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lunedì 27 febbraio 2012

GERMANIA, ERGASTOLO PER IL SERIAL KILLER DEI BAMBINI. "STUPRÒ E UCCISE 3 MINORI"





MONACO - Si è conclusa, dopo quasi vent'anni, con una condanna all'ergastolo emessa dal tribunale di Stade la vicenda di Martin N, l«uomo con la mascherà, il serial killer di bambini. L'uomo, oggi 41enne, il cui congnome non viene reso noto in base alle norme sulla privacy, ha ammesso di avere sequestrato e ucciso tre bambini, a partire dal 1992, abusandone sessualmente. Agendo di notte, con indosso una maschera nera e abiti scuri, l'uomo entrava nelle abitazioni dei piccoli o nei campeggi dove questi si trovavano in vacanza, per rapirli e, successivamente, ucciderli. È stato proprio grazie un dettaglio riferito alla polizia a distanza di anni da uno dei bambini scampati a un attacco, che un anno fa si è giunti alla cattura dell'uomo, un operatore dell'infanzia con qualifica di insegnante. Martin N è stato condannato per l'uccisione di un bambino di 13 anni nel 1992, di un bambino di 8 anni nel 1995 e infine di un bambino di 9 anni nel 2001. L'uomo ha ammesso la sua responsabilità per gli omicidi durante il processo e ha confessato di avere abusato sessualmente di altri bambini, senza però ucciderli.http://www.leggo.it/news/mondo/germania_ergastolo_per_il_serial_killer_dei_bambini_stupro_e_uccise_3_minori/notizie/167826.shtml

venerdì 17 febbraio 2012

 Giornata dell’infanzia: 

abusi sui minori e povertà in aumento in Italia

 Giornata dell'infanzia

Domenica 20 novembre è la giornata dell’infanzia. La giornata universale dei diritti dell’infanzia è stata promossa nel giorno dell’anniversario dell’istituzione della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (20 novembre 1959) e della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (20 novembre del 1989). In tutta Italia sarà celebrata con diverse iniziative che porteranno al centro dell’attenzione i bambini. Ma è tempo anAbusi su minori in aumento
I casi di violenza sui bambini sono sempre di più, i dati forniti dalla polizia di stato sono allarmanti. Se nel 2009 i reati registrati erano 4.178, nel 2010 sono stati 4.293. A livello numerico la differenza è poca, ma bisogna considerare che ogni singola storia di violenza in più è un dramma enorme. Sono aumentati i casi prostituzione minorile, 55 in più del 2009. Per quanto riguarda la violenza sessuale le vittime nel 2010 sono state 763. 349 quelle che hanno subito una violenza sessuale aggravata.
Su Fatti di cronaca questi giorni abbiamo trattato due casi di abusi sessuali su minori. In entrambi la pedofilia si è consumata tra le mura di casa, in famiglia. Gli aguzzini erano i padri delle vittime. A Messina un uomo ha violentato per anni una bimba, figlia della donna con cui aveva una lunga relazione. Una volta arrestato e processato ha scoperto che era figlia anche di lui. A Benevento una ragazza di 26 anni ha trovato il coraggio di denunciare il padre solo dopo sedici anni di violenza. A quel punto la mamma e i fratelli si sono fatti avanti e hanno denunciato l’uomo anche per maltrattamenti.
Quando di parla di violenza sui minori, infatti, non bisogna pensare solo alla pedofilia. Ci sono tantissimi casi di maltrattamenti. Nel 2010, riportano i dati diffusi dall’associazione Terre des Hommes, i bambini e gli adolescenti picchiati sono stati 186, 1.004 hanno subito violenza in famiglia, 319 sono stati abbandonati. Ricordiamo che i dati si riferiscono solo ai casi denunciati. Provate a immaginare quanti sono quelli che restano nell’ombra.
I bambini e la povertà
Un bimbo su cinque in Italia è a rischio povertà. La crisi economica colpisce, inevitabilmente, anche i più piccoli. Save the Children lancia l’allarme e diffonde dati preoccupanti. I bambini rappresentano il 16,9% del totale della popolazione italiana. Di questi il 24,4% (uno su cinque) rischia la povertà, il 18,3% vive già in condizioni di miseria. Il 18,6% si trova in condizioni di deprivazione materiale e il 6,5% di povertà assoluta.
Sorprenderà poco sapere che le situazioni più difficili si trovano nel Mezzogiorno. Due bambini su tre a rischio povertà, e uno su due già poveri vivono in un paese del Sud. Le regioni più povere sono la Sicilia (44,2% dei minori), la Campania (31,9%) e la Basilicata (31,1%). Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono quelle dove le condizioni di vita sono migliori.
Minori che abbandonano la scuola
Save the Children, nell’ “Atlante dell’infanzia a rischio“, mette in luce un dato sorprendente. La maggioranza dei giovani che abbandonano la scuola al primo anno di superiori sono quelli del Trentino Altro Adige e non di una regione del Sud.
I minori stranieri meno tutelati
Sono i minori italiani di seconda generazione, quelli cioè nati in Italia da genitori stranieri, i meno tutelati e i più a rischio. Save the Children lancia l’allarme: “Sono di fatto nuovi italiani, ai quali tuttavia una legge molto restrittiva riconosce la cittadinanza e il pieno riconoscimento dei diritti civili solo al compimento del diciottesimo anno”.
L’appello di Renato Schifani
Anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha voluto celebrare la Giornata Nazionale dell’Infanzia: “A vent’anni dalla ratifica della Convenzione dei diritti del fanciullo, le notizie legate all’abuso dei diritti dell’infanzia continuano a manifestarsi in tutto il mondo”.
“Questa – ha aggiunto la seconda carica dello Stato italiano – è una data importante che ci impone nuove e costanti riflessioni sugli strumenti necessari alla tutela dei diritti e degli interessi dei bambini, vero patrimonio e futuro di tutti noi”.
“Investire sui minori – ha quindi concluso Schifani – non significa solo garantire sicurezza e dignità, ma anche le basi per un avvenire migliore”.
che di inchieste e riflessioni. Sono in aumento i minori vittime di abusi e quelli che vivono in povertà. 

lunedì 13 febbraio 2012

Abusi sui minori: il Vaticano va al rendiconto Per la prima volta un convegno sulla pedofilia

Il simposio della Gregoriana dovrà sciogliere due nodi fondamentali: il vescovo deve denunciare sempre i crimini alle autorità di polizia o deve farlo solo nei paesi dove lo obbliga la legge? E poi: si dovranno aprire indagini per scoprire i casi insabbiati del passato? Su questo punto molti sono contrari
E’ la sfida del Vaticano dinanzi alle responsabilità della Chiesa per gli scandali di pedofilia. Confrontarsi con le vittime e riformare l’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche rispetto a decenni (e secoli) di abusi. L’ambizioso progetto, che sarà lanciato in un simposio di quattro giorni all’università Gregoriana e che proseguirà con un programma di formazione continua sul web per la durata di tre anni, rivela la consapevolezza di papa Ratzinger della necessità di dare una scossa alla Chiesa universale perché nessuno si illuda che sia ‘passata’ la tempesta provocata dalle violenze ai minori. “Verso la guarigione e il rinnovamento” è il titolo dato all’iniziativa, sostenuta dalla Segreteria di Stato, dalla Congregazione per la Dottrina della fede e da altri dicasteri vaticani, che lunedì riunirà per la prima volta a Roma – a discutere con psicologi ed altri esperti – vescovi e religiosi di tutto il mondo, delegati di oltre cento episcopati e una trentina di ordini religiosi. A suo modo è un evento storico, che va al di là dell’emanazione di norme più severe da parte del Sant’Uffizio. L’obiettivo è quello di mobilitare tutta la Chiesa sul dramma (e le responsabilità) dell’abuso sessuale all’interno delle proprie file, gettando le basi di una strategia globale. Imperniata su tre punti: 1. attrezzare diocesi e parrocchie nella vigilanza, nella scoperta e nella denuncia del fenomeno; 2. coinvolgere concretamente nel contrasto alla pedofilia tutta la comunità ecclesiale; 3. portare in primo piano la sorte delle vittime, ascoltarle, prendersi cura di loro, accompagnarle in un percorso di guarigione dai traumi. Motori dell’iniziativa sono due personalità particolari. Un maltese e un tedesco. L’uno “promotore di giustizia” (procuratore generale) del Sant’Uffizio, l’altro cardinale di Monaco di Baviera. Il maltese Charles Scicluna, uomo di fiducia di Benedetto XVI, è il prelato che l’allora cardinale Ratzinger, in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, spedì negli Stati Uniti e nel Messico durante l’agonia di Giovanni Paolo II per indagare sui crimini di Marcel Macial, fondatore dei Legionari di Cristo. In una dozzina di giorni, prima ancora che si aprisse il conclave che elesse Benedetto XVI, Scicluna tornò in Vaticano con prove schiaccianti che inchiodarono Macial e portarono alla sua rimozione e poi alla sua damnatio memoriae. Sull’Avvenire il maltese ha criticato nel 2010 la “cultura del silenzio”, che aleggia nella Chiesa italiana a proposito degli abusi. Oggi insiste sulla necessità di “prevenire altri crimini”, sostenendo che non bisogna “partire dall’omertà” ma bisogna avere di mira la guarigione delle vittime. Che anzitutto vanno ascoltate. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, è il cardinale che nella sua diocesi ha data carta bianca ad una donna, l’avvocato Marion Westpfahl, per un’inchiesta indipendente sugli abusi del clero.

Il risultato, comunicato pubblicamente, è che dal dopoguerra ad oggi si sono verificati nella diocesi monacense circa trecento casi di abuso, ignorando sistematicamente le vittime e con una diffusa manipolazione e distruzione della relativa documentazione. Domanda: come mai nessun cardinale italiano ha promosso una simile inchiesta? Perché non è stata aperta un’inchiesta ecclesiastica in nessuna parte d’Italia con la sola eccezione della diocesi di Bolzano-Bressanone? Sul sito della diocesi di Monaco appare ben chiaro l’indirizzo di due avvocati a cui le vittime possono rivolgersi per segnalare abusi. E anche il programma di rimborso delle terapie psicologiche e di risarcimento danni per i minori violati. Al convegno – cui seguirà a cura dell’università Gregoriana la creazione di una banca dati – interverrà una vittima celebre, l’irlandese Marie Collins. Nel 2009 denunciò “con orrore” il palleggio di responsabilità sul suo abuso tra le autorità di polizia e il suo vescovo. “Ero sorpresa di quanto fosse noto sul mio abusatore”, raccontò. Il vescovo ausiliare della sua diocesi avrebbe voluto denunciare il crimine, ma l’arcivescovo McQuaid non fece nulla. “Fui mobbizzata e minacciata”. Il simposio della Gregoriana dovrà sciogliere due nodi fondamentali. Dovrà o no il vescovo denunciare sempre i crimini alle autorità di polizia? O deve farlo solo nei paesi dove lo obbliga la legge? Papa Ratzinger finora non ha dato l’ordine di denunciare immediatamente. Tutte le associazioni a tutela delle vittime invece lo esigono. Il secondo nodo riguarda l’apertura di indagini per scoprire i crimini insabbiati del passato. Molti episcopati, fra cui l’italiano, non vorrebbero imboccare la strada della trasparenza a 360 gradi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/04/abusi-sui-minori-il-vaticano-al-rendiconto/188975/

domenica 12 febbraio 2012

Pedofilia nel clero, il promotore di giustizia: “Basta con l’omertà”

pedofilia clero promotore giustizia 













A proposito della pedofilia nel clero si è espresso anche Charles J. Scicluna ed è il “promotore di giustizia” della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ciò che è emerso dalla sua opinione è il fatto che occorre finirla con l’omertà e che prestare attenzione alla reputazione della Chiesa non una priorità assoluta. Il punto principale consiste nella ricerca della verità, che non è una questione da sottovalutare, secondo l’alto prelato. Nel frattempo si sta lavorando a delle linee guida antipedofilia.
Le parole di Charles J. Scicluna sono state molto chiare: “Esiste ancora nella Chiesa una certa cultura del silenzio, ma dobbiamo uscirne. Basta con la mortale cultura dell’omertà. La ricerca della verità è un dovere morale e legale. Perché chi inganna, chi non denuncia, è nemico della giustizia e quindi della Chiesa.
Intanto nell’ambito del simposio internazionale «Verso la guarigione e il rinnovamento», che sta vedendo riuniti vescovi, rappresentanti di conferenze episcopali e ordini religiosi, sta mettendo a punto comportamenti che dovranno essere seguiti negli ambienti ecclesiastici di tutto il mondo.
Si sta quindi facendo sempre più strada la linea portata avanti da Benedetto XVI. A questo proposito monsignor Scicluna ha fatto presente: “Se c’è un crimine, c’è il dovere di cooperare con la giustizia civile: il Papa chiede piena cooperazione con le autorità civili e con le leggi locali.
L’intento è quello di agire , per fare prevenzione e per collaborare con le autorità civili, in modo da far diminuire i casi di abusi, che nell’ultimo decennio sarebbero pari a 4.000, di cui molti anche in Europa.
La responsabilità è anche dei vescovi, secondo monsignor Scicluna, che spesso sottovalutano il problema, fanno prevalere l’ottica del perdono, non sanno cogliere i campanelli d’allarme e cadono in questo modo in degli errori che dovrebbero essere evitati.


sabato 11 febbraio 2012




Come si capisce se chi hai davanti sa cosa vuol dire occuparsi delle vittime della pedofilia? Semplice. Basta ascoltare cosa dice. Guardarlo/a negli occhi ed caso oltre cosa dice. Scorrere quel lungo elenco di parole, infilate una dietro l’altra, per avere poi una chiara visuale del suo pensiero. E soprattutto per capire da che parte sta. Chi ieri durante un futile programma televisivo ha pronunciato le seguenti parole, non solo ha già deciso da che parte stare. Ma probabilmente vive grazie al vostro dolore. Più il dolore rimane, più voi pagate: profumate parcelle. Di quelle che garantiscono le dosi necessarie di botox, per accettarsi quando ci si guarda allo specchio e nella società frequentata. Così come i maxy studi, dove ricevervi dopo che avete passato almeno 4 assistenti, che neanche Lady Gaga. Luoghi dove al posto del vostro nome, vi viene assegnato un numero: quello del protocollo della pratica che contiene i vostri dati sensibili. Solo numeri. Voi. E quelli del vostro conto corrente saccheggiato per gonfiare il loro. Peccato. Se solo sapessero che la ricchezza più grande sta proprio nel guardarvi negli occhi e riportarvi alla vita. Queste le parole: “La pedofilia rimane un marchio per tutta la vita, il bambino non se ne libera più… Nella maggior parte dei casi il maschio abusato diventerà pedofilo, la femmina svilupperà disturbi alimentari”
Nota: più tardi le commentiamo. Una per una. Rimettendo le cose al giusto posto.  Ve lo dobbiamo…

http://it.netlog.com/go/out/url=http%3A%2F%2Fwww.massimilianofrassi.it%2Fblog%2Fauthor%2Fmaxfrassi

“Si deve parlare di pedofilia a scuola. E rendere dura la vita ai predatori di bambini!”


«Si deve parlare di pedofilia a scuola»
L’ESPERTO. Il bergamasco Massimiliano Frassi, presidente dell’associazione Prometeo, segue da anni vicende legate alle violenze sessuali commesse sui più piccoli «Quello di Vicenza non è un caso isolato. L’informazione fin dai banchi di studio è decisiva per sconfiggere i predatori di bambini»
Massimiliano Frassi, presidente dell’associazione Prometeo Onlus per la lotta alla pedofilia e la tutela dell’infanzia violata, ha presentato “Il libro nero della pedofilia” per le edizioni “La Zisa” nella sala polivalente a Ponte di Barbarano. Inevitabile parlare con lui della vicenda del pediatra Mattiello arrestato per violenza su minori
«Purtroppo non è l’unico caso del genere – spiega -, anche a Bergamo, dove vivo, un medico di base che ha visitato i bambini di un intero quartiere è accusato di questi reati terribili. A Vicenza bisogna elogiare la polizia per l’attenzione, la prudenza e la determinazione con cui hanno affrontato il caso. È molto importante agire come si è fatto col pediatra, per evitare che chi compie questi reati riesca a trovare scappatoie per farla franca».
Come si spiega, Frassi, che una persona che gode della fiducia della comunit! 4; possa rendersi protagonista di simili comportamenti senza che nessuno se ne accorga per anni? «Purtroppo il pedofilo, che io preferisco chiamare “predatore di bambini” – risponde -, è quasi sempre una persona di cui ci si fida, un insospettabile difficile da individuare. È un seduttore e manipolatore che con una pianificazione criminale prima di agire conquista la fiducia dei familiari, in alcuni casi grazie al proprio ruolo di medico, operatore sociale o parroco per fare alcuni esempi, e poi mantiene nel terrore la vittima che subisce gli abusi e non ha il coraggio di parlare».
A questo punto, Frassi, è giusto chiedersi come ci si deve comportare per scoprire gli abusi o per prevenirli. «Bisogna avere il coraggio di parlarne come fanno in America da anni – aggiunge -, dove nelle scuole ci sono conferenze e incontri con esperti. Più se ne parla, più diminuiscono i casi. Inoltre, i genitori devono informarsi sulle perso! ne cui affidano i loro figli: chiedere alla scuole quali proto! colli seguano per i casi sospetti, come scelgano gli insegnanti e gli educatori, se sono in contatto con le forze dell’ordine. Bisogna fare di tutto per rendere la vita difficile ai predatori di bambini. Inoltre, va segnalato ogni minimo sospetto alle forze dell’ordine: solo così si mantiene alta la guardia».
Frassi analizza che è fondamentale far capire alle vittime che nessun abuso rimane per sempre, si può tornare a vivere una vita normale. «Ci sono molti casi – spiega – in cui bambini e bambine riescono a superare i traumi e poi diventano uomini e donne capaci di innamorarsi e di avere bambini. Purtroppo ci sono anche casi in cui le ferite rimangono aperte, come un’anziana signora che seguiamo che ha 86 anni e gli abusi avvenuti 83 anni fa sembrano accaduti ieri, o una ragazza che ha subito abusi dai 3 ai 17 anni e si è tolta la vita a 21». Il fenomeno della pedofilia, osserva l’esperto, è in aumento e in mutazione. «I casi i che abbiamo esaminato – conclude – fanno vedere che chi commette questi crimini arriva da percorsi diversi. Ma, come dicono gli esperti dell’Fbi, bisogna ricordarsi che “l’organo più sviluppato del pedofilo è il cervello” con cui per anni inganna chi ripone fiducia in lui e mantiene nel terrore e nel silenzio le vittime. Il pedofilo non è un malato, è una mente criminale». FONTE: IL GIORNALE DI VICENZA – Nicola Rezzara.
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/264699__si_deve_parlare_di_pedofilia_a_scuola/

 «Preoccupazione fuori luogo per evitare scandali, non c'è stata tutela delle persone»

Il Papa e i casi di pedofilia nella Chiesa: «Ne risponderete a Dio e ai tribunali»

Lettera ai vescovi irlandesi: auspico la vostra rinascita. E alle vittime: «Esprimo la vergogna che tutti proviamo»

  • Il testo integrale della lettera di Benedetto XVI

(Ansa)
(Ansa)
ROMA - I preti pedofili dovranno rispondere dei loro abusi «davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti». Lo afferma papa Benedetto XVI nella sua Lettera pastorale ai cattolici d'Irlanda, diffusa alla stampa questa mattina, rivolgendosi direttamente «ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi». Il Papa ha poi ribadito di condividere lo «sgomento» di tanti fedeli per il «tradimento» degli abusi, auspicando una «rinascita» della Chiesa d'Irlanda. «UN DANNO PER LA CHIESA» - Benedetto XVI ha accusato i sacerdoti e i religiosi che hanno compiuto abusi di aver causato alle vittime «un danno immenso» e di aver perpetrato «un grande danno» alla Chiesa e «alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa». Secondo il pontefice c'è stata «una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali», che ha avuto come risultato «la mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona». Per questo, «bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione».
ESAME DI COSCIENZA - Ciò detto, il Papa ha raccomandato ai colpevoli un esame di coscienza, un «pentimento sincero», «preghiere e penitenze per coloro che avete offeso» e di fare «personalmente ammenda per le vostre azioni». Una purificazione interiore che deve precedere ma non escludere - ha spiegato il pontefice - la giustizia terrena. «La giustizia di Dio - ha detto - esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla». Perciò «riconoscete apertamente la vostra colpa - ha esortato - sottomettetevi alle esigenze della giustizia». Ma «non disperate - ha concluso - della misericordia di Dio», pronto a perdonare di fronte a un pentimento sincero «persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali» (Fonte Ansa). 

http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_20/preti-pedofili-lettera-papa-scuse-vittime_6cdd6048-3411-11df-95ee-00144f02aabe.shtml

venerdì 10 febbraio 2012

Vaticano/ Simposio sulla pedofilia nel clero, l'omelia: "Siamo stati strumenti del male"

Parole amare quelle che, ieri sera, i vescovi e religiosi partecipanti al simposio "Verso la guarigione e il rinnovamento", hanno pronunciato davanti al cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, nel corso della celebrazione penitenziale tenutasi nella chiesa romana di Sant'Ignazio. Hanno chiesto perdono un cardinale, un vescovo, un educatore, un superiore, un sacerdote, un religioso, un fedele. Il vescovo ha detto: "Abbiamo peccato, non abbiamo saputo ascoltare il dolore di molti piccoli. Abbiamo avuto paura e orrore del peccato che ci ha ferito perché, Signore, non abbiamo confidato nella tua promessa". Ed ha aggiunto: "Le nostre bocche che avrebbero dovuto annunciare il Vangelo sono chiuse dal dolore e dalla vergogna; le nostre mani che avrebbero dovuto essere imposte per guarire i malati, sono legate e impotenti. Eccoci umiliati davanti a te e davanti agli uomini, crocifissi dal male che ha sfigurato il volto della tua Chiesa. Siamo consapevoli che i nostri atti di riparazione non potranno mai cancellare quanto d'ingiusto è stato fatto, né lenire la bruciante ferita della nostra coscienza"

LE PAROLE DELLA VITTIMA - Alla liturgia ha preso la parola anche Marie Collins, irlandese, vittima di abusi sessuali da parte di un cappellano in ospedale all'età di 13 anni che rivolgendosi a Cristo crocifisso, ha detto: "Signore, oltraggiato dagli uomini, uomo dei dolori, è per noi pesante e difficile perdonare coloro che ci hanno fatto il male, solo la tua grazia può aprirci a questo dono: ti chiediamo la forza di unirci al perdono che dalla croce hai fatto scendere sull'umanità peccatrice come balsamo di guarigione perché la tua Chiesa sia sanata anche dal nostro perdono. 'Perdona loro'". La Collins ha commosso, e non poco, i partecipanti al Simposio raccontando la violenza e l'abuso subito, ricordando poi le frustrazioni, la depressione e la disperazione sofferta negli anni seguenti a causa del trauma subito e del rifiuto, da parte della gerarchia irlandese, di prendere sul serio le sue proteste. Ed ha affermato: "Il Simposio ha cambiato l'approccio della Chiesa nei confronti dell'abuso sessuale dei sacerdoti a danno dei minori". Non solo: per la Collins sarebbe utile considerare come nei vari paesi le conferenze episcopali stanno stendendo linee guida nazionali per la protezione dei minori che saranno presentate entro fine maggio, come richiesto da papa Benedetto XVI lo scorso anno. Marie ha anche ricordato che un vescovo africano le avrebbe detto di non aver mai considerato l'abuso perpetrato dai sacerdoti come un problema, ma di aver cambiato completamente prospettiva avendo sentito la testimonianza della Collins.

Il cardinal Sean Brady, Primate d'Irlanda (ricordiamo che l'Irlanda dal 2009 in poi è stata al centro di forti attacchi a causa della gestione della pedofilia nel clero e il Cloyne Report, voluto dal governo nel 2009, ha costretto il vescovo John Magee, ex segretario di Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II alle dimissioni nel 2010 per aver coperto un caso di abuso), ha osservato che questa è stata per la Chiesa "una settimana importante" e di essersi sentito "rincuorato" dall'aver visto la gerarchia condividere esperienze e testimonianze in quest'incontro. Oggi si discute di selezione, formazione del clero e tutela giuridica delle vittime: un punto dolente su cui la Chiesa sta mostrando occhi aperti e determinazione.http://affaritaliani.libero.it/pedofilia-vaticano080212.html?refresh_ce

Le vite invisibili, quelle dei bimbi sfruttati

Sono 10 milioni i bambini che nel mondo sono vittima di reati di prostituzione, tratta, turismo sessuale e pornografia per un giro d’affari di 12 miliardi di dollari. Si stima che il 20 per cento dei viaggi internazionali abbiano come fine il turismo sessuale, di questi il 3 per cento è fatto da padofili.
I dati sono raccolti in un rapporto che affianca un libro, una campagna d’informazione e uno spettacolo di teatro civile. Per dire no al turismo sessuale infantile. La onlus Intervita presenta l’iniziativa giovedì 14 giugno alle ore 11 nella Sala Reale della Stazione Centrale di Milano (ingresso marciapiede del binario 21).
All’incontro, dal titolo “Vite invisibili, lo sfruttamento sessuale infantile”, saranno presenti Francesca Corso, assessore ai Diritti dei bambini e delle bambine della Provincia di Milano, Daniela Bernacchi, direttore generale di Intervita, Giulio Cavalli, della Bottega dei mestieri teatrali e Ivano Sartori, caporedattore di Panorama Travel.
Gli attori della Bottega dei mestieri teatrali leggeranno alcune testimonianze di vittime di abusi sessuali

http://blog.panorama.it/italia/2007/06/13/le-vite-invisibili-quelle-dei-bimbi-sfruttati/

mercoledì 8 febbraio 2012

 LETTERA APERTA AL PARLAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA Riduci
 
 Al presidente del Parlamento Europeo  Jerzy Buzek
Al presidente della Commissione Europea Josè Barroso

Ai Sig. Europarlamentari

Pedofilia: l’Europa diventa un’oasi felice, per chi indossa l’abito talare. Chiediamo all’U.E. di intervenire con  determinazione.
 
Negli ultimi anni, in tutto il mondo è esploso lo scandalo della pedofilia clericale. Sono all’ordine del giorno i nuovi casi venuti in luce, fino ad ora tutti sistematicamente insabbiati dai membri del clero. Un sistema che attualmente non vede fine poiché le leggi non incentivano il clero alla denuncia ma continuano ad incentivare la cultura del silenzio che, ad oggi, ha prodotto milioni di vittime e migliaia di pedo-criminali in abito talare lasciati in condizioni di continuare a delinquere e produrre altre vittime.
 
La pedofilia non è una malattia, ma un disturbo della personalità a carattere recidivante. Il nostro non è un pregiudizio ma un dato di fatto: non esiste un solo Vescovo che abbia mai denunciato un sacerdote pedofilo.
 
Ho personalmente incontrato il Presidente della CEI, il Cardinal Angelo Bagnasco, al quale ho fatto precise denunce ma, purtroppo, nemmeno lui è voluto intervenire. Abbiamo quindi provato a chiedere l’intervento del Papa ma non ha voluto riceverci. Sono migliaia le lettere raccomandate inviate allo Stato estero del Vaticano da vittime, privati cittadini e associazioni, nessuno ha mai ricevuto risposta.
 
Dal 31 ottobre scorso due cittadini europei, uno dei quali è il sottoscritto Francesco Zanardi Rete L’Abuso, hanno cominciato uno sciopero della fame, una contestazione non violenta contro la mancata applicazione delle linee guida antipedofilia emesse dalla stessa Santa Sede, che però fino ad oggi risultano essere menzogne perché, di fatto, il Vaticano sta continuando ad applicare pesanti ritorsioni su cittadini europei, vittime e testimoni di crimini sessuali commessi dai membri del clero.
 
Nella “Carta dei diritti fondamentale della U.E.” troviamo;
  determinazione.
 
Negli ultimi anni, in tutto il mondo è esploso lo scandalo della pedofilia clericale. Sono all’ordine del giorno i nuovi casi venuti in luce, fino ad ora tutti sistematicamente insabbiati dai membri del clero. Un sistema che attualmente non vede fine poiché le leggi non incentivano il clero alla denuncia ma continuano ad incentivare la cultura del silenzio che, ad oggi, ha prodotto milioni di vittime e migliaia di pedo-criminali in abito talare lasciati in condizioni di continuare a delinquere e produrre altre vittime. 
La pedofilia non è una malattia, ma un disturbo della personalità a carattere recidivante. Il nostro non è un pregiudizio ma un dato di fatto: non esiste un solo Vescovo che abbia mai denunciato un sacerdote pedofilo.
 
Ho personalmente incontrato il Presidente della CEI, il Cardinal Angelo Bagnasco, al quale ho fatto precise denunce ma, purtroppo, nemmeno lui è voluto intervenire. Abbiamo quindi provato a chiedere l’intervento del Papa ma non ha voluto riceverci. Sono migliaia le lettere raccomandate inviate allo Stato estero del Vaticano da vittime, privati cittadini e associazioni, nessuno ha mai ricevuto risposta.
 
Dal 31 ottobre scorso due cittadini europei, uno dei quali è il sottoscritto Francesco Zanardi Rete L’Abuso, hanno cominciato uno sciopero della fame, una contestazione non violenta contro la mancata applicazione delle linee guida antipedofilia emesse dalla stessa Santa Sede, che però fino ad oggi risultano essere menzogne perché, di fatto, il Vaticano sta continuando ad applicare pesanti ritorsioni su cittadini europei, vittime e testimoni di crimini sessuali commessi dai membri del clero.
 
Nella “Carta dei diritti fondamentale della U.E.” troviamo;
 
Articolo 1
Dignità umana
-La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.
Articolo 2
Diritto alla vita
-Ogni individuo ha diritto alla vita.
 
Articolo 3
Diritto all'integrità della persona
-Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica.
       
Articolo 24
Diritti del bambino
-1. I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità.
-2. In tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente.
 
Articolo 41
Diritto ad una buona amministrazione
1. Ogni individuo ha diritto a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni e dagli organi dell'Unione.
 
Quello che lo Stato extracomunitario del Vaticano sta commettendo nei paesi membri dell’UE, invalida quella che è la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”. Il Parlamento ha il dovere di intervenire di fronte ai cittadini che stanno subendo crimini e ritorsioni da parte di uno stato estero, che non fa e non farà mai parte dell’Unione Europea, perché per sua natura non è conforme a tutti i principi sui quali si basa la democrazia. Recentemente il Parlamento Europeo ha varato una direttiva in tema di pedocriminalità, ma purtroppo non è applicabile nel caso dei pedocriminali in abito talare. 
Pedofilia: il Parlamento Europeo dispone sanzioni più severe per abusi, il Vaticano ringrazia.
Nel corso del dibattito nell’Aula del Parlamento Europeo, la relatrice (PDL) Roberta Angelilli vicepresidente del Parlamento europeo,(PPE, IT) ha dichiarato che "la nuova direttiva per combattere gli abusi sui minori, lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia rappresenta uno strumento legislativo innovatore e un passo avanti per la protezione dei nostri bambini. Il testo sarà a disposizione delle autorità competenti e delle ONG per assicurare la tolleranza zero per tutti i crimini contro i bambini"
Perché non siamo d’accordo su questa direttiva Europea che, vista così, potremmo chiamarla
Direttiva salva Vaticano
Teniamo a ricordare che non vogliamo attaccare in nessun modo le Religioni. All’interno delle nostre associazioni collaborano cattolici, appartenenti ad altre religioni, confessioni e anche atei.
Nonostante le statistiche dicano che la percentuale di “pedofili laici” sia equivalente ai “pedofili chierici”, quest’ultima categoria ha un impatto devastante sulle fasce di popolazione più esposte (bambini/e ragazzi/e) che spesso frequentano parrocchie, gruppi o attività ad esse associate.
La fiducia che diamo ad un sacerdote è, per nostra cultura, infinitamente maggiore, ma non teniamo mai conto della cultura del clero, una cultura che insegna il silenzio, insegna a lavare i panni sporchi in casa propria, una costante che emerge in moltissimi, più o meno recenti casi di pedofilia clericale. Possiamo quindi affermare con certezza che esiste un problema specialmente per le gravi omertà, le omissioni e i continui tentativi di insabbiamento che caratterizzano le gerarchie della Chiesa cattolica.
In riferimento alla direttiva approvata nella sessione plenaria dell’U.E. dal 24 al 27 ottobre con 541 voti a favore, 2 contrari e 31 astensioni, riteniamo esistano delle preoccupanti inesattezze e grossolane superficialità che ritroviamo poi nelle stesse domande della gente. La domanda più frequente è: “Perchè la vittima denuncia solo dopo tanti anni?”. Questa domanda è frequente e insidiosa perché tende a far passare la vittima, che finalmente ha trovato il coraggio per denunciare, come poco credibile.
Proprio questo è il perno principale sul quale ruota l’enorme diversità tra “pedofilia laica” e “pedofilia clericale”: quando l’abuso sessuale avviene in famiglia, non è improbabile che qualche componente della famiglia stessa si accorga di ciò che accade. Non è difficile, anche se purtroppo ancora troppo limitato, che i genitori o qualche componente della famiglia scoprano l’abuso osservando irritazioni nelle zone intime o strani comportamenti del figlio e della figlia, come chiusure o alterazioni improvvise del carattere, strane reazioni quando la vittima è in particolari situazioni o vicina al carnefice o ai luoghi in cui sono avvenute le violenze. Questi e altri segnali esistono e sono evidentissimi. In questi casi è possibile che il crimine venga scoperto e successivamente denunciato.
La “pedofilia clericale” è molto diversa. La figura del Prete ha un’influenza maggiore e un credito di credibilità praticamente illimitate nella cerchia dei fedeli. Difficilmente le persone che frequentano la chiesa mettono in discussione la lealtà e la correttezza del prete. Tendenzialmente, potremmo dire nella totalità dei casi, la vittima non viene creduta. Si ritrova da sola ad affrontare pressioni enormi e spesso persino più o meno velate minacce.
Un altro problema è la scelta da parte del prete della “tipologia” di vittima che, generalmente, è un soggetto con una famiglia problematica e in cui la comunicazione è difficoltosa, dove la potenziale preda è, generalmente, poco seguita. Di conseguenza difficilmente si manifestano le condizioni per accorgersi che la vittima ha cambi di umore o evidenti modifiche nelle abitudini. Non cogliendo questi segnali nessuno si metterà al fianco della vittima per sostenerla nell’analisi del trauma e per denunciare. La vittima, se troverà le condizioni favorevoli, denuncerà solo in età adulta.
E qualora trovasse la forza per denunciare verrebbe immediatamente isolata nell’ambito parrocchiale e fatta passare con estrema facilità per bugiarda, facendo leva proprio sui suoi problemi familiari o sociali. Proprio le condizioni che il “pedofilo prete” utilizza per scegliere la propria preda.
Questi sono alcuni dei motivi per i quali riteniamo dannosa e inutile la direttiva U.E.  che solo appesantisce la pena ai pedofili.
Ma ci sono altre ragioni.
Il concordato tra Stato e Chiesa, che è differente nei vari Stati membri, in Italia è particolarmente dannoso. Nel protocollo addizionale, revisione del 1984, firmato dall’allora presidente del consiglio Bettino Craxi troviamo la clausola 2. In relazione all'articolo 4 paragrafo B la quale recita: 
b) “La Repubblica italiana assicura che l'autorità giudiziaria darà comunicazione all'autorità ecclesiastica competente per territorio (Il Vescovo) dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici”
Credo che non ci sia bisogno di commenti, poiché la norma è sufficientemente chiara. Permette ai Vescovi di correre ai ripari. E non solo nei casi di pedofilia.
Per questi motivi riteniamo sia fondamentale modificare quanto segue:
1)     Tempi di prescrizione: Difficilmente un minore denuncerà gli abusi se non molto dopo aver raggiunto l’età adulta e superato i traumi. Il pedofilo ringrazierà per la prescrizione del reato, per questo motivo è fondamentale togliere i tempi di prescrizione che sono una costante che permette nella maggior parte dei casi l’impunibilità dell’abusatore.
2)     Apertura degli archivi del Vaticano alla Giustizia Italiana ed Europea: i sacerdoti hanno una funzione educativa che li mette spesso a stretto contatto con i minori. È di fondamentale importanza conoscere la storia del sacerdote. Anche questa mancanza è stata una costante che, fino ad oggi, ha permesso la reiterazione dei reati, semplicemente per il fatto che il pedo-criminale viene spostato in una parrocchia lontana da quella dove aveva commesso gli abusi e nessuno sa niente.
3)     Inserimento di pesanti sanzioni penali a chi non denuncia: Ossia a chiunque fornisca qualsiasi genere di copertura al “pedofilo” in quanto gravemente corresponsabile in un atto criminale.
4)     Risarcimenti alle vittime: I traumi da “pedofilia” richiedono lunghi tempi lunghi per raggiungere la necessaria consapevolezza e tempi altrettanto lunghi per affrontare un percorso psicologico, normalmente molto costoso. Attualmente le vittime sono condannate a subire i traumi a vita, soprattutto quando sono vittime del clero dato che in questi casi difficilmente si arriva a una condanna del pedofilo.
Le strutture pubbliche non sempre garantiscono questi trattamenti di recupero. Le vittime prendono coscienza di quanto gli è accaduto in età adulta e con una serie di problematiche che si trascinano dal passato proprio perché nessuno è intervenuto. Il “pedofilo prete” in queste condizioni continua indisturbato a commettere abusi, protetto dai Vescovi che non hanno obbligo di denuncia e dalla Legge, la quale difficilmente riesce ad intervenire. Nella grande maggioranza dei casi, per non dire la totalità, il prete verrà spostato di parrocchia in parrocchia, dove nessuno lo conosce: ecco qui la giostra della pedofilia.
RicordandoLe che due cittadini Europei sono in sciopero della fame dal 31 ottobre, chiediamo che una delegazione dei portavoce delle vittime del clero venga ricevuta da Lei al più presto possibile per poter esporre nel dettaglio le ragioni della nostra protesta in quanto cittadini Europei che si trovano di fronte alle gravi problematiche presenti in tutta Europa e nel mondo in tema di pedofilia.
Riteniamo che questo sia un problema urgente in quanto molte di queste vittime, cittadini europei, stanno attualmente subendo pesanti ritorsioni da parte di questo stato estero, il Vaticano, Stato che rifiuta per sua natura qualunque tipo di dialogo a danno dei cittadini dell’Unione e della democraticità dell’Unione stessa.
Alleghiamo un testo tradotto in varie lingue sottoscritto da associazioni nazionali ed internazionali, le quali chiedono a gran voce un intervento di modifica della recente direttiva in tema di pedofilia emessa dal Parlamento Europeo. Lo stesso testo verrà utilizzato per raccogliere firme a sostegno di questo reclamo, firme che Le saranno presentate in occasione di questo incontro che cortesemente Le sollecitiamo.
In attesa di una Sua certa risposta, cogliamo l’occasione per presentarLe cordiali saluti 
Francesco Zanardi
 
 

martedì 7 febbraio 2012

Pedofilia, numeri sempre più preoccupanti. "Il problema cresce, ma i media sono morbosi"




di Lorenzo Lamperti

La pedofilia è un grave problema. Su questo non ci sono dubbi. Ma recuperare dati ufficiali, o comunque attendibili, sul fenomeno è molto difficile. Secondo l'ultima rilevazione del ministero della Giustizia (febbraio 2008) il numero di pedofili detenuti nelle carceri italiane sono 1322 di cui 400 stranieri e 98 donne. Tra le regioni che detengono il maggior numero di pedofili co sono Lombardia, Sicilia, Piemonte e Lazio.

Secondo il rapporto Onu del 2006 sono 223mila i minori costretti a rapporti sessuali o a contatti fisici forzati: 1,8 milioni sono vittime del giro della prostituzione e della pornografia; 1,2 milioni risultano essere vittime del traffico di esseri umani.

Durante un convegno della Direzione Anticrimine è stato rilevato un notevole aumento del fenomeno della pedofilia pari al 10,8% ogni anno. Si stima che in Italia ogni anno i casi di pedofilia superino i 20mila e sono oltre mille i processi svolti per reati di abuso e maltrattamento sui minori.

In Italia esistono 15 organizzazioni pedofile che si autodefiniscono culturali e il nostro è il secondo Paese al mondo per visite legate al turismo sessuale in Thailandia. E gli abusanti sono quasi sempre all'interno del nucleo familiare: padri, madri, nonni, nuovi conviventi o coniugi. Solo il 9,6% riguarda soggetti estranei.

Numeri preoccupanti anche sul versante della pedopornografia on line. Sono 18.185 da inizio 2011 i nuovi siti pedofili e più di 12.000 al mese i consumatori di pedopornografia. Emerge dal report dell'Osservatorio di Telefono Arcobaleno. L'attività dell'associazione ha consentito di individuare la costante crescita: +15% rispetto allo stesso periodo del 2010.

La quasi totalità della pedofilia online si concentra in Europa (51%) e Nord America (47%). Nel primo trimestre i consumatori italiani di pedofilia sono il 6% l'Italia è al quarto posto in classifica. L'analisi della situazione italiana evidenzia una dinamica particolare: sebbene ci sia una quantità minima di siti pedofili, dall'Italia parte una notevole percentuale delle richieste di materiale pedopornografico sul web.

"Già i politici sono ignoranti sull'argomento. Per fare corretta informazione ci vuole la responsabilità dei giornalisti". Roberto Mirabile è il presidente di Caramella Buona, associazione contro la pedofilia, e sceglie Affaritaliani.it per lanciare il suo appello: "Ci vuole competenza. Non è possibile sentir ancora parlare di una bufala come la castrazione chimica".

I numeri di abusi sessuali e violenze è in continuo aumento: "Si continua ad abbassare l'età delle vittime ma anche dei carnefici. I casi crescono però ogni tanto sono anche i media che trattano l'argomento in modo morboso". La pedofilia è una malattia? "E' prima di tutto un crimine, poi si può anche parlare di patologia. Però giocare su questa cosa in tribunale è un insulto a chi soffre sul serio".

L'INTERVISTA

Sui giornali stampati e online si leggono sempre più storie riguardanti la pedofilia. Succede perché è un problema in crescita oppure perché è aumentato l'interesse dei media verso queste vicende?

"Un po' entrambe le cose. Le due questioni vanno un po' parallele. E' vero che ultimamente si è registrato un incremento sia per quanto riguarda le denunce sia per quanto riguarda i nuovi fatti di abusi e violenze. Dall'altra parte c'è da dire che l'attenzione dei media sul tema è ai massimi storici".

L'attenzione va di pari passo con l'accuratezza con la quale l'argomento viene trattato?

"Purtroppo no. La stampa ha un ruolo decisivo, ma sfortunatamente la pedofilia viene trattata spesso in modo scorretto. E succede sempre di più. Sarebbe fondamentale che i giornalisti che scrivono di pedofilia conoscessero meglio il problema, soprattutto sotto il profilo scientifico".

Che cosa le dà più fastidio del modo in cui la stampa affronta il tema pedofilia?

"Mi viene davvero il nervoso quando i media parlano di castrazione chimica. Ma come si fa a dare ancora spazio a queste cose? E' stato dimostrato scientificamente che si tratta di una bufala. Noi e le altre associazioni cerchiamo di fare una corretta informazione, ma per riuscirci abbiamo bisogno che la stampa ci aiuti nella diffusione di notizie esatte".

Che cosa chiede ai giornalisti che si occupano di pedofilia?


"Chiedo soprattutto un maggiore impegno sociale. Già ci ritroviamo con dei politici che sono ignoranti sul tema, se non possiamo contare neppure sui giornalisti la situazione diventa drammatica. E poi mi dispiace che soprattutto da noi in Italia, a parte qualche raro caso, ci sia ancora una forte censura. Più che sull'argomento in sé, c'è omertà su determinati ambienti e fattori scatenanti del fenomeno. Quando a essere implicati in casi di pedofilia sono certi personaggi, c'è ancora una forte copertura".

Quanto è difficile avere dati ufficiali sul fenomeno della pedofilia?

"Eh, questo rappresenta ancora una nota dolente. Da diversi anni, data anche la complessità del fenomeno, non emergono dati ufficiali e soprattutto attendibili in merito. O perlomeno non vengono diffusi pubblicamente. Per assurdo possiamo registrare dati ufficiali sui furti d'auto ma su un problema tanto grave come gli abusi sui minori non si riescono a ottenere".

Qual è l'aspetto più preoccupante dell'incremento di casi di abuso e violenza?

"Sicuramente l'abbassamento dell'età. Non solo delle vittime, ma anche dei carnefici. Così vengono abusati minori sempre più piccoli, ma ad abusarne sono anche persone sempre più giovani. Molto spesso accade che gli abusi siano perpetrati da minori su altri minori".

Si può dire che la pedofilia è una malattia?


"Prima di tutto è un crimine. Dire per esempio che le devianze pedofile derivano da altri problemi fisici come è accaduto recentemente trovo che sia un insulto verso le persone che malate lo sono sul serio. E che soffrono per questo. Innanzitutto bisogna dire che la pedofilia è un reato, poi dopo sì, possiamo anche aprire la pagina della patologia. Però se si porta la parola 'malattia' in un'aula del tribunale diventa pericoloso, comincia un meccanismo di giustificazioni che non in realtà non avrebbero diritto di esistere. Poi ci sarebbe da sfatare anche quella credenza secondo la quale un pedofilo è qualcuno che ha subito degli episodi di abusi nell'infanzia".

La magistratura tratta nella maniera corretta i casi di abuso sessuale?

"Posso dire che molto spesso i giudici, così come i politici, sottovalutano il fenomeno della reiterazione del reato. Ci sarebbe bisogno di studiare delle efficaci terapie di recupero del pedofilo. Ma il problema è che fino adesso non ne esistono".
http://affaritaliani.libero.it/cronache/pedofilia-numeri-crescita-media-morbosi171211.html

lunedì 6 febbraio 2012

 Pedofilia, sempre più minori adescati su facebook

Pedofilia su facebook

Facebook è sempre più terreno di caccia per i pedofili. Moige (il movimento dei genitori) e polizia postale lanciano l’allarme: sono sempre di più i minori adescati sui social network. Continua infatti a diffondersi il “grooming“, il fenomeno dell’adescamento in rete. I pedofili diventano sempre più abili nel trovare le vittime. Basta osser
Il primo elemento che notano è ovviamente l’età. Ormai è facile incorrere in ragazzini e ragazzine di dieci-dodici anni su facebook. Poi si analizzano gli hobby e le passioni delle prede, per individuarne i punti deboli e definire le tattiche di approccio. Potremmo parlare quasi di “marketing” della pedofilia. Il passo successivo è la richiesta di amicizia. Se viene accettata il pedofilo cercherà di costruire un rapporto via via più intimo finalizzato agli abusi.
Su Fatti di Cronaca tempo fa abbiamo raccontato la vicenda di un 33enne di Milano che su facebook, fingendosi una ragazza, ha convinto un ragazzino di 13 anni a mandargli le sue foto nude. Poi, svelata la vera identità, l’ha ricattato per ottenere rapporti sessuali.
Questa è una delle tante storie di violenza su facebook che hanno spinto Moige e la polizia postale a ideare il progetto “Per un web sicuro“. Il direttore del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni Antonio Apruzzese spiega: “Gli abusi rappresentano tra i rischi maggiori del web e le vittime appartengono a fasce sempre più basse d’età: tra i 10 ed i 12 anni. I profili sui social network vengono seguiti dagli adescatori che studiano i gusti e i punti deboli degli utenti di facebook, e si presentano con un approccio personalizzato al loro obiettivo”. Il progetto, presentato in Viminale, coinvolgerà trenta scuole medie tra Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia. L’obiettivo è mettere in guardia alunni e genitori sui questi rischi.
vare il loro profilo di facebook per organizzare un piano d’attacco.
 http://www.fattidicronaca.it/articolo/pedofilia-sempre-piu-minori-adescati-su-facebook/6413/

La Cassazione ribadisce che non esiste un diritto all'amplesso e conferma la reclusione del marito a sei anni e quattro mesi. Pretende troppo sesso dalla moglie condannato per violenza sessuale 

Pretende troppo sesso dalla moglie condannato per violenza sessuale
ROMA - Commette violenza sessuale e maltrattamenti il marito che costringe la moglie "a subire rapporti sessuali plurimi" anche quando la donna non ne ha assolutamente desiderio. A dirlo è una sentenza della Corte di Cassazione che conferma la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per un marito di Novara che pretendeva "prestazioni sessuali" dalla moglie arrivando a minacciarla con un macete.
La terza Sezione penale con la sentenza numero 26.345 ha respinto il ricorso di un marito piemontese, condannato dalla corte d'Appello di Torino nel settembre 2008, sia per aver sottoposto a maltrattamenti la moglie, sia per violenza sessuale per averla costretta a subire rapporti sessuali oltre il desiderio della stessa.
Troppo sesso. Inutilmente il marito ha tentato di alleggerire la sua posizione chiedendo alla Cassazione di derubricare i diversi reati in quello di maltrattementi in famiglia visto che, a suo dire, non può commettere violenza sessuale il marito che chiede alla moglie di avere più rapporti. E in effetti, registra la Suprema Corte, la stessa consorte aveva riferito di intrattenere con il marito rapporti sessuali consenzienti e che talora "le erano richieste prestazioni con frequenza troppo elevata che non gradiva".
Nessun diritto all'amplesso. Piazza Cavour ha ribadito che non esiste all'interno di un rapporto coniugale o paraconiugale un "diritto all'amplesso", né conseguentemente il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale. Inoltre non ha valore discriminante il fatto che la donna non si opponga palesemente ai rapporti sessuali e li subisca, quando è provato che l'autore "aveva la consapevolezza del rifiuto implicito della stessa agli atti sessuali". La moglie, infatti, per non destare allarme nei figli non si opponeva alle pretese del marito e a gesti muti cercava, inutilmente, di farlo desistere.

sabato 4 febbraio 2012

Pedofilia, arrestato il conduttore tv di Arezzo Nedo Settimelli

 

 nedo settimelli

Nedo Settimelli, conduttore televisivo di Arezzo, è stato arrestato con l’accusa di pedofilia. Il 68enne, molto conosciuto in zona, è stato sorpreso con un ragazzino di 14 anni dai carabinieri che l’hanno portato nel carcere Sollicciano di Firenze. L’inchiesta è partita dopo che i genitori del minore, sospettando che il giornalista avesse molestato il figlio, hanno allertato i carabinieri. Gli agenti hanno seguito così Settimelli nella redazione dell’emittente televisiva Arezzo tv dove lavora cogliendolo in atteggiamenti “inequivocabili”, facendo scattare la flagranza di reato.
http://www.fattidicronaca.it/articolo/pedofilia-arrestato-il-conduttore-tv-di-arezzo-nedo-settimelli/3727/

 

CASSAZIONE

Stupro di gruppo, no all'obbligo del carcere l'ira delle donne: "Sentenza aberrante" 

Lo ha stabilito la suprema Corte, estendendo una promuncia della Consulta del 2010. Nelle violenze sessuali del "branco", possibile applicare misure cautelari alternative.Carfagna: "Messaggio sbagliato". Pollastrini: "Lacerante". Lenzi: "Sarà un'ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza".

ROMA - Una sentenza destinata a far discutere. Nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell'indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, dando un' interprestazione estensiva ad una sentenza della Corte Costituzionale del 2010. Una decisione che ha scatenato la reazione, furente e bipartisan, di molte donne impegnate in politica: "Sentenza aberrante".

La Cassazione ha annullato una ordinanza del Tribunale del riesame di Roma, che aveva confermato il carcere  per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza del frusinate ed ha rinviato il fascicolo allo stesso giudice perchè faccia una nuova valutazione, tenendo conto dell'interpretazione estensiva data dalla Suprema Corte alla sentenza n. 265 del 2010 della Corte Costituzionale. A partire dal 2009, con l'approvazione da parte del Parlamento della legge di contrasto alla violenza sessuale non era consentito al giudice di applicare, per i delitti di violenza sessuale e di atti sessuali con minorenni, misure cautelari diverse del carcere in carcere. Secondo la Corte Costituzionale, invece, la norma è in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione. Per questo la Consulta ha detto sì alle alternative al carcere "nell'ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfate con altre misure".
Adesso la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono 'in toto' applicabili anche alla 'violenza sessuale di gruppo' , dal momento che quest'ultimo reato "presenta caratteristiche essenziali non difformi" da quelle che la Consulta  ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio.

Le reazioni.
"E' aberrante applicare misure alternative al carcere per lo stupro di gruppo. La Cassazione ha lanciato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e a depotenziare tale grave reato. Una donna che vede negato il carcere per i suoi carnefici subisce una seconda violenza" così Alessandra Mussolini del Pdl. "Una sentenza impossibile da condividere, contro le donne, che manda un messaggio sbagliato - dice Mara Carfagna, deputata Pdl ed ex ministro per le Pari Opportunità - Le aggravanti per i reati di violenza sessuale furono introdotte proprio per evitare lo scempio della condanna senza un giorno di carcere per chi commette un reato grave come questo". Per Barbara Pollastrini del Pd la sentenza è "lacerante", mentre per la deputata del Pd Donata Lenzi la sentenza "sarà un'ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza".

http://it.netlog.com/go/out/url=http%3A%2F%2Fwww.repubblica.it%2Fcronaca%2F2012%2F02%2F02%2Fnews%2Fcassazione_per_stupro_del_branco_anche_misure_diverse_da_carcere-29216266%2F



Don Riccardo Seppia, pusher: “Voleva bambini tra i 10 e i 12 anni. Rifiutò ragazzina 15enne”

 Don Riccardo Seppia

Si torna a parlare di don Riccardo Seppia, l’ex parroco di Sestri Ponente a Genova arrestato a maggio per tentata violenza sessuale su minori, cessione di droga e tentata induzione alla prostituzione minorile. Le dichiarazioni di un pusher confermano la sua attrazione verso i bambini: “Don Riccardo mi chiedeva di procurargli non solo cocaina, consegnatagli per tre anni puntualmente ogni due settimane, ma anche bambini tra i 10 e i 12 anni”. Lo spacciatore ha parlato durante l’interrogatorio davanti al gip di Milano.

Si tratta di un 26enne della Guinea arrestato il 21 giugno in seguito all’inchiesta sul giro di droga e anabolizzanti nelle palestre milanesi che ha portato a galla anche la vicenda del sacerdote. Stava cercando di scappare in Spagna con documenti falsi ma è stato catturato in tempo in aeroporto.
Il pusher ha raccontato che riforniva abitualmente don Riccardo di cocaina ma che il suo pensiero fisso erano i bambini. Rigorosamente tra i dieci e i dodici anni. “Quando gli ho proposto una ragazzina portoghese di 15 mi ha risposto che non era di suo gradimento”, ha detto, a conferma anche della sua omosessualità.
Paolo Bonanni, l’avvocato difensore di don Riccardo, ha chiesto al tribunale di Genova la scarcerazione del suo assistito. In alternativa ha proposto un alleggerimento della misura cautelare: o gli arresti domiciliari o la detenzione in un centro di cura.

ww.fattidicronaca.it/articolo/don-riccardo-seppia-pusher-voleva-bambini-tra-i-10-e-i-12-anni-rifiuto-ragazzina-15enne/2547/


 

venerdì 3 febbraio 2012

Abusa della figlia per 30 anni, sentenza shock in Germania: 2 anni e otto mesi

 adolf b germania

Questa è la storia di Adolf B, un padre di origini tedesche per oltre 30 anni ha stuprato la figlia Renate, consumando con lei oltre 500 rapporti e avendo dalla ragazza anche tre bambini, tutti nati disabili a causa dei rapporti incestuosi. L’uomo, se così è lecito chiamarlo, è stato condannato dal tribunale di Norimberga a neanche tre anni di prigione: 2 anni e 8 mesi per la precisione, poichè secondo la giuria i rapporti erano “apparentemente consenzienti”.
La sentenza con la quale Adolf B è stato condannato ad una pena irrisoria di 30 mesi, sta animando il dibattito in Germania e trovando ampio risalto nei mezzi di comunicazione tedeschi fin da quando la vicenda emerse qualche mese fa, quando Renate, la figlia dell’uomo, aveva ricattato il medico che curava suo figlio e questa l’aveva denunciata.
Grazie a questo appiglio, si è scoperto che il padre aveva consumato con la figlia oltre 500 rapporti, iniziati quando la piccola aveva 13 anni e proseguiti per circa 30 anni. Il macabro rituale avveniva, tra l’altro, con l’assenso della moglie di Adolf, anch’ella finita sotto inchiesta nel marzo di qust’anno.

Pedofilia a Lanciano, abusa di una minore di 10 anni: arrestato anziano 75enne

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Un 75enne di Lanciano, F.P., è stato arrestato dai carabinieri per aver compiuto degli abusi su una minore di soli 10 anni. Peraltro, durante lo scorso mese, anche la madre della piccola era stata arrestata per favoreggiamento per non aver dato ascolto alla richiesta d’aiuto della bambina, la quale lamentava da tempo le anomalie.
Dopo la sconvolgente storia di Benevento, dove una ragazza è stata stuprata dal padre per 16 anni, un altro caso di pedofilia viene segnalato a Lanciano, ove una bimba di 10 mesi subiva violenze da un uomo di 75 anni.
Il pensionato era stato ospite per diversi mesi nell’abitazione della madre ed è stato arrestato dai carabinieri. Come dicevamo sopra, anche la mamma è finita in manette, dopo che la piccola le aveva chiesto aiuto e si era sentita rispondere: ”Fallo fare”.http://www.fattidicronaca.it/articolo/pedofilia-a-lanciano-abusa-di-una-minore-di-10-anni-arrestato-anziano-75enne/7659/

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