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sabato 29 dicembre 2012

India: e' morta ragazza stuprata sul bus

Vittima di una violenza di gruppo su un autobus, era stata trasferita in un ospedale di Singapore, ma le lesioni subite le sono state fatali.

E' morta la giovane studentessa indiana di 23 anni, ricoverata in un ospedale a Singapore, due settimane dopo lo stupro selvaggio subito da parte di sei uomini su un autobus che transitava in un quartiere bene di New Delhi. La violenza è avvenuta lo scorso 16 dicembre. I medici dell'ospedale di Singapore, dove la 23enne era stata trasferita dal 26 dicembre, avevano emesso un bollettino nel quale si diceva che "alle 21 ora locale (le 14,00 in Italia) le condizioni della paziente volgono al peggio'.
Il peggioramento si è verificato "nonostante la lotta dei medici per tenerla in vita, in particolare con dispositivi di assistenza alla respirazione, dosi massicce di antibiotici e antivirali per ottimizzare la sua capacità di lottare contro le infezioni". La ragazza, colpita tra l'altro da un'infezione polmonare e con una lesione cerebrale, aveva avuto un arresto cardiaco.
LA FAMIGLIA DELLA GIOVANE VITTIMA - La famiglia spera che la morte della loro ragazza contribuirà a trasformare l'India in un luogo più sicuro per le donne. Lo ha riferito l'ambasciatore indiano a Singapore, T.C.A. Raghavan. Il diplomatico afferma che i famigliari "sono in uno stato di prostrazione" ma "hanno ricevuto il conforto di un gran numero di messaggi di solidarietà pervenuti da ogni dove". Intanto nella capitale la polizia ha dispiegato un ampio dispositivo di sicurezza che coinvolge migliaia di agenti, con il blocco di tutte le strade che portano all'India Gate, dove nei giorni scorsi si sono svolte importanti manifestazioni, e la chiusura di una decina di stazioni della metropolitana. In mattinata nell'area del Jantar Mantar e al Ramila Maidan si svolgeranno manifestazioni autorizzate. Con il decesso della giovane la polizia ha annunciato di aver formalizzato per i sei colpevoli l'accusa di omicidio.
Prima di essere trasferita a Singapore, la giovane studentessa era stata operata tre volte per ferite intestinali a New Delhi. Ad aggredirla, colpendola con sbarre di ferro e violentandola per oltre un'ora a bordo di un autobus prima di gettarla dall'automezzo in movimento, erano stati sei uomini. Tra loro anche il conducente del bus. Gli aggressori avevano anche colpito ferocemente il fidanzato della giovane, un ingegnere informatico di 28 anni: i due fidanzati erano saliti sull'autobus per tornare a casa dopo essere andati al cinema.
Il primo ministro indiano Manmohan Singh ha presentato le condoglianze "a nome di tutta l'India". Questo stesso concetto è stato espresso anche dal presidente della repubblica Pranab Mukherjee, il quale ha aggiunto che "era una ragazza forte e coraggiosa che ha lottato fino all'ultimo minuto per la sua dignità e per vvere. E' una vera eroina che simboleggia il meglio della gioventù indiana e delle donne". I famigliari della ragazza, di cui non è stata resa nota l'identità, sono rimasti al suo capezzale fino all'ultimo momento, esprimendo dopo il decesso il desiderio di riportare i resti in India. Secondo l'ambasciatore indiano a Singapore, il rientro della salma avverrà nel pomeriggio indiano (metà giornata italiana).
Sonia Gandhi, la presidente del partito del Congresso indiano, ha chiesto che si faccia ''rapida giustizia''. Conversando con i giornalisti, quella che e' considerata la donna più potente dell'India ha ripetuto di essere favorevole a che la giustizia agisca in tempi rapidi nei confronti dei colpevoli.
Il commissario di polizia Dharmendra Kumar ha precisato che il reato di omicidio è regolato dalla sezione 302 del Codice penale indiano e che l'inchiesta è in mano ad un Procuratore speciale che preparerà l'accusa contro gli imputati sfruttando una "corsia preferenziale". Per completare il rapporto della polizia, ha infine detto, si dovrà attendere il risultato dell'autopsia già realizzata nell'ospedale Mount Elizabeth di Singapore. Le sei persone arrestate dopo il brutale assalto contro la ragazza il 16 dicembre, e nei giorni successivi, sono l'autista dell'autobus in cui è avvenuto lo stupro, Ram Singh, suo fratello Mukesh, Akshay Singh (alias Thakur), Pavan, Vinay e una sesto individuo di cui non è stato reso noto il nome perché potrebbe essere un minorenne.
 Sabato 29 dicembre 2012 15:53

 


India, la furia delle donne contro le violenze




mariella gramaglia
 27/12/2012 - India,

Sono furiosi, «impazienti» - come scrive eufemisticamente la cronista del Times of India - i cittadini e le cittadine di Nuova Delhi che manifestano in tutta la metropoli (e non solo) per una giovane donna che lotta fra la vita e la morte. E’ stata stuprata da un branco di sei aggressori su un autobus abusivo della capitale. I manifestanti sono così furiosi che i medici che avevano in cura la ragazza prima che venisse trasferita, hanno dovuto pregarli di allontanarsi dell’ospedale per non perdere la concentrazione. Così minacciosi che il Parlamento ha deciso di dedicare oggi un’altra seduta speciale alla vicenda.
Qualcosa di nuovo è accaduto. La violenza contro le donne, endemica nel subcontinente, sta spezzando gli argini. E’ aumentata del 25% negli ultimi sei anni. La modernizzazione la rende più visibile, più simile a ciò che anche noi soffriamo.

Le donne sfilano in corteo con i cartelli scritti a mano, in inglese, in hindi, in altre lingue locali: giù le mani dal nostro corpo - gridano, come in tutto il mondo. Gli uomini, o meglio molti uomini, innalzano manifesti stampati in serie con un cappio a tutto campo: impiccateli, impiccateli – ripetono.

Il 31 ottobre 2007, quando Giovanna Reggiani morì a Roma in seguito alla violenza feroce di un rom, il corpo di una donna diventò pretesto di lotta politica fino alle elezioni dell’aprile successivo. Allo stesso modo la destra indiana, chiedendo pena di morte e castrazione chimica, affila le sue armi contro il Congresso di Sonia Gandhi. Molti giovani maschi seguono questa strada. Gli slogan miti degli uomini italiani, le migliaia di firme sotto lo slogan «Mai più complici», le catene di Sant’Antonio per aiutarsi a vicenda a non far del male alle proprie compagne, qui sembrano non attecchire: padri, fratelli e mariti mescolano lo sdegno con il possesso. Questo alla destra piace molto.

Sonia Gandhi, come in altre grandi occasioni in cui si è esposta a difesa dei poveri o dei musulmani perseguitati, ha intuito il momento. Da quando nel 2004 ha rinunciato alla carica di primo ministro, è una madre della patria. Ora ha deciso di investire il suo carisma potente per moltiplicare la voce delle donne con la sua. Dopo aver visitato la giovane al centro clinico di Delhi ha dichiarato che «tutto il Paese deve provare vergogna» e che la polizia e la giustizia vanno addestrate in modo nuovo: devono smettere di colpevolizzare le vittime.

Più giovani autonome, di ceto medio, si affacciano sulla scena pubblica e osano denunciare: vogliono la libertà e non sono disposte a sentirsi dire da avvocati e poliziotti che i loro abiti e i loro comportamenti inducono in tentazione. Come nell’Italia degli Anni Settanta (quelli del delitto del Circeo e della tortura di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez) è il branco a farla da padrone. La violenza familiare e di coppia – quella che da noi oggi prevale – è ancora sotto traccia.

Ma anche nei luoghi antichi, che parevano senza riscatto, qualcosa cambia. Nei villaggi remoti dell’Uttar Pradesh c’è il movimento dei sari rosa: ragazze di campagna, un tempo a capo chino, circolano in bande con questa nuova divisa e sono armate di bastone. Si difendono da sole dove la polizia non sa arrivare.
E dove talvolta, al contrario, infierisce come una gang sicura dell’impunità.

La condanna massima per violenza sessuale in India è di 10 anni. Noi - a prescindere dalle aggravanti - arriviamo fino a 16 anni per la violenza di gruppo. Ma, anche lì, come in Italia, l’incertezza della pena è desolante: solo il 25% dei processi si conclude con una condanna. Molte vittime, consapevoli di una cultura nemica, non sporgono nemmeno denuncia. Però sgolarsi sulla pena di morte fa bene ai polmoni.
http://www.lastampa.it/2012/12/27/cultura/opinioni/editoriali/india-la-furia-delle-donne-contro-le-violenze-AbXz5BGkJ5XHhDfHGTSK6H/pagina.html

sabato 24 novembre 2012

Violenza sulle donne: 98 vittime nel 2012





di Francesca Porta

 Secondo i dati raccolti da Telefono Rosa, in Italia viene uccisa una donna ogni due giorni 

Sono novantotto le donne uccise in Italia dall'inizio del 2012. Praticamente una ogni due giorni. Il dato, altamente allarmante, è stato diffuso ieri da Telefono Rosa, associazione che ogni giorno risponde alle richieste di aiuto di tante donne italiane vittime di violenza.
Secondo Telefono Rosa, appunto, nel 2012 si registra un'escalation di violenza nei confronti delle donne. Si è passati da un omicidio ogni tre giorni, registrato l'anno scorso, a uno ogni due giorni. Nella maggior parte dei casi si tratta di violenza domestica: gli autori dei delitti, infatti, sono per lo più mariti, fidanzati ed ex partner.
Questi dati trovano conferma in quelli raccolti dall'Istat. Secondo l'Istituto di statistica, infatti, negli ultimi anni in Italia è aumentato il tasso di omicidi che avvengono in ambito familiare o sentimentale. E dato che solo il 15% delle vittime sono uomini, nella maggior parte dei casi si tratta di violenza sulle donne.
«È una mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile», ha dichiarato Maria Gabriella Carnieri, presidente di Telefono Rosa. «Non c'è una risposta adeguata a questa crescita inaudita di dati relativi alla violenza sulle donne».


Convenzione di Istanbul contro la violenza delle Donne

  Rospo_Brianzolo


Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle pari opportunità Elsa Fornero ha firmato a Strasburgo la convenzione di Istanbul contro la violenza delle donne: "La violenza contro le donne è orribile e ripugnante, e quella di oggi non è solo una firma formale: mi impegno a tornare a breve con la ratifica".
La Convenzione di Instambul è uno strumento giudiricamente vincolante in Europa per la creazione di strutture per combattere la violenza tramite la prevenzione, l’azione giudiziaria e il supporto alle vittime.
La Fornero si è impegnata ad accelerare possibilmente entro questa legislatura la ratifica parlamentare della convenzione, avendo anche l’appoggio di tutti i partiti.
Io credo che sia un grande passo in avanti su un problema serio e spesso dimenticato, in evidenza la protezione delle donne verso ogni forma di violenza, l’eliminazione della discriminazione al fine di una concreta parità tra i sessi, la promozione della cooperazione internazionale (perseguibilità penale sugli aggressori anche nel caso fuggano all’estero come spesso capita), la predisposizione di politiche per la protezione e l’assistenza in favore delle vittime.
Per chi volesse leggere la convenzione trovate il testo completo sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

http://www.style.it/news/dall-italia/2012/10/08/violenza-sulle-donne-98-vittime-nel-2012--una-donna-uccisa-ogni-due-giorni.aspx
http://blog.libero.it/fermatalibera/11608438.html

venerdì 9 novembre 2012

Bambina Triste


Scendono due lacrime,
disegnano sul viso solchi profondi,
scendono graffiando di ricordi gli occhi,
disegnando di sangue ciò che la mente nasconde
ciò che il cuore vorrebbe tacere.
L' orizzonte non è che un mero spiraglio di evasione,
ove l' anima cerca di giungere, ma la fatica è tanta,
troppa.
Tutto torna, tutto risorge,
come una nera fenice che dal fuoco del tempo rinasce
e nel suo volo altro non porta se non desolazione,
e l' immagine di una bambina sola,
di fronte allo specchio eterno
di ciò che cela dentro di sé,
nell'acuto grido di dolore che le sgorga dal cuore,
quando tutto intorno non c'è che silenzio,
e nessuno ascolta.
Nessuno sa. 
Poesia Eleision

domenica 4 novembre 2012

Le bambine vendute per dieci euro e altri orrori



Una bambina indigena di 10-12 anni in Amazzonia vale pochi euro. A volte solo un pacchetto di caramelle o una maglietta. A comprare l’innocenza delle bimbe sono quasi sempre uomini adulti con la pelle bianca ricchi e potenti, sicuri di rimanere impuniti. La polizia, infatti, archivia abitualmente le denunce delle madri delle bambine indigene stuprate.
LE 12 DENUNCE PRESENTATE – Sono gia’ 12 le denunce presentate nell’ultimo mese alle autorita’ di Sao Gabriel da Cachoeira, citta’ di 38 mila abitanti dell’Amazzonia, al confine con la Colombia. Le 12 ragazzine hanno gia’ messo a verbale le loro dichiarazioni che inchiodano nove uomini adulti, tra i quali figurano un imprenditore, alcuni commercianti, un ex politico, due militari e un meccanico, come rivela il quotidiano ‘La Folha de Sao Paulo’. Le bambine sono di etnia tariana, uanana, tucano e bare’ e vivono all’estrema periferia di Sao Gabriel da Cachoeira, dove il 90 per cento della popolazione e’ indigena.
MINACCE E RIFUGI – Dopo le denunce, le piccole vittime sono state minacciate e alcune di loro sono dovute fuggire per trovare rifugio da parenti lontani. A difendere le bambine di Sao Gabriel – scrive il giornale – c’e’ pero’ una missionaria coraggiosa e determinata: suor Giustina Zanato. Originaria di Marostica, in provincia di Vicenza, la missionaria salesiana, 63 anni, presta la sua opera al fianco dei piu’ poveri e indifesi dell’Amazzonia dal 1984.
I RISULTATI – “Abbiamo presentato numerose denunce, ma non abbiamo visto risultati. E’ molto triste pensare che chi dovrebbe far rispettare la legge non lo faccia”, ha detto la missionaria, che dal 2008 coordina il programma ‘Menina Feliz’, che assiste le bambine violentate e abbandonate. Nel centro di suor Giustina, le bambine vengono curate, vestite e rifocillate. In seguito possono anche imparare un mestiere seguendo corsi di cucito, artigianato e informatica. La missionaria ha testimoniato piu’ volte contro i responsabili degli abusi ma sostiene di non avere paura delle minacce di morte ricevute.
‘Giro per tutta la citta’ e non ho paura. So di svolgere il mio ruolo di religiosa e di persona appartenente alla famiglia indigena, che mi ha accolto cosi’ bene al mio arrivo in Brasile’, dice suor Giustina, che il giornale brasiliano paragona per coraggio ed impegno ad un’altra ‘eroina’ degli indios dell’Amazzonia: Dorothy Stang, la missionaria americana naturalizzata brasiliana uccisa con sei colpi di pistola nel 2005 ad Anapu, nello stato del Para’, per il suo impegno al fianco dei lavoratori ‘Sem terra’ contro la deforestazione.
SUOR DOROTHY – Piu’ volte minacciata di morte per il suo impegno contro l’occupazione illegale dei terreni degli indigeni da parte dell’industria clandestina del legname, suor Dorothy e’ un simbolo per gli indigeni dell’Amazzonia e il suo assassinio e’ stato definito dall’Ordine degli avvocati del Brasile ‘il crimine piu’ annunciato dalla morte di Chico Mendes’, il sindacalista ucciso a sua volta nel 1988 su ordine di alcuni latifondisti e diventato il simbolo della lotta ambientalista in Brasile e nel mondo. (ANSA)
http://www.giornalettismo.com/archives/580647/le-bambine-vendute-per-dieci-euro-e-altri-orrori/

venerdì 21 settembre 2012

Tutela dei minori: schedati tutti i pedofili in un registro e introdotti nuovi reati

21 settembre 2012 DI Temistocle Marasco | 232

 Finalmente è stato approvato il disegno di legge sulla tutela dei minori che introduce i nuovi reati di istigazione alla pedofilia e alla pedopornografia [1] e l’adescamento di minorenni su internet (il c.d. grooming) [2]. Il testo (che ratifica la Convenzione del Consiglio d’Europa del 2007 per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, cosiddetta Convenzione di Lanzarote), era stato accolto, nell’inverno scorso, dalla Camera dei Deputati (http://www.laleggepertutti.it/992_minori-e-internet) ed era in attesa del vaglio del Senato. Ci sono voluti ben tre anni e sei letture parlamentari! Vediamo nel dettaglio le novità.

 - È stata introdotta la nuova figura del reato di istigazione o apologia di pratiche di pedofilia e pedopornografia: è il caso di chi, anche con mezzi telematici, pubblicamente istiga a commettere o fa l’apologia di delitti a sfondo sessuale nei confronti di minorenni (prevista la reclusione da tre a cinque anni). Il criminale non potrà invocare “a propria scusa, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume”. -

 È stato introdotto il nuovissimo reato di adescamento di minorenne su internet (grooming). Il grooming (letteralmente “prendersi cura”) è una tecnica con cui il criminale coltiva il rapporto con la vittima al fine di carpirne la fiducia con artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante internet (ad esempio mediante chat o social network) o altri mezzi di comunicazione. Lo scopo del reo è passare dall’incontro virtuale all’incontro reale (prevista la pena della reclusione da uno a tre anni).

- Viene inoltre specificamente punito il turismo sessuale. -

 La novità più interessante è l’istituzione presso il Ministero dell’Interno dell’Autorità Nazionale responsabile per la registrazione e conservazione dei dati sui condannati per reati sessuali. 

Vengono previste più severe per il reato di maltrattamenti in famiglia [3] in danno dei minori.  -

 Novità anche sulle misure di prevenzione: la novità riguarda il divieto di avvicinamento a luoghi abitualmente frequentati da minori.

 - Infine, sono stati raddoppiati i termini di prescrizione per i reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza di gruppo.

 [1] Art. 414 bis c.p.
[2] Art. 609 undecies c.p.
[3] Art. 572 c.p.

“La Legge per Tutti” è un portale che spiega e traduce, in gergo non tecnico, la legge e le ultime sentenze, affinché ogni cittadino possa comprenderle. I contenuti di queste pagine sono liberamente utilizzabili, purché venga riportato anche il link e il nome dell’autore). Sito amministrato dallo Studio Legale Avv. Angelo Greco (www.avvangelogreco.it). Nell’ambito del diritto civile, svolge consulenza alle imprese, diritto della rete e diritto d’autore, diritto dei consumatori, privacy, procedure espropriative.
http://www.laleggepertutti.it/15238_schedati-i-pedofili-in-un-registro-e-introdotti-nuovi-reati-istigazione-alla-pedofilia-e-pedopornografia-e-di-adescamento-online?doing_wp_cron

mercoledì 19 settembre 2012

Pedofilia: il Senato approva la Convenzione di Lanzarote

Mercoledì, 19 settembre 2012 - 12:00:00
Il Senato ha approvato all'unanimità, con 262 sì, la ratifica della Convenzione per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, siglata a Lanzarote nel 2007, che è quindi diventata legge anche nel nostro Paese.
Il risultato sarà l'inclusione nel nostro codice penale, all'art. 414-bis, della parola pedofilia.
La Convenzione di Lanzarote è un un documento con il quale i paesi aderenti si impegnano a rafforzare la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, adottando criteri e misure comuni sia per la prevenzione del fenomeno, sia per il perseguimento dei rei, nonché per la tutela delle vittime.
L'obiettivo è contrastare quei reati che, come la pedopornografia, sempre più spesso vengono compiuti con l'ausilio delle moderne tecnologie e sono consumati al di fuori dai confini nazionali del Paese di origine del reo.
L'aula ha inoltre respinto due ordini del giorno della Lega, compreso quello che avrebbe impegnato il governo ad introdurre, per i condannati per abuso e sfruttamento sessuale dei minori, il trattamento di "blocco androgenico totale", piu' noto come castrazione chimica.
 http://affaritaliani.libero.it/sociale/pedofilia-il-senato-lanzarote190912.html

lunedì 10 settembre 2012

Pedofilia: le vittime del “mostro di Marcinelle”

Il 13 agosto 1996 il belga Marc Dutroux, la moglie Michelle Martin e un complice, Michel Lelièvre, vengono arrestati nell’ambito di un’inchiesta sulla sparizione di una quattordicenne.
Due giorni dopo, il 15 agosto, cade davanti agli occhi di un Paese attonito la maschera del “mostro di Marcinelle”, che sarà giudicato colpevole di sequestro, violenza sessuale e sevizie ai danni di sei ragazzine, due da lui assassinate, altre due morte di fame e freddo nella prigione che aveva creato per le sue vittime.
La polizia, su indicazione di Dutroux, fa irruzione nel covo dell’orco, e trova ancora in vita Sabine Dardenne, 12 anni e Laetitia Delhez, 14 anni.
L’inchiesta si allarga, gli accusati continuano a parlare, e viene svelata la trama criminale del pedofilo. Vengono collegate altre sparizioni di bambine e ragazze tra il 1995 e il 1996 in tutto il Paese: quella di Julie Lejeune e Melissa Russo, di 8 anni, rapite a Grâce-Hollogne, vicino a Liegi, e di An Marchal, 17 anni, e Eefje Lambrecks, 19 anni, sequestrate a Ostenda, nel nord.
Sabinne Dardenne scompare il 28 maggio del 1996 da Tournai, nel Belgio occidentale e Laetitia Delhez il 9 agosto da Bertrix, nel sud-est del Paese.
La gioia per il ritrovamento di Sabine e Laetitia ancora in vita viene subito offuscata dalla scoperta dei resti delle altre 4 ragazzine, sotterrate in due giardini.
Impossibile la fuga per le sue giovani vittime. Il pedofilo aveva studiato come rendere invisibili dall’esterno le celle dell’orrore.
Nel dicembre del 1995 Dutroux viene incarcerato per furto. La moglie e il complice lasciano senza cibo e al freddo Julie e Melissa, che dopo più di otto mesi di stenti e violenze muoiono.
Nell’ottobre del 1996 più di 300mila persone scendono in piazza per la “marcia bianca”, a sostegno delle famiglie delle vittime e per protestare contro l’inefficienza del sistema giudiziario e della polizia, che ha lasciato agire indisturbato il mostro per troppo tempo.
Si parla addirittura di una rete di pedofilia, di cui Dutroux farebbe parte, con protezioni importanti. L’ipotesi non troverà fondamento.
La collera della gente raggiungerà il suo culmine quando nell’aprile del 1998, il serial killer riuscirà a scappare. Una fuga di poche ore, che però costerà il posto ai ministri dell’Interno e della Giustizia.
Il processo contro il mostro di Marcinelle ha luogo nel marzo 2004: Dutroux è condannato all’ergastolo, sua moglie a 30 anni di prigione, il suo complice a 25 anni.
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venerdì 7 settembre 2012

Turismo sessuale a caccia di bambini


Quarantuno milioni di viaggi e 195 milioni di notti sono i tagli che la crisi ha fatto sulle vacanze degli italiani. Il numero medio di residenti che viaggia per vacanza è sceso di quattro milioni e mezzo di unità a trimestre facendo si che il turismo degli italiani tornasse sui livelli di quindici anni fa. 
Per trovare la stessa propensione a viaggiare per motivi vacanza occorre tornare al 1998. Una riduzione che colpisce trasversalmente le persone di ogni età, sesso e condizione professionale ma che pesa in modo particolare sulle famiglie più giovani. Crisi crisi crisi, non ci sono soldi ed ovviamente non si va in vacanza. Con un ma, infatti nonostante la crisi il drammatico fenomeno del turismo sessuale “tira” ancora (consentitemi il gioco di parole).
Secondo Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking) sono 80.000 i turisti sessuali di origine italiana. Il 60% sono occasionali, il 35% 16 abituali e il 5% pedofilo. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo il giro d’affari che ruota intorno al turismo sessuale minorile fattura tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari annui (stime 2010). Le vittime sono bambini dei Paesi in Via di Sviluppo con un’età compresa tra i 13 e 17 anni.
Il turismo sessuale che colpisce soprattutto i bambini, vittime indifese di uno sfruttamento che spazia dalla pornografia alla prostituzione, passando attraverso la tratta e i matrimoni precoci con il fine ultimo di un facile guadagno. Secondo dati dell’UNICEF, lo sfruttamento sessuale minorile a fini commerciali coinvolge ogni anno circa un milione di bambini. Ma le stime attendibili sono molto difficili da valutare, trattandosi di un mercato clandestino che sfugge a ogni analisi. La Dichiarazione di Stoccolma, adottata in occasione del Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei bambini (1996) definisce il Commercial Sexual Exploitation of Children (CSEC) come “una forma di coercizione e di violenza contro i bambini (che) è pari a lavoro forzato e a una forma contemporanea di schiavitù”. Il carattere della transnazionalità e della globalità degli spostamenti ha contribuito alla diffusione e all’ampliamento di questo fenomeno. Le forme principali e interconnesse di sfruttamento sessuale commerciale sono la prostituzione, la pornografia e la tratta per scopi sessuali. Altre forme di sfruttamento comprendono il turismo sessuale infantile, i matrimoni precoci e quelli forzati.
In Europa le partenze principali dei turisti sessuali si verificano da Germania, Olanda, Regno Unito, Francia, Belgio, Spagna e Italia. Dal Continente americano: Stati Uniti, Canada e Brasile. Le destinazioni prevalenti sono Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Filippine, Nepal, Pakistan, Russia, Taiwan, Cina, Sri Lanka, India, Indonesia, Brasile, Repubblica Dominicana, Colombia, Messico, Venezuela, Cuba, Kenya. L’Oriente e l’America Latina sono le principali mete del turismo sessuale minorile, ed è proprio in queste aree che va concentrata tutta l’attenzione nel coinvolgere e spronare il turismo locale a combattere tali forme di schiavitù.
Come combattere il turismo sessuale minorile. Molti alberghi di questi Paesi oggi aderiscono a network internazionali di lotta al turismo sessuale. Una di queste reti è la ChildSafe Network, nata nel 2005 in Cambogia da Friends International e oggi attiva anche in Thailandia, Indonesia e Laos. Il turista, accedendo alle strutture ricettive che espongono tali simboli, può essere certo di trovarsi in un albergo sensibile al problema e di non collaborare all’incremento del mercato sessuale locale. Un passo importante nella lotta contro il turismo sessuale è stato infatti rappresentato in questi ultimi anni dal tentativo di sensibilizzare il settore del turismo (dai tour operators, agli alberghi, alle agenzie di viaggio, fino ad arrivare direttamente al turista), e promuovere buone pratiche per un turismo maggiormente responsabile. Ha fatto scuola in questo senso il “Programma di prevenzione e controllo dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori ai fini commerciali” realizzato una decina di anni fa nella Repubblica Dominicana dalla Cooperazione Italiana insieme all’UNICEF locale e ECPAT-Italia. Si tratta sostanzialmente di far aderire gli operatori turistici a una scelta “etica” che, oltre a creare un consenso diffuso e internazionalmente riconosciuto sulla lotta allo sfruttamento sessuale minorile, porta anche un miglioramento del posizionamento sul mercato e presso l’opinione pubblica. Infine, per quanto riguarda il contributo italiano, la DGCS finanzia e realizza direttamente ormai da diversi anni numerose iniziative per la prevenzione e la lotta a tutte le forme di abuso e di sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti. Nel Luglio 2007 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (COE) ha adottato la Convenzione di Lanzarote che ha visto la partecipazione attiva dell’Italia in tutte le fasi della stesura del testo. La DGCS, in particolare, ha contribuito proponendo e ottenendo di includere lo strumento della cooperazione internazionale per assicurare una maggiore capacità dei Paesi aderenti nel prevenire e contrastare i gravi fenomeni oggetto della Convenzione. La Convenzione di Lanzarote risponde alla necessità di elaborare nuovi strumenti vincolanti per gli Stati Parte di contrasto allo sfruttamento e all’abuso sessuale dei minori.
Allo stato attuale, il testo è stato sottoscritto da 43 Stati membri del COE, fra i quali l’Italia. Ad oggi sono 17 gli Stati ad averla ratificata. Per quanto concerne l’Italia, un recente pronunciamento del Capo Dipartimento per le Pari Opportunità, alla presenza del Ministro delegato Fornero, ha annunciato la ripresa dell’iter parlamentare di ratifica della Convenzione, che dovrebbe concludersi in tempi ravvicinati. Proprio al fine di promuovere la ratifica e l’applicazione della Convenzione da parte dei Paesi firmatari è in programma una grande Campagna informativa a cui partecipa la DGCS insieme ad altre importanti istituzioni italiane impegnate sul tema, riunite in un apposito Gruppo di Lavoro di cui fanno parte anche il Consiglio d’Europa, il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Giustizia e l’Istituto degli Innocenti di Firenze.


martedì 28 agosto 2012

LIBERA L'EX MOGLIE DEL "MOSTRO DI MARCINELLE: INSIEME RAPIRONO 6 BIMBE

Martedì 28 Agosto 2012 - 16:55
BRUXELLES- Michelle Martin, ex moglie e complice del 'mostro di Marcinelle' Marc Dutroux, usufruirà della libertà condizionata e uscirà quindi dal carcere per trasferirsi in un convento. Lo decisione definitiva è stata presa oggi dalla Corte di cassazione belga.

LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE La Corte di Cassazione ha respinto, seguendo l'opinione dell'avvocato generale, i ricorsi contro la scarcerazione della Martin presentati dai familiari delle vittime e dal procuratore generale di Mons Claude Michaux. La sentenza di fine luglio del Tribunale di applicazione della pena, che dava il suo via libera alla libertà condizionata della Martin (trasferimento in convento e divieto di recarsi nelle regioni di Liegi e del Limburgo dove risiedono le famiglie delle vittime dei Dutroux) diventa quindi definitiva. L'ex signora Dutroux ha già trascorso in carcere 16 anni ed era stata condannata a 30 anni di prigione perché ritenuta colpevole di complicità con il marito nel rapimento di sei bambine e per la morte di due di loro.

giovedì 16 agosto 2012

Resta con gli angeli



Resta con gli angeli
quando temi di cadere.
Quando il baratro
di fronte a te
si fa sempre più profondo.
Resta con gli angeli,
quando il tuo cuore
vacilla...
indeciso se smettere di battere.
Resta ti prego...
Resta con gli angeli,
anche se spesso
non hanno ali,
e quelle che vedi
non sono bianche
come le immagini.
Anche quando l'anima freme,
tentata,
dall'ipocrita riflesso
dello specchio dell'esistenza.
Resta con gli angeli
e non verrà l'inverno gelido.
Resta...
perché se anche giunge
non mancherà mai
calore che ti scalda.
Resta...
Non negare un' abbraccio
del loro spirito gentile...
non avere paura
di essere come sei,
di provare quello che hai dentro.
Nessun timore
di cogliere il fiore
che in te rigoglioso
cresce,
e di lasciare che il sole
lo illumini.
Resta con gli angeli,
quando si fa sera.
Nessuna notte
sarà mai buia,
al chiarore
delle loro stelle...
Brilla la meraviglia che sei....
Resta con gli angeli.
Resta con me.


Poesia di Eleision

martedì 31 luglio 2012

Torna libera Michelle Martin moglie del mostro di Marcinelle

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La donna era stata condannata nel 2004 dalla Corte d’assise di Arlon dopo l'arresto avvenuto nel 1996. Avendo però già scontato più della metà della pena aveva il diritto di chiedere la libertà condizionata, cosa che ha fatto per ben cinque volte. L'ultima richiesta è stata ora accolta dal tribunale di Mon


Condannata a 30 anni per aver aiutato il marito a sequestrare e violentare sei ragazzine, due delle quali furono lasciate morire di fame e di sete, torna libera la moglie Marc Dutroux., il pedofilo denominato  il mostr do Marcinelle. La magistratura belga, che aveva già negato la liberazione nel settembre dell’anno scorso, oggi ha autorizzato la scarcerazione di Michelle Martin. Le vittime, rapite e abusate, venivano nascoste in un vano ricavato nella cantina della sua villetta.
La donna era stata condannata nel 2004 dalla Corte d’assise di Arlon dopo l’arresto avvenuto nel 1996. Avendo però già scontato più della metà della pena aveva il diritto di chiedere la libertà condizionata, cosa che ha fatto per ben cinque volte. L’ultima richiesta è stata ora accolta dal tribunale di Mons. L’ex complice di Detroux, da cui è dovorziata dal 2003, uscirà quindi dal carcere per ritirarsi nel monastero delle Clarisse a Malonne, località a un centinaio di chilometri a Sud di Bruxelles. Quando si era profilata la liberazione lo scorso anno la Francia, dove la donna avrebbe voluto recarsi sempre in un convento, fece sapere che la Martin non era gradita. Nel maggio del 2011, infatti, i giudici avevano già dato il suo via libera alla libertà anticipata per la donna, ma il piano di reinserimento che prevedeva l’ingresso della donna in un convento in Francia non era stato poi attuato per il rifiuto opposto dalle autorità francesi. La donna, 51 anni, è stata riconosciuta colpevole di aver sequestrato, con il marito, le giovani vittime del pedofilo e di aver lasciato morire di fame le piccole Julie Lejeune e Melissa Russo di 8 anni. Il caso provoco’, in Belgio ma non solo, orrore e emozione. Condannato all’ergastolo Dutroux si più volte lamentato delle condizioni di detenzione paragonando almeno in un caso la sua prigione al campo di concentramento di Buchenwald”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/31/pedofilia-torna-libera-moglie-del-mostro-di-marcinelle/311505/

mercoledì 4 luglio 2012

“Siamo pedofili e ce ne vantiamo”


28/06/2012 - Il gruppo Martijn è stato vietato nei Paesi Bassi perché reputa positivo il sesso tra adulti e bambini 

 

I PRO PEDOFILI -Un tribunale olandese ha vietato ieri un’associazione di pedofili. Il gruppo, molto controverso, si chiama Martijn, e conta una sessantina di associati, che si battono per far accettare il sesso tra adulti e bambini. I magistrati di Assen ne hanno ordinato l’immediata chiusura, perché minaccia l’ordine pubblico. Secondo il tribunale olandese la pedofilia rappresenta un comportamento orribile, né normale né accettabile. Martijn lede inoltre i diritti dei piccoli, perché i bambini non sono in grado di difendersi rispetto agli approcci erotici degli adulti. A novembre un tribunale penale aveva rifiutato di procedere contro l’associazione fondata nel 1982. La procura allora si è appellata alla magistratura civile, che ha accolto la sua richiesta di divieto. Martijn promuove un sito che offre secondo i giudici una rete di supporto digitale e sociale ai criminali che molestano i minorenni.
RIFIUTO DI SCIOGLIMENTO - Il presidente dell’associazione pro pedofilia Marthijn Uittenbogaard ha definito la sentenza un giorno nero per la libertà di espressione e per lo stato di diritto. Il suo avvocato ha confermato l’intenzione di appellarsi contro il divieto, già comunicata nei mesi scorsi, visto che l’associazione non compie alcun reato, ma promuove la causa di chi apprezza il sesso tra adulti e bambini. Il precedente presidente del gruppo Martijn, Ad van den Berg, era stato condannato a più anni di prigione a causa del possesso di materiale pedopornografico. Van den Berg si era difeso sostenendo che i filmati e le foto a luci rosse con protagonisti i bambini servivano a scopo di ricerca. Anche a causa di questo caso era partita una petizione firmata da 72 mila olandesi che chiedevano lo scioglimento di Martijn. L’anno scorso si era scoperto che c’era anche un prete cattolico all’interno del consiglio direttivo del gruppo.
http://www.giornalettismo.com/archives/388063/siamo-pedofili-e-ce-ne-vantiamo/

venerdì 15 giugno 2012

I diritti dei minori visti dai minori



Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando
il portale Europa (http://europa.eu).
Una scheda catalografica figura alla fine del volume.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2011
ISBN 978-92-79-19043-8
doi:10.2758/60869
© Unione europea, 2011
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Il presente sondaggio è stato condotto per conto della direzione generale della Giustizia con il coordinamento dalla direzione generale
della Comunicazione.
Il presente documento non rappresenta il punto di vista della Commissione europea.
Le interpretazioni e le opinioni ivi contenute sono imputabili esclusivamente agli autori.
Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi
a trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea.
Numero verde unico (*):
00 800 6 7 8 9 10 11
(*)Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800
o non ne accettano la gratuità
.http://ec.europa.eu/justice/fundamental-rights...

martedì 12 giugno 2012

Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2012. Intensificare la lotta contro il lavoro minorile

 

 

Resta ancora ampia la distanza tra la ratifica delle Convenzioni sul lavoro minorile e le concrete misure intraprese dai governi per affrontare il fenomeno, afferma l’ILO in un rapporto pubblicato in occasione del 10º anniversario della Giornata mondiale contro il lavoro minorile celebrata ogni anno il 12 giugno.

 GINEVRA (ILO News) — Resta ancora ampia la distanza tra la ratifica delle Convenzioni sul lavoro minorile e le concrete misure intraprese dai governi per affrontare il fenomeno, afferma l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) in un rapporto pubblicato in occasione del 10mo anniversario della Giornata mondiale contro il lavoro minorile celebrata ogni anno il 12 giugno1.

Non si può essere soddisfatti se pensiamo che sono ancora 215 milioni i bambini e le bambine che lavorano per sopravvivere »
« Non si può essere soddisfatti se pensiamo che sono ancora 215 milioni i bambini e le bambine che lavorano per sopravvivere e più della metà sono sottoposti alle peggiori forme di lavoro minorile, come la schiavitù e la partecipazione ai conflitti armati. Non possiamo accettare che l’eliminazione del lavoro minorile faccia passi indietro nelle priorità dell’agenda dello sviluppo. Tutti i paesi devono impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, individualmente e collettivamente », ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia.

Le nuove stime, rese note lo scorso 1 giugno, ci dicono che circa 5 milioni di bambini e bambine sono vittime del lavoro forzato, che comprende condizioni tra cui lo sfruttamento sessuale e la servitù per debiti, e questa cifra è senza dubbio sottostimata2.

Le Convenzioni dell’ILO sull’età minima per l’accesso all’impiego (n.138) e quella sulle peggiori forme di lavoro minorile (n.182), hanno raggiunto il più elevato numero di ratifiche rispetto a tutte le Convenzioni dell’ILO. Su 185 Stati membri dell’Organizzazione, l’88 per cento ha ratificato la Convenzione 138 e il 95,1 per cento ha ratificato la 182. L’obiettivo è raggiungere la ratifica universale entro il 2015.

Nonostante ciò, secondo il nuovo rapporto dell’ILO Tackling child labour: from commitment to action (« Combattere il lavoro minorile: dall’impegno all’azione »), i progressi compiuti nel contrastare questo fenomeno aberrante sono stati spesso frenati dall’incapacità di tradurre gli impegni assunti in azioni concrete.

Secondo il rapporto, il divario più ampio tra impegno e azione si osserva nel settore dell’economia informale, dove hanno luogo la maggior parte delle violazioni dei diritti umani fondamentali. I minori delle zone rurali e agricole, così come i figli dei lavoratori migranti o delle popolazioni indigene, sono quelli più esposti al lavoro minorile.

L’ILO segnala inoltre che sono relativamente pochi i casi di lavoro minorile che vengono giudicati dai Tribunali nazionali e le sanzioni contro queste violazioni sono spesso troppo indulgenti per poter costituire un deterrente efficace contro lo sfruttamento dei minori. Questo vuol dire che è necessario rafforzare a livello nazionale gli organi giudiziari e le forze dell’ordine nonché i programmi di protezione delle vittime.

Se da un lato si sottolinea la necessità di fare di più, dall’altro l’ILO evidenzia anche gli importanti progressi raggiunti in molti Stati, tra cui:
  • Sono sempre di più i paesi che adottano Piani nazionali per contrastare il lavoro minorile.
  • Aumenta il numero di divieti legislativi il cui scopo è identificare e prevenire quelle attività lavorative ritenute pericolose per il minore.
  • Sempre più Paesi adottano leggi contro la prostituzione e la pornografia dei minori.
  • Si registra una maggiore cooperazione internazionale e collaborazione tra Stati membri, soprattutto per quanto riguarda la tratta di essere umani.

« Dovremmo anche prendere esempio e ispirazione da politiche e programmi nazionali esistenti per garantire un più efficace contrasto al lavoro minorile in tutti i paesi del mondo », ha affermato Somavia ed ha aggiunto « Lavoro dignitoso per i genitori e istruzione per i bambini e le bambine, sono elementi indispensabili per lo sradicamento del lavoro minorile. Moltiplichiamo i nostri sforzi e andiamo avanti sulla strada tracciata nella Roadmap adottata a L’Aia nel 2010 che prevedeva l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016 ».

Le Convenzioni dell’ILO proteggono i minori dall’esposizione al lavoro minorile. Insieme agli altri strumenti internazionali in materia di diritti dei bambini, dei lavoratori e dei diritti umani, rappresentano un quadro di riferimento importante per le legislazioni, le politiche e le azioni contro il lavoro minorile.

Nota ai redattori

  • La Giornata contro il lavoro minorile, celebrata ogni anno il 12 giugno, è l’incontro più importante di mobilitazione contro questo fenomeno. Il tema scelto per il 2012 è « Diritti umani e giustizia sociale: mettiamo fine al lavoro minorile ». Sono oltre 50 i paesi in cui vengono organizzati eventi per celebrare questa giornata su iniziativa di governi, imprenditori, lavoratori, Nazioni Unite, Ong e organizzazioni della società civile.
  • Per ulteriori informazioni o interviste ad esperti contattare il Programma dell’ILO per l’eliminazione del lavoro minorile: + 4122/799 6164 o +4176/771-3085 (English), +4122/799-7037 or +4176/371-1252 (English, Spanish), o +41799-6618 or +4176/7173-647 (English, French) o via email: ipec@ilo.org
1 Il Policy Note si basa su due rapporti presentati alla Conferenza Internazionale del Lavoro 2012 Fundamental principles and rights at work: From commitment to action e Giving globalization a human face.
2 ILO Global Estimate of Forced Labour

venerdì 8 giugno 2012

La Polizia Postale CHIUDE tutte le sezioni



by Polizia Postale Official Web Site Fan

Amici, vi scrivo per dirvi semplicemente "GRAZIE"...

Grazie per tutta la vostra solidarietà, che state dimostrando tutti i giorni sostenendo attivamente la nostra iniziativa "VERGOGNA".

"La Polizia Postale CHIUDE tutte le sezioni, questi sono stati i primi TAGLI del nostro "GOVERNO".

Questa decisione sarebbe a vantaggio della criminalità diffusa on line e della pedopornografia diffusa sul web.
Se dopo aver letto questo articolo la pensi come noi, puoi mandare un E-mail con scritto "VERGOGNA" direttamente al ministro tramite l'indirizzo riportato: scrivialministro@interno.it

La Polizia postale e delle Comunicazioni ha assunto i connotati con cui la conosciamo oggi, e ci viene invidiata dagli organismi investigativi delle polizie di tutto il mondo: un nucleo di esperti investigatori radicati sul territorio capaci di monitorare la grande Rete di Internet, e di agire come “sceriffi” informatici.

Siamo vicini a tutti gli "agenti, padri e madri di famiglia che lavorano all'interno delle sezioni della Polizia postale" ♥



Andrea Mavilla 21 Maggio 2012 ore 11:15

Premessa: Se dopo aver letto questo articolo la pensi come noi, puoi mandare un E-mail con scritto "VERGOGNA" direttamente al ministro tramite l'indirizzo riportato: scrivialministro@interno.it

Buongiorno amici, non vi nascondo che oggi sono deluso, amareggiato, arrabbiato nel ricevere numerose e-mail da vari agenti della polizia postale che mi fanno presente un fatto alquanto sgradevole.

Purtroppo le voci che giravano nei mesi scorsi, sull'eventualità di una possibbile chiusura delle "SEZIONI" Polizia Postale E Delle Comunicazioni, è UFFICIALE.

Questa decisione sarebbe a vantaggio della criminalità diffusa on line e della pedopornografia diffusa sul web.


La polizia delle comunicazioni è presente su tutto il territorio nazionale attraverso i 20 compartimenti, con competenza regionale, e le 80 sezioni con competenza provinciale.

Cosa intendiamo dire quando parliamo di compartimenti, e quando parliamo di sezioni?

Come scritto poc’anzi i “compartimenti” sono collocati nelle principali regioni italiane, le “sezioni” invece sono collocate in zone distanti dai capoluoghi di regione, per poter garantire ed accogliere i cittadini provenienti dai comuni più distanti.

Cosa comporta ai comuni cittadini la chiusura delle sezioni?

Voglio farvi un semplice esempio, per poter capire il disagio che verrà causato a NOI comuni cittadini;

La signora “Maria” è stata appena truffata, vive in un piccolo paesino della Campania “Casolla in provincia di Caserta”, per poter segnalare ed esporre il suo problema dovrà recarsi alla Polizia Postale di Napoli che dista solamente 42,8 km.

Marco invece vuole segnalare un caso di pedofilia, lui vive nella bellissima città di Ferrara, per segnalare ed esporre il suo problema dovrà recarsi alla polizia postale di Bologna che dista solamente 53,1 km.

Cari amici vi è chiaro il concetto?

In poche parole un cittadino che vive nelle città lontane dai capoluoghi di provincia, per esporre una denuncia/segnalazione dovrà farsi all'incirca 40 km (se gli andrà bene).

Sul sito ufficiale della polizia postale e delle comunicazioni potrete leggere in evidenza il seguente messaggio:

L'evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso indispensabile l'uso di Internet quale mezzo di scambio di informazioni, di accesso alle grandi banche dati, di esecuzione di transazioni e disposizioni finanziarie, di ideazione e creazione di nuove attività professionali.

La rapida diffusione dell'uso di Internet ha ben presto messo in evidenza i punti di debolezza della Rete stessa, in particolar modo con riferimento alla sicurezza informatica.

Quindi in un'era dove Internet viene sempre più usato da a milioni di utenti, che condividono, diffondono, scaricano, acquistano materiali di ogni genere, in Italia cosa succede?

Piuttosto che aumentare il livello di sicurezza informatico, garantendo ai cittadini la presenza costante della polizia postale su tutto il territorio,;

Andiamo ad eliminare e diminuire una delle risorse più importanti, che tutelano e proteggono i "minori" da PREDATORI DI BAMBINI.

La Polizia postale e delle Comunicazioni ha assunto i connotati con cui la conosciamo oggi, e ci viene invidiata dagli organismi investigativi delle polizie di tutto il mondo: un nucleo di esperti investigatori radicati sul territorio capaci di monitorare la grande Rete di Internet, e di agire come “sceriffi” informatici.

Sono state istituite diverse eccellenze tra cui il “Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet” oggi il punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni, provenienti sia da altre forze di Polizia anche straniere, sia da cittadini, da associazioni di volontariato e da Provider sugli odiosi crimini legati alla pedofilia.

Il Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), un’unità attiva h24 e volta a combattere e prevenire attacchi informatici alle strutture critiche strategiche del paese.

Oggi, la Polizia postale svolge attività d’intelligence e sicurezza telematica, di vigilanza di tutti quei reati tradizionali che hanno come fine o strumento per la loro realizzazione il mezzo informatico, e porta avanti investigazioni per la prevenzione e il contrasto delle attività terroristiche nazionali ed internazionali.

Da questi dati, verrebbe da pensare che la Polizia postale e delle Comunicazioni sia uno dei Servizi della Polizia di Stato su cui l'amministrazione voglia e debba investire di più, dal momento in cui su di essa passa una grossa fetta della sicurezza del Belpaese.

Andrebbe da se il fatto che la professionalità della Polizia postale dovrebbe per principio rimanere di altissimo livello, tramite investimenti, strutture formative adeguate e supporto di enti loca- li. Ma la realtà dei fatti è tristemente diversa.

Scusatemi ma io trovo tutto ciò semplicemente """V E R G O G N O S O """.

Andrea.
 http://www.nibiru2012.it/forum/breaking-news/la-polizia-postale-chiude-tutte-le-sezioni-140634.0.html

domenica 27 maggio 2012

Pedofilia: in Corea del Sud il primo stupratore seriale castrato chimicamente



SEUL - Nel luglio 2011 l’entrata in vigore di una particolare pena prevista per il reato di pedofilia: la castrazione chimica. All’epoca il provvedimento fu annunciato con orgoglio dal ministro della Giustizia e rappresentò la prima misura di questo tipo approvata in un paese asiatico.
            
Oggi, il noto e seguitissimo quotidiano coreano koreajoongangdaily, ha dato la notizia inerente la prima applicazione concreta della legge approvata l’anno scorso. La Corea del Sud, infatti, castrerà chimicamente uno stupratore seriale di 45 anni (indicato genericamente con il cognome di Park). L’uomo era stato già condannato per 4 episodi di violenza ed altri tentati stupri su bambine di età inferiore ai 13 anni. I fatti si sono verificati tra il 1984 ed il 2002, quando la norma che prevede la castrazione chimica per i pedofili non esisteva.
                           
La legislazione vigente, però, prevede il provvedimento nei casi di condannati ritenuti anche solo “probabili recidivi” e quindi potenzialmente pericolosi ed ha naturalmente effetto retroattivo. Nel caso specifico di Park, oltre alla recidività certa, sono presenti anche le altre due condizioni contemplate nella norma: l’età minima di 19 anni per i carnefici e quella non superiore ai 16 per le vittime. Se il famoso (e spesso contestata-confutato) “effetto deterrente” servirà a qualcosa, solo il tempo potrà dirlo. Sul web, intanto, sembrano quasi tutti concordi nell’approvare la castrazione chimica come forma di punizione per i pedofili acclarati.
            
E voi? Cosa ne pensate? Un simile “pericolo” potrebbe dissuadere persone evidentemente malate dal compiere determinati crimini? La pena di morte ha già dimostrato di funzionare poco come deterrente. Gli uomini dimostreranno di tenere maggiormente al proprio apparato riproduttivo che alla proria vita? E per le donne pedofile? Quale potrebbero essere i provvedimenti similari?
http://www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1716%3Apedofilia-in-corea-del-sud-il-primo-stupratore-seriale-castrato-chimicamente&Itemid=65 

mercoledì 23 maggio 2012

Pedofilia: CEI, non c'è obbligo di denuncia

Il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto». Nell'ultimo decennio 135 preti accusati, 77 giunti a Magistratura

 

CITTÀ DEL VATICANO - Entrano in vigore, senza alcuna sorpresa, le annunciate linee-guida della Cei «per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici» richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale.
Come ampiamente previsto, il documento stabilisce che «il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto» in merito ad abusi sessuali compiuti da sacerdoti su minori. Tuttavia è «importante la cooperazione del vescovo con le autorità civili, nell'ambito delle rispettive competenze e nel rispetto della normativa concordataria civile». Una linea giurisprudenziale che non prende in considerazione la fattispecie del favoreggiamento della pedofilia e che venne preannunciata nel maggio del 2010, quando il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, spiegò che «la normativa italiana non prevede l'obbligo di denuncia in questi casi».
Le linee-guida - una decina di cartelle - espongono la procedura della prima «accurata ponderazione circa la verosimiglianza» delle notizie sugli abusi sessuali compiuti da un sacerdote su un minore, poi la «indagine previa» e il successivo procedimento canonico. «E' opportuno che una documentazione del caso rimanga nell'archivio segreto della Curia». Nel secondo capitolo le linee-guida affrontano il tema dei «rapporti con l'autorità civile». Oltre all'assenza di un obbligo di denuncia, il documento Cei prevede che, in forza del codice penale italiano (articoli 200 e 256) e della revisione del Concordato (articolo 2), «i vescovi sono esonerati dall'obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero». Le linee-guida si concludono precisando che «ferma restando la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, la procedura relativa ai singoli casi è di competenza del Vescovo del luogo ove i fatti stessi sono stati commessi. Nessuna responsabilità, diretta o indiretta, per gli eventuali abusi sussiste in capo alla Santa Sede o alla Conferenza Episcopale Italiana».
Le linee-guida contro la pedofilia erano state chieste dalla Santa Sede a tutti gli episcopati mondiali, con una lettera circolare del maggio 2011, successiva allo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa. Era proprio il maggio di quest'anno la scadenza e il documento italiano, elaborato nei mesi scorsi e presentato ai vescovi riuniti in questi giorni nell'assemblea episcopale di primavera, ha già fatto «un passaggio informale ma autorevole» dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della fede, che «ha preso atto che la Conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente» le indicazioni vaticane, ha riferito in conferenza stampa il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata.
«Il triste e grave fenomeno degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici sollecita un rinnovato impegno da parte della comunità ecclesiale, chiamata ad affrontare la questione con spirito di giustizia, in conformità alle presenti Linee guida», è l'esordio del documento, secondo il quale «assume importanza fondamentale anzitutto la protezione dei minori, la premura verso le vittime degli abusi e la formazione dei futuri sacerdoti e religiosi».
Le linee-guida non recepiscono, peraltro, una serie di indicazioni elencate nella circolare vaticana. Tra l'altro, quel documento raccomandava che «le autorità ecclesiastiche si impegnino ad offrire assistenza spirituale e psicologica alle vittime»; sottolineava la necessità di riservare «una diligenza particolare» al «doveroso scambio d'informazioni in merito a quei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che si trasferiscono da un seminario all'altro, tra diocesi diverse o tra Istituti religiosi e diocesi»; sottolineava l'esistenza di programmi educativi in ambito ecclesiale «di prevenzione, per assicurare 'ambienti sicuri' per i minori»; ricordava che il Papa ha incontrato diverse vittime di preti pedofili e sottolineava che «la Chiesa, nella persona del Vescovo o di un suo delegato, deve mostrarsi pronta ad ascoltare le vittime ed i loro familiari e ad impegnarsi per la loro assistenza spirituale e psicologica». L'ascolto delle vittime e un «più rigoroso percorso formativo dei sacerdoti» erano peraltro presenti, a quanto si apprese, nella bozza delle linee-guida approvate oggi.
In conferenza stampa, monsignor Crociata ha peraltro reso noto, per la prima volta, un dato preciso di abusi sessuali emersi nel decennio che va dal 2000 al 2010, ricavato da una «ricognizione» compiuta presso le diocesi italiane nel corso degli ultimi anni. Sono 135 i casi «non solo verificatisi, ma emersi» nel corso del decennio, ha riferito in una conferenza stampa dell'assemblea di primavera della Cei. La cifra è relativa al numero di sacerdoti accusati, non al numero di abusi compiuti. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presule ha precisato che 135 sono i sacerdoti segnalati alla congregazione per la Dottrina della fede, il dicastero vaticano responsabile del 'dossier' pedofilia, mentre alla magistratura italiana sono stati denunciati 77 sacerdoti. Sul complessivo numero di 135, la congregazione della Santa Sede è giunta a 53 condanne e 4 assoluzioni, mentre i restanti 78 casi sono in istruttoria. Sulle 77 denunce giunte alla giustizia italiana, 22 preti sono stati condannati in primo grado, 17 in secondo grado, 21 hanno patteggiato, 5 sono stati assolti, 12 archiviati.
 http://www.lapoliticaitaliana.it/Agenzia/?d=20120522&id=60136

venerdì 11 maggio 2012

La vostra voce. Lettera di Renato alla mamma: perché non hai capito?

La lettera che pubblichiamo oggi è stata scritta da un nostro amico facente parte del coordinamento nazionale vittime pedofilia di Prometeo.
Destinatario: l’anziana madre, il cui cruccio che sapesse o meno, ha marcato profondamente la vita del figlio. Il quale oggi ha deciso di scriverle questa lettera. Dolorosa e forte. Ma necessaria e utile. Innanzitutto per buttare fuori quella rabbia covata dentro per 30 anni. E mai smaltita.
La lettera che verrà letta alla madre sarà diversa, però. Gli abbiamo infatti suggerito di modificare la seconda parte. Perchè lei è anziana, malata, ma soprattutto perché il fine non è distruggere, ma costruire, anzi ricostruire. Qua invece ci sta, così com’è, senza togliere una virgola. Perché è segno che un abuso può durare davvero decenni. Ma è anche segno che quando lo si vuole, c’è quella riscossa che porta a fare sì che “nessun dolore sia per sempre!”. E “il nostro Renato” apre con questa lettera la seconda parte della sua vita….!
«Cara Mamma,
ti sembrera’ strano che ti scriva una lettera cosi’ dopo tanto tempo ma ho
sentito il bisogno di farlo perche’ vorrei dirti tutto cio’ che non sono mai
riuscito a fare quand’ero bambino. Sei stata una brava mamma. mi hai voluto
bene, eri la mamma di tutti i miei amici. Ricordo che venivano tutti sempre e
volentieri a casa nostra, perche’ trovavano in te quella mamma che forse non
era la loro, quell’affetto che tu hai sempre saputo regalare a tutti e non solo
a me. Giocavi con noi, scherzavi  e ridevi con noi, e tutti si confidavano con
te, avevi sempre una parola di conforto. Io quel calore l’ho sempre sentito
tranne che… Per quella volta! Da allora non sono mai riuscito a parlartene,
un po’ per vergogna, un po’ per paura e comunque anche per quel dannato senso
di colpa che mi porto dentro da anni e che mi perseguita, di cui non riesco a
liberarmene.
I miei ricordi iniziano piu’ o meno da quando avevo 5/6 anni, eravamo una
bella famiglia, si viveva serenamente, ero un bambino felice, sereno e
sensibile, al punto che, come dicevate sempre voi, sembravo io la femminuccia
che non dava alcun problema, mentre mia sorella invece il maschietto ribbelle.
Quel bambino cosi’ sereno apparentemente, purtroppo non lo era e dentro di se
portava quel terribile segreto di cui  non riusciva a parlart,i. E’  stato
abusato per tanti anni! Nonno era l’orco, quell’uomo che voi tutti stimavate,
cosi’ bello con la sua divisa dell’aeronautica militare, la sua pipa con
l’inconfondibile odore di tabacco che si diffondeva ovunque passava, quell’uomo
e’ stato il mio incubo per tanti anni. Quando venivano a trovarci, lui e la
nonna, ci portavano tanti regali e tante cose buone da mangiare, eravano tutti
felici, tranne me, perche’ quella felicita’ io dovevo pagarla a caro prezzo. Mi
faceva sedere sul divano accanto a lui, davanti alla TV e quando non c’era
nessuno in sala, mi metteva un cuscino sulle mie gambe e con la sua mano mi
sbottonava i pantaloni e mi molestava ripetutamente. Questo accadeva ogni volta
che venivano a trovarci o che noi andavamo da loro. Mi chiamava, mi faceva
sedere…ed ogni volta la stessa cosa. Il cuscino forse lo utilizzava
evidentemente, per non farsi scoprire, semmai sarebbe entrato improvvisamente
qualcuno nella stanza, ma questo era il “minimo” che mi potesse accadere.
Quando invece, e te lo ricorderai benissimo, mi portava al cinema, oppure
uscivo con lui, si e’ vero che mi ci portava, ma poi io dovevo ricambiare quel
“regalo”, e sai come lo facevo? Mi portava a casa loro, la nonna era da voi, mi
spogliava nudo, e abusava di me . E’ andato avanti per anni e quando e’ morta la nonna,
avete avuto, tu e papa’, la brillante idea di ospitarlo a casa nostra, e dove
l’avete messo??? Nella mia cameretta!!! Volevo morire, pensavo che non avrei
avuto piu’ scampo, e cosi’ e’ stato. Mi ha abusato quasi tutte le notti, ogni
volta che ne aveva voglia, come e quando voleva e voi gli avete spianato la
strada per farlo, ha avuto terreno fertile e sembrava che il dolore per la
scomparsa della nonna, a lui non lo scalfisse minimamente, tanto aveva il suo
“giocattolino erotico” cosi’ a portata di mano, da potersi sfogare.Mi svegliava
in piena notte e abusava, ricordo il dolore, mi faceva male quando mi
penetrava, ma non riuscivo ad urlare, non riuscivo a respingerlo malgrado fossi
abbastanza grande ormai, in eta’ adolescenziale, lui non si fermava, ha
continuato a farlo per tutto quel tempo, senza che tu, voi, vi accorgeste mai
di nulla!!! Ma davvero tu, non ti sei mai accorta di nulla??? Una mattina,
stavo andando a scuola, facevo la 3^ media, tu stavi in cucina, davanti al
lavello e lavavi le tazze della colazione che ci avevi appena preparato. Lui
quella notte si era “divertito” come sempre ed io non ce l’ho fatta piu’.
Mentre uscivo da casa, davanti alla porta d’ingresso gia’ aperta, ti ho detto
:” Mamma… Nonno ni da fastidio, mi fa male!” Tu non ti sei nemmeno voltata,
sei rimasta li’ di spalle a me ed io sono scappato via dalla vergogna, nel
dubbio se tu avessi sentito o meno quello che ti avevo appena detto. Al mio
ritorno pensavo ne avessimo riparlato e ricordo l’imbarazzo e la vergogna
quando rientrai a casa. e invece.. Nulla!!! Il silenzio, non mi hai chiesto e
detto nulla e da quel momento per me e’ calata la notte per sempre. Ho capito
che ero solo nel mio dolore e che non ne avrei mai piu’ riparlato ma che dovevo
far qualcosa per salvarmi! Cosi’, una delle “solite” notti, l’orco mi ha
svegliato convinto di poter “giocare” ancora con me ed ha incominciato a
toccarmi. Ho deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe
fatto, gli ho fermato con forza la mano, gli ho stretto il braccio e con uno
spintone l’ho scaraventato con forza sul suo letto urlandogli:” Se lo fai
ancora, giuro che ti ammazzo!!!” Da allora non l’ha piu’ fatto, ero piccoletto,
avevo 13 anni ma mi sentivo cosi’ grande, immenso. La mattina successiva mi
sentii finalmente libero. Avra’ avuto paura? Non lo so, fatto sta che non e’
piu’ successo, forse aveva capito d’essersi spinto troppo in la’, forse ha
avuto paura che lo ammazzassi per davvero, fatto sta che da qualla notte
finalmente mi ha lasciato in pace, non l’ha piu’ fatto. La mia vita cambiava,
crescevo, diventavo uomo, ma quei maledetti ricordi, cara mamma, non li ho mai
cancellati dalla mia mente, persino quando mi sono sposato ed ho avuto una
famiglia tutta per me. Finche’ lui e’ morto, ricordo la telefonata di papa’ in
quella notte di capodanno del 1999 in cui mi annunciava la sua morte, ricordo
che a lui dissi che mi dispiaceva ma in realta’, da un lato ero contento,
finalmente me ne ero liberato, aveva smesso di tormentarmi anche solo
psicologicamente visto che non c’era piu’ alcun contatto fisico ormai, ma
dall’altra parte ero dispiaciuto perche’ la sua morte significava che non avrei
mai piu’ potuto poterlo denunciare ed avere giustizia. Ricordo che papa’ mi
chiese di venire al suo funerale, ma io trovai la scusa piu’ banale per dirgli
di no, dovevo lavorare e non potevo, ma in realta’ non volevo piu’ vederlo
nemmeno da morto!!!
Oggi mia cara mamma, sono un uomo di 45 anni, ho la mia vita, seppure
movimentata e tormentata a tratti, ma posso dirti che, quella ferita si e’
rimarginata, anche se la cicatrice resta ed e’ il marchio di bambino abusato,
quella non andra’ mai piu’ via. Ho deciso di collaborare con Prometeo,
affinche’ possa condividere con altre persone che come me, hanno vissuto e
subito sulla propria pelle, lo stesso mio dramma. Ho deciso che quelle persone
saranno per sempre la mia nuova famiglia e non li lascero’ mai!!! Lotteremo e
combatteremo affinche’ tutto sto schifo prima o poi finisca, anche se ci
rendiamo conto che non sara’ mai cosi’, gli orchi ci hanno rubato l’anima cosi’
come nonno ha rubato la mia,ma noi vogliamo riprendercela e crediamo tutto
questo sia possibile, vogliamo essere per sempre, dalla parte dei bambini…
Ti voglio bene comunque e per sempre!
“Renato”  »

martedì 24 aprile 2012

Il sito di appuntamenti online per pedofili



24/04/2012 - Un banda aveva organizzato una pagina web per scambiarsi materiale pedopornografico e filmare gli abusi sessuali sui giovanissimi                                                                              di Dario Ferri  


Una banda criminale gestiva alcuni siti dove i pedofili potevano incontrarsi per scambiare video, foto e altro materiale pornografico con protagonisti vittime innocenti. Il gruppo avrebbe inoltre organizzato incontri tra i pedofili loro clienti e gli sfortunati protagonisti delle riprese erotiche. I bambini che hanno subito simili, indicibili violenze non sono stati ancora identificati.
 SITI PER PEDOFILI - E’ iniziato da pochi giorni a Darmstadt, una delle più grosse città dell’Assia, uno dei più significativi processi contro la pedofilia mai svoltisi in Germania. Alla sbarra c’è un imputato di 34 anni che secondo la magistratura sarebbe uno dei vertici di una banda di pedofili. Tra il 2008 e il 2011 l’uomo avrebbe organizzato un vero e proprio sito di appuntamenti, per combinare una sorta di dating online con bambini e per scambiare materiale pedopornografico. I luoghi di incontro avevano nomi di fantasia quali la foresta magica. L’accusa ritiene che l’uomo sia responsabile di gravi abusi sessuali contro i minori. Il 34enne proveniente dalla città di Reinheim era stato arrestato nel 2011,nell’ambito dell’operazione che aveva sgominato la sua organizzazione criminale. Sul suo computer erano stati trovati più di mille e cinquecento fotografie e filmati con contenuto pedopornografico
GRUPPO CRIMINALE- L’uomo appartiene ad una delle più grosse associazioni di pedofili mai scoperte in Germania. I membri di questo banda criminale avrebbero scambiato online oltre centomila materiali pedopornografici tra il 2006 e il 2009, scaricandoli e scambiandoli a fini di lucro. Le operazioni erano rese possibili dall’affitto di un server russo, sul quale erano ospitati i siti con il loro materiale. La banda avrebbe anche organizzato incontri con pedofili quando venivano registrati i video e i filmati pedopornografici. Nove persone appartenenti alla banda pedofila sono già state condannate a più anni di carcere. Uno di questi criminali aveva ammesso prima della condanna di aver abusato sessualmente di un bambino per ben nove volte, violenze che sono state anche registrate per poter essere poi rivendute sul mercato nero della pedopornografia.
http://www.giornalettismo.com/archives/273486/il-sito-di-appuntamenti-online-per-pedofili/

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