche il medico più anziano e più esperto.

Non è inanzitutto una sofferenza che viene esternata (con il pianto ad esempio) ma è qualcosa di più profondo e silenzioso e devastante. I ricordi dell’abuso restano imprigionati in questo dolore. Quello che deve riuscire a fare il buon terapeuta è estrapolarli e poi metterli da parte.

Spesso vengono usate delle metafore con i bambini molto piccoli, del genere “questo ricordo o questo fatto lo sistemiamo in un angolo della mente o lo lasciamo nel cassetto della mia scrivania.”

Il fatto non può essere negato, annullato, sminuito…non si può far finta che non sia successo niente per rasserenare il bambino. Il ricordo dell’evento traumatico deve essere prima affrontato e poi arginato.Anche se chi subisce la violenza fa grande difficoltà a raccontare cosa lo turba.

In sintesi spesso l’abuso si identifica come una morte spirituale per chi lo subisce…ecco perchè è difficile se non impossibile per noi cercare di comprendere chi distrugge l’infanzia di un bambino fino a compromettere la sua emotività per tutta la vita.

Ma non si può non ammettere che il detenuto pedofilo è un’individuo malato e soffre di una grave patologia contro la quale attualmente non ci sono cure efficaci. Uscito, dal carcere sarà portato sicuramente a commettere nuovamente il reato.

Ammettere che l’individuo che si macchia di questa colpa non è sano psicologicamente non vuol dire assolutamente giustificare l’atto o sminuirlo.

Il pedofilo ha una personalità instabile è minacciato interiormente da impulsi che lo spingono a riversare i propri stimoli sessuali su bambini piuttosto che adulti.

Il dott. Fenechel ha definito la pedofilia un’identificazione con la vittima alla rovescia “Non io sono lui, ma lui è me”Dal sito www.benessere.com/sessuologia

La disposizione degli articoli e?