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giovedì 10 novembre 2011

Pedofilia: la cura non esiste.

I detenuti pedofili sono ristretti in sezioni speciali degli istituti penitenziari italiani. Separati dagli altri reclusi perchè considerati "infami" dagli stessi compagni di pena. C'è chi si indigna se li identifichiamo come soggetti malati. Ma lo sono e non esiste una cura per questa patologia. Definirli individui dalla personalità instabile non vuol dire sminuire l'orrore del reato che commettono violando l'infanzia dei bambini.

Non sono mai venuta a contatto con detenuti condannati per reati legati alla pedofilia. Nonostante ho avuto svariate volte la possibilita di accedere alle sezioni dove questi soggetti sono reclusi. .

Oltre ad aver conosciuto e seguito bambini abusati ho avuto modo di parlare a lungo con più psicologi che si occupano da anni di curare le piccole vittime di questa forma di violenza.

Difficilmente chi si accosta alle vittime della pedofilia riesce poi ad avvicinarsi al colpevole senza subire una forma di condizionamento psicologico, anche il terapeuta o l’operatore sociale che dovrebbe necessariamente mantenere il distacco emotivo (poichè la persona che hai di fronte è semplicemente paziente, non assassino o pedofilo) in questo specifico caso, fallisce.

La sofferenza di questi bambini è talmente straziante che non lascia indifferente neanche il medico più anziano e più esperto.

Non è inanzitutto una sofferenza che viene esternata (con il pianto ad esempio) ma è qualcosa di più profondo e silenzioso e devastante. I ricordi dell’abuso restano imprigionati in questo dolore. Quello che deve riuscire a fare il buon terapeuta è estrapolarli e poi metterli da parte.

Spesso vengono usate delle metafore con i bambini molto piccoli, del genere “questo ricordo o questo fatto lo sistemiamo in un angolo della mente o lo lasciamo nel cassetto della mia scrivania.”

Il fatto non può essere negato, annullato, sminuito…non si può far finta che non sia successo niente per rasserenare il bambino. Il ricordo dell’evento traumatico deve essere prima affrontato e poi arginato.Anche se chi subisce la violenza fa grande difficoltà a raccontare cosa lo turba.

In sintesi spesso l’abuso si identifica come una morte spirituale per chi lo subisce…ecco perchè è difficile se non impossibile per noi cercare di comprendere chi distrugge l’infanzia di un bambino fino a compromettere la sua emotività per tutta la vita.

Ma non si può non ammettere che il detenuto pedofilo è un’individuo malato e soffre di una grave patologia contro la quale attualmente non ci sono cure efficaci. Uscito, dal carcere sarà portato sicuramente a commettere nuovamente il reato.

Ammettere che l’individuo che si macchia di questa colpa non è sano psicologicamente non vuol dire assolutamente giustificare l’atto o sminuirlo.

Il pedofilo ha una personalità instabile è minacciato interiormente da impulsi che lo spingono a riversare i propri stimoli sessuali su bambini piuttosto che adulti.

Il dott. Fenechel ha definito la pedofilia un’identificazione con la vittima alla rovescia “Non io sono lui, ma lui è me”Dal sito www.benessere.com/sessuologia

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