“Si deve parlare di pedofilia a scuola. E rendere dura la vita ai predatori di bambini!”
«Si deve parlare di pedofilia a scuola»
L’ESPERTO. Il bergamasco Massimiliano Frassi, presidente
dell’associazione Prometeo, segue da anni vicende legate alle
violenze sessuali commesse sui più piccoli «Quello di Vicenza non è un caso isolato. L’informazione fin dai
banchi di studio è decisiva per sconfiggere i predatori di bambini»
Massimiliano Frassi, presidente dell’associazione Prometeo Onlus per
la lotta alla pedofilia e la tutela dell’infanzia violata, ha presentato
“Il libro nero della pedofilia” per le edizioni “La Zisa” nella sala
polivalente a Ponte di Barbarano. Inevitabile parlare con lui della
vicenda del pediatra Mattiello arrestato per violenza su minori
«Purtroppo non è l’unico caso del genere – spiega -, anche a Bergamo,
dove vivo, un medico di base che ha visitato i bambini di un intero
quartiere è accusato di questi reati terribili. A Vicenza bisogna
elogiare la polizia per l’attenzione, la prudenza e la determinazione
con cui hanno affrontato il caso. È molto importante agire come si è
fatto col pediatra, per evitare che chi compie questi reati riesca a
trovare scappatoie per farla franca».
Come si spiega, Frassi, che una persona che gode della fiducia della
comunit! 4; possa rendersi protagonista di simili comportamenti senza
che nessuno se ne accorga per anni? «Purtroppo il pedofilo, che io
preferisco chiamare “predatore di bambini” – risponde -, è quasi sempre
una persona di cui ci si fida, un insospettabile difficile da
individuare. È un seduttore e manipolatore che con una pianificazione
criminale prima di agire conquista la fiducia dei familiari, in alcuni
casi grazie al proprio ruolo di medico, operatore sociale o parroco per
fare alcuni esempi, e poi mantiene nel terrore la vittima che subisce
gli abusi e non ha il coraggio di parlare».
A questo punto, Frassi, è giusto chiedersi come ci si deve comportare
per scoprire gli abusi o per prevenirli. «Bisogna avere il coraggio di
parlarne come fanno in America da anni – aggiunge -, dove nelle scuole
ci sono conferenze e incontri con esperti. Più se ne parla, più
diminuiscono i casi. Inoltre, i genitori devono informarsi sulle perso!
ne cui affidano i loro figli: chiedere alla scuole quali proto! colli
seguano per i casi sospetti, come scelgano gli insegnanti e gli
educatori, se sono in contatto con le forze dell’ordine. Bisogna fare di
tutto per rendere la vita difficile ai predatori di bambini. Inoltre,
va segnalato ogni minimo sospetto alle forze dell’ordine: solo così si
mantiene alta la guardia».
Frassi analizza che è fondamentale far capire alle vittime che nessun
abuso rimane per sempre, si può tornare a vivere una vita normale. «Ci
sono molti casi – spiega – in cui bambini e bambine riescono a superare i
traumi e poi diventano uomini e donne capaci di innamorarsi e di avere
bambini. Purtroppo ci sono anche casi in cui le ferite rimangono aperte,
come un’anziana signora che seguiamo che ha 86 anni e gli abusi
avvenuti 83 anni fa sembrano accaduti ieri, o una ragazza che ha subito
abusi dai 3 ai 17 anni e si è tolta la vita a 21». Il fenomeno della
pedofilia, osserva l’esperto, è in aumento e in mutazione. «I casi i che
abbiamo esaminato – conclude – fanno vedere che chi commette questi
crimini arriva da percorsi diversi. Ma, come dicono gli esperti
dell’Fbi, bisogna ricordarsi che “l’organo più sviluppato del pedofilo è
il cervello” con cui per anni inganna chi ripone fiducia in lui e
mantiene nel terrore e nel silenzio le vittime. Il pedofilo non è un
malato, è una mente criminale». FONTE: IL GIORNALE DI VICENZA – Nicola
Rezzara.
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/264699__si_deve_parlare_di_pedofilia_a_scuola/
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